Digital Agenda: non solo fibra ottica nella ricetta Ue per l’ultrabroadband

di Alessandra Talarico |

Il Commissario Neelie Kroes ci ripensa: la fibra ottica resta centrale nella strategia Ue, ma per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda è necessario un ‘mix intelligente’ di tecnologie, a seconda delle esigenze.

Unione Europea


FTTH

Per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda europea non esiste una ‘pozione magica’ che risolva tutti i problemi. Lo ha sottolineato ieri nel suo intervento al Mobile World Congress 2012 il Commissario Ue per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, affermando che c’è bisogno di un “mix intelligente” di diverse tecnologie che, a seconda delle esigenze locali, includa la Fibre-to-the-Home, il cavo, la Fibre-to-the-Cabinet e l’LTE.

 

L’Agenda digitale prevede che entro il 2013 tutti i cittadini della Ue abbiano accesso alla connettività di base (basic broadband) e che per il 2020 tutte le famiglie abbiano accesso a velocità pari ad almeno 30Mbps e il 50% a velocità pari ad almeno 100 Mbps.

Le affermazioni della Kroes sembrano dunque accogliere le critiche dell’industria telecom europea, che più volte aveva sottolineato che la Ue sembra troppo concentrata sulla fibra per il raggiungimento degli obiettivi della Digital Agenda.

 

Ma non sono stati i soli operatori mobili – dell’LTE – ad aver disapprovato l’eccessivo focus della Commissione sull’FTTH.

Anche ETNO, infatti, ha recentemente affermato che per le reti di nuova generazione è necessario “…un mix di tecnologie e piattaforme che includa la fibra, ma che preveda anche il miglioramento delle attuali reti in rame (attraverso il VDSL e, in futuro, la tecnologia vectoring VDSL), le reti a banda larga mobile di nuova generazione (LTE), le tecnologie via cavo e satellitari”.

Secondo l’Associazione europea dei principali operatori di telecomunicazioni, “…tutte le tecnologie a larga banda dovrebbero essere prese in esame e perseguite, quando si considera la domanda dei consumatori”

 

La Kroes ha inoltre affermato che anche le tecnologie che normalmente non sono considerate confacenti all’obiettivo dei 100 Mbps possono “creare un circolo virtuoso di domanda e offerta”.

“Stiamo assistendo a progressi tecnologici che rendono alcune infrastrutture esistenti una parte promettente e redditizia del mix complessivo della banda larga”, ha affermato la Kroes che ha tuttavia sottolineato che “c’è ancora da lavorare per assicurare che quelle reti aggiornate siano competitive”.