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Frequenze: l’incontro tra Mario Monti e Silvio Berlusconi non scioglie i nodi sul beauty contest

Italia


Bocche cucite ieri al termine della colazione di lavoro a Palazzo Chigi, durata quasi tre ore, tra il premier Mario Monti, assistito dal sottosegretario Antonio Catricalà, e Silvio Berlusconi, che era accompagnato dal segretario del Pdl Angelino Alfano e dall’ex sottosegretario alla presidenza Gianni Letta.

Solo oggi cominciano a trapelare i contenuti dell’incontro dove s’è discusso di Rai, giustizia, fisco e lavoro. Il Cavaliere ha fatto sapere a Monti che il suo sostegno al governo non verrà meno anche in caso di eventuale sentenza di condanna sul caso Mills (pare che sabato sia prevista una pubblica replica).

 

Silvio Berlusconi lo ha voluto ripetere personalmente al premier, elogiandolo per come si sta muovendo soprattutto sul fronte internazionale, chiedendo tuttavia garanzie su alcune tematiche essenziali per il futuro dell’Italia.

Innanzitutto sulla televisione pubblica, visto che a più riprese il Professore ha fatto sapere di voler intervenire per riformare la governance della Rai, l’ultima volta subito dopo le polemiche scatenate dalla partecipazione di Adriano Celentano al Festival di Sanremo (Leggi Articolo Key4biz).

A fine marzo scade il mandato triennale del Cda e Berlusconi vorrebbe avere rassicurazioni sulle nomine che spettano al governo. Intanto il Pdl vorrebbe che fosse riconfermato l’attuale direttore generale, Lorenza Lei, e soprattutto essere considerato sul nome del futuro presidente della Rai.  

 

Altro dossier spinoso quello delle frequenze televisive e della sospensione del beauty contest. Pare che su questo tema restino le distanze, anche se sembra che il premier abbia garantito, stando ad alcune indiscrezioni circolate nel Pdl, che non ci saranno ‘forzature’.

Troppo poco per chi segue con attenzione la vicenda e vorrebbe capire quale sarà la strada che prenderà il governo Monti, in particolare il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in merito (Leggi Articolo Key4biz).

Stamani l’ex Ministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha dichiarato che l’esecutivo deve tenersi fuori da tre questioni: “Rai, legge elettorale e riforme istituzionali“, con esplicita sottolineatura della necessità che alla direzione generale di viale Mazzini Lorenza Lei non possa essere messa in discussione.

 

Romani, intervistato da ‘La Stampa’, ha detto convinto che il “60-70% delle cose fatte da Monti le avremmo volute fare noi” e ha sollecitato il ministro Elsa Fornero ad “andare avanti sulla riforma del mercato del lavoro e la modifica dell’articolo 18 anche senza l’accordo dei sindacati“, sottolineando che Monti “deve rispettare l’agenda europea” più che preoccuparsi degli avvertimenti di Pd e Pierluigi Bersani.

Quanto all’attuale situazione della Rai, per Romani “non possono cambiare la governance e l’indirizzo che finora c’è stato” e Lorenza Lei “non può essere sostituita: ha avuto il consenso di tutto il Cda uscente e tutte le decisioni prese da queste direzione generale sono state votate da maggioranze diverse”.

 

Intanto Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia ospite ad Agorà su RaiTre, ha fatto sapere che presenterà una proposta di legge perché sulle reti importanti della Tv pubblica si facciano in prima serata film in inglese con i sottotitoli in italiano.

“La televisione è ancora potentissima e il servizio pubblico oltre l’informazione dovrebbe fare formazione. I figli dei ricchi l’inglese hanno la possibilità di impararlo a casa”.

 

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