Privacy: il Governo Usa lavora a nuova legge e ottiene accordo con le web company per bottone ‘Do Not Track’

di Alessandra Talarico |

‘Gli americani non possono più aspettare’ dice Obama, che spinge su una nuova Bill of Rights perchè ‘la fiducia dei consumatori è essenziale per la crescita dell’economia digitale’.

Stati Uniti


Barack Obama

Il Governo americano ha reso noto di stare lavorando col Congresso a un progetto di legge sulla protezione dei dati personali su internet, annunciando contestualmente di aver raggiunto un accordo con i principali operatori del web per l’adozione di un bottone ‘do not track’, che dovrebbe consentire agli utenti una maggiore tutela rispetto alle pratiche di monitoraggio della navigazione messe in pratica dalle aziende che si occupano di pubblicità, e non solo.

La nuova legislazione per la protezione dei dati dei consumatori – Consumer Privacy Bill of Rights – presentata oggi, mette nero su bianco 7 diritti fondamentali degli internauti.

 

Tra questi, il diritto a esercitare “il controllo sulle informazioni personali – su quali dati le aziende collezionano e su come li usano”, spiega la casa Bianca, sottolineando che le web company che trattano i dati personali degli utenti, in base a questo principio, dovrebbero fornire ai consumatori meccanismi semplici e accessibili che spieghino i motivi e la portata della raccolta dei dati.

 

Attenzione è stata posta anche alla trasparenza e al contesto: i consumatori hanno il diritto di sapere quali dei loro dati vengono raccolti, perchè e come vengono usati, quando saranno cancellati e per quali motivi sono condivisi con altre aziende, nonché il diritto di aspettarsi che chi raggruppa, usa e condivide i loro dati lo faccia in maniera ‘coerente’ col contesto in cui i dati vengono raccolti.

Riguardo la sicurezza, “i consumatori hanno diritto a una gestione sicura e responsabile delle loro informazioni”: le aziende dovrebbero valutare i rischi per la privacy e la sicurezza connessi con le loro pratiche e mantenere misure ragionevoli per controllare i pericoli legati alla perdita, all’accesso non autorizzato, all’uso, alla distruzione, o alla modifica e alla divulgazione impropria dei dati.

 

I consumatori hanno inoltre il diritto all’accuratezza, devono, cioè, poter accedere e correggere le informazioni inesatte sul loro conto – ed eventualmente anche chiederne la cancellazione – in maniera adeguata alla sensibilità dei dati e al rischio di conseguenze negative legati all’eventuale imprecisione delle informazioni.

 

La raccolta dei dati dovrebbe quindi essere ‘mirata’: dovrebbero essere posti dei limiti ‘ragionevoli’ alla raccolta e alla conservazione e fissati dei rigidi principi di responsabilità in capo alle aziende che trattano dati personali online.

“Le aziende che forniranno i dati personali a soggetti terzi dovrebbe almeno garantire che i beneficiari siano obbligati per contratto ad aderire a questi principi, a meno che non siano tenuti per legge a fare altrimenti”, spiega ancora il Governo Usa.

 

Il Consumer Privacy Bill of Rights rientra – spiega la Casa Bianca – in “un progetto globale per migliorare la protezione della privacy dei consumatori e garantire che Internet rimanga un motore per l’innovazione e la crescita economica”.

 

Su richiesta della Casa Bianca, il Dipartimento del Commercio inizierà a convocare aziende, associazioni per la privacy e altri soggetti interessati a sviluppare e attuare le adeguate politiche di tutela al diritto alla privacy dei consumatori.

 

In questo sforzo rientra anche l’accordo con le principali web company – tra cui Google, Yahoo!, Microsoft e AOL, che rappresentano quasi il 90% del mercato della pubblicità comportamentale – per consentire agli utenti di avere maggiore controllo sul monitoraggio delle loro attività online. Ciò non vuol dire che le web company rinunceranno a qualsiasi tipo di monitoraggio, ma che si impegneranno a non usare i dati relativi alle abitudini di navigazione degli utenti per confezionare annunci personalizzati e a fini assicurativi o di salute. Ma i dati continueranno a essere usati per scopi quali le “ricerche di mercato” e lo “sviluppo del prodotto”. Le informazioni saranno inoltre accessibili alle forze dell’ordine e il pulsante “do-not-track”, inoltre, non bloccherà le funzioni di alcuni siti – come il ‘mi piace’ di Facebook – che continuerà a essere usato per tracciare le preferenze degli utenti. La FTC vigilerà affinché queste promesse vengano messe in pratica.

“E’ un buon inizio – ha sottolineato Christopher Calabrese dell’American Civil Liberties Union – ma vogliamo che gli utenti possano scegliere di non essere monitorati in alcun modo”.

 

L’iniziativa si iscrive nella campagna “We can’t wait” lanciata da Obama per dimostrare la volontà del governo di agire in favore della classe media.

“I consumatori americani – ha affermato il presidente – non possono più aspettare per la definizione di chiare regole a garanzia della sicurezza delle loro informazioni personali online”.

“Internet – ha aggiunto – è in continua evoluzione e la fiducia dei consumatori è essenziale per la crescita dell’economia digitale. Ecco perché una Carta dei Diritti sulla privacy online è così importante. Alle aziende consentirà di avere successo online, ai consumatori di sentirsi al sicuro. Seguendo questo schema, aziende, associazioni di consumatori e politici potranno aiutare a proteggere i consumatori e a garantire che Internet rimanga una piattaforma per l’innovazione e la crescita economica”.

 

Riguardo l’adesione delle principali web company al progetto ‘Do Not Track’, il presidente FTC Jon Leibowitz ha affermato che “è importante che le aziende stiano collaborando al nostro progetto volto a proteggere la privacy e a dare ai consumatori una maggiore scelta e più controllo sul modo in cui vengono monitorati online. C’è ancora molto da fare, ma il lavoro fatto finora è molto incoraggiante”.

 

Se, sul finire dello scorso secolo l’economia digitale Usa valeva 20 miliardi di dollari, attualmente nel vale 200 miliardi: sono sempre più numerosi gli utenti americani che fanno acquisti su internet, lavorano online, usano il web per comunicare, imparare, rapportarsi con le istituzioni, consultare il conto corrente ed effettuare operazioni bancarie.

“Internet – ha sottolineato John Bryson, Segretario al Commercio – è diventato il motore dell’innovazione, della crescita e dell’occupazione perciò abbiamo bisogno di solide fondamenta che garantiscano l’adeguata protezione dei consumatori e di principi che aiutino le aziende a prendere le giuste decisioni in merito alla privacy. Questo progetto mira a fare proprio questo”.

 

Il Consumer Privacy Bill of Rights è uno dei 4 elementi del report “Consumer Data Privacy in a Networked World: A Framework for Protecting Privacy and Promoting Innovation in the Global Digital Economy”, pubblicato oggi dalla Casa Bianca e che include anche, spiega un comunicato ufficiale, “un processo guidato dalle parti interessate per precisare in che modo questi diritti potranno essere applicati nei diversi contesti di business; un’attuazione rigorosa da parte della Federal Trade Commission (FTC); un maggiore interoperabilità tra la legislazione statunitense e quella dei principali partner internazionali”.

 

L’Amministrazione lavorerà col Congresso per sviluppare una legislazione basata su questi diritti per promuovere la fiducia nell’economia digitale ed estendere la protezione della privacy a tutti i settori commerciali non coperti dalle attuali leggi sulla privacy.