Radio in digitale terrestre: dopo i primi fallimenti, parte la seconda offensiva in Europa con il DAB+

di Raffaella Natale |

La Germania ha fatto da apripista e adesso altri Paesi europei, come Belgio, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Norvegia, stanno fortemente investendo.

Europa


Radio FM

Dopo l’esperienza della Germania, molti Paesi europei vorrebbero provare a lanciare quest’anno la radio su digitale terrestre.

Alcuni, come la Norvegia, hanno già in programma lo spegnimento della banda FM. In Francia, il Consiglio superiore dell’audiovisivo sta cercando di riaprire il dossier.

In Belgio, Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Norvegia, la radio digitale terrestre sta diventando una realtà.

Riuniti la scorsa settimana a Ginevra, sotto l’egida della European Broadcasting Union, gli specialisti della radio digitale erano tutti d’accordo: anche se la digitalizzazione della radio è già diventata una realtà con internet e la telefonia mobile, bisogna aspettare l’abbandono dell’analogico, che rappresenta ancora la principale fonte di ascolto, perché l’operazione venga completata.

 

Dopo il fallimento del primo tentativo di digitalizzazione della radio con lo standard DAB (Digital Audio Broadcasting), la seconda offensiva è stata lanciata con il DAB+.

“Lo scacco del DAB si spiega col fatto che  questo standard non faceva che copiare la banda FM e i prezzi dei ricevitori erano veramente molto costosi“, ha detto Mathias Coinchon, dell’EBU.

 

Nel 2011, un passo significativo è stato compiuto con il lancio di una prima offerta di radio digitale terrestre in Germania, con lo standard  DAB+. Oltre alle stazioni locali già esistenti in DAB, 14 nuove emittenti sono state avviate e sono disponibili a livello nazionale.

Una prima assoluta per la Germania che adesso – ha commentato Jorn Jensen, presidente del WorldDMB, organismo internazionale che opera a sostegno della radio digitale – ha le sue radio nazionali.

L’iniziativa tedesca, ha aggiunto Mathias Coinchon, è stata molto positiva e ha fatto da apripista per altri Paesi, come il Belgio o i Paesi Bassi.

Il Belgio ha fatto una mossa importante lo scorso anno: i tre principali editori di radio francofoni, RTBF (polo pubblico), RTL e NRJ, si sono messi d’accordo per lanciare la radio digitale terrestre. Svolta decisiva perche le tre emittenti insieme rappresentano l’80% dell’audience.

Il Belgio francofono ha trovato la ricetta che manca alla Francia: la volontà dei principali media di andare verso la radio digitale, combinata al forte appoggio delle istituzioni.

Tutti i Paesi che lanciano la radio digitale terrestre hanno messo insieme i due ingredienti di questa ricetta miracolosa.

 

Nei Paesi Bassi, dove la digitalizzazione della radio sta avvenendo sotto l’egida dell’operatore pubblico NPO, la concessione di nuove licenze FM è stata condizionata all’impegno delle emittenti private di investire nel DAB+. Il Paese vuole accelerare in vista del prossimo abbandono della radiodiffusione in FM. La decisione sarà presa nel 2016.

Per adesso, solo la Norvegia ha fissato una data precisa per lo switch-over: gennaio 2017, obiettivo ritenuto da tanti ambizioso.

Anche in Danimarca e Gran Bretagna, è al vaglio  la questione dell’estinzione della diffusione FM. Rischioso perché suppone che la popolazione sia dotata di ricevitori digitali,  l’abbandono dell’analogico è molto vantaggiosa sul piano finanziario.

 

La diffusione in digitale consente in effetti agli editori di diminuire significativamente i costi di trasmissione. Si possono ottenere risparmi fino all’80% rispetto all’analogico. Ma in attesa che arrivi quel giorno, bisognerà finanziare la doppia diffusione … cosa che lascia ancora reticenti gli editori francesi.