ICT: puntare sull’economia digitale per assicurare lavoro e crescita all’Europa. Parola di Neelie Kroes

di Raffaella Natale |

Il Commissario Ue per la Digital Agenda torna a parlare di cloud computing, sottolineando: ‘E’ il cuore della strategia europea’.

Unione Europea


Neelie Kroes

L’economia digitale in Europa è molto più forte di quanto si creda e sta crescendo al ritmo di quella cinese vale a dire circa il 12% l’anno. In più, produce 2,6 posti di lavoro per ognuno perso a causa del cambiamento che implica. E la cosa ancora più importante è che la domanda di professionisti IT sta superando l’offerta.

Questo significa, in altre parole, che in un contesto di crisi economica, il digitale è la nuova colonna portante per il lavoro e la crescita.

“Se spingiamo gli Stati membri ad avviare la digital agenda, potremmo avere un aumento del PIL di un punto percentuale. E il cloud sarà il cuore di tutto questo”, ha dichiarato il Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, in un’intervista pubblicata oggi da EurActiv.

 

“Le istituzioni europee e i governi dovrebbero maggiormente investire sugli appalti congiunti dei servizi informatici per incoraggiare l’uso del cloud computing“, ha sottolineato il Commissario, dettagliando quella che è la propria strategia per il decollo del cloud nell’Unione europea e indicando l’importanza del potere collettivo di spesa per spingere maggiormente sull’accordo con i provider di servizi cloud.

Una tecnologia che consente di memorizzare in modo efficace una gran quantità di dati su server off-site, consentendo ai sistemi informatici aziendali di operare meglio.

Oltre a portare significativi benefici in termini di produttività per tutti, anche alle imprese più piccole e ai singoli individui, promettendo servizi scalabili e sicuri, con maggiore efficienza, flessibilità e a costi bassi.

 

Al World Economic Forum di Davos la Kroes ha lanciato la European Cloud Partnership con l’obiettivo di promuovere i rapporti tra autorità pubbliche e industria, per superare insieme i problemi che l’uso della nuova tecnologia pone alle istituzioni governative e al settore privato (Leggi Articolo Key4biz).

Si tratta in particolare degli ostacoli riguardanti standard, certificazione, data protection, interoperabilità, lock-in e certezza del diritto che preoccupano maggiormente le PMI, che sono quelle che sfrutteranno di più i servizi cloud.

 

La Kroes ha anche sottolineato che l’Accordo implicherà una forte contrattazione con i provider per ottenere i maggiori vantaggi.  

Attualmente, ha commentato il Commissario Ue, nonostante le difficoltà, il cloud è usato soprattutto nel settore privato.

“Abbiamo quindi bisogno – ha precisato – di coinvolgere i responsabili degli appalti pubblici in modo sistematico“, perché solo così aumenterà la concorrenza sul mercato dell’offerta globale di cloud, riducendo i costi e consentendo ai governi di fornire servizi online efficienti e interoperabili.

 

Nella prima fase la Partnership dovrebbe individuare e ‘formalizzare’ i requisiti comuni per gli appalti dei servizi cloud in tutti gli Stati membri, in tutte le regioni e anche nelle differenti applicazioni come l’eHealth, l’amministrazione fiscale o il welfare.

Sulla base di questo, ha aggiunto la Kroes, il settore pubblico potrà avvantaggiarsi maggiormente dei servizi cloud.

 

La Commissione ha avviato questa Partnership con un investimento iniziale di 10 milioni di euro e i primi risultati si dovrebbero avere già dal 2013.

 

Ma come si pone l’Europa nei confronti di altri Paesi come la Cina, gli Stati Uniti o la Russia?

La Ue è leader in molti comparti del mercato mobile e della banda larga ma, ha ammesso il Commissario, registra un forte ritardo nella ultrabroadband.

Tuttavia, a differenza dei propri competitor, punta molto sulla strategia avviata con la digital agenda.

“Sarà l’Europa a dare il passo nell’eCommerce, nell’e-health, nel diritto d’autore, negli standard e nel data protection (…) Ed è questo il miglior investimento che l’Europa potesse fare”.