Apple: titoli sopra 500 dollari. Segno che si avvicina l’ora dei dividendi?

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Il 7 marzo la presentazione dell’iPad3 e intanto l’associazione Fair Labour associaton è entrata alla Foxconn per verificare se è vero quanto denunciato dalla stampa americana sui turni massacranti e i salari da fame dei lavoratori locali.

Stati Uniti


Tim Cook

Ieri, il titolo Apple ha toccato nuovi record, superando la soglia dei 500 dollari e portando la capitalizzazione della società a oltre 468 miliardi di dollari (quasi quanto il Pil del Belgio, ventesima potenza economica mondiale).

Cresce l’attesa per il lancio del nuovo iPad – che dovrebbe essere presentato il 7 marzo e lanciato sul mercato una decina di giorni dopo – ma il rimbalzo del titolo, sostengono gli osservatori, potrebbe essere dovuto non tanto all’arrivo del nuovo dispositivo, quanto alla possibilità che la società decida di distribuire i dividendi, che l’azienda ha sempre sacrificato in nome della crescita.

 

Occhi puntati, dunque, sull’assemblea degli azionisti il prossimo 23 febbraio, in vista della quale gli investitori hanno fatto lievitare il titolo di quasi il 19% in un mese.

Gli analisti ritengono probabile, infatti, che il tema del dividendo sarà fra quelli discussi e puntano su un payout tra il 2-3% che sarebbe molto attraente per azionisti e impiegati.

 

Un rendimento del 2,5% – spiega CNBC – equivarrebbe a un dividendo di 12,50 dollari per azione, o 11,65 miliardi di dollari. Certo, una cifra molto rilevante ma un ‘niente’ rispetto al tesoro da 98 miliardi ‘cash’ su cui siede la società, 45 dei quali generati negli ultimi 4 trimestri.

 

Smentito, quindi, chi temeva che la morte di Steve Jobs avrebbe gettato l’azienda nel baratro – da allora il valore di mercato è salito del 32% passando da 353 a 468 miliardi – c’è anche chi considera che non essendoci più il leader carismatico, si possa cominciare a parlare seriamente della redistribuzione della ricchezza agli azionisti.

L’unico ostacolo all’approvazione di un pay out nella prossima assemblea potrebbe essere legato al fatto che gli azionisti non vorranno prendere questa decisione al primo incontro dopo la morte di Jobs, che ha sempre preferito puntare più alla crescita e si è sempre opposto a dividendi, dividendi straordinari o anche al frazionamento azionario.

 

Su Fortune, la scorsa settimana, Adam Lashinsky – autore del libro “Inside Apple” – ha sottolineato che “Steve Jobs era notoriamente paranoico riguardo il denaro, essendo sopravvissuto al quasi fallimento di Apple per mancanza di soldi nel 1997, quando torno nell’azienda”.

Ora, però, Apple si trova in una situazione profondamente diversa e secondo Lashinsky, presto o tardi distribuirà i dividendi.

 

Un altro punto su cui la società ha ceduto, subissata da pesanti critiche verso il suo operato, riguarda la verifica delle condizioni di lavoro presso le aziende che cinesi che assemblano i suoi prodotti (Leggi articolo Key4biz): l’associazione non governativa Fair Labour associaton è entrata alla Foxconn per verificare se è vero quanto denunciato dalla stampa americana sui turni massacranti e i salari da fame dei lavoratori locali. Nei prossimi giorni le ‘ispezioni’ continueranno anche presso altri stabilimenti di produzione.