Decreto liberalizzazioni: 15 emendamenti bipartisan per realizzare la ‘rivoluzione digitale’. Sarà la volta buona?

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Adozione di una procedura di assegnazione onerosa delle frequenze, abolizione del monopolio Siae sull’intermediazione dei diritti d’autore, diffusione del software libero nella PA, equiparazione dell’Iva su eBook e libri cartacei tra le proposte.

Italia


eBook

Si è svolta questa mattina presso la sala Nassirya del Senato della Repubblica, la conferenza stampa “#liberalizziamoilfuturo” nel corso della quale le associazioni Agorà Digitale, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Altroconsumo, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo, Stati Generali dell’Innovazione e lo Studio Legale Sarzana hanno presentato un pacchetto di emendamenti al decreto legge liberalizzazioni per fare di Internet un volano di sviluppo, innovazione e apertura del mercato.

 

Un’iniziativa che nasce dal”esigenza, spiegano i promotori, di eliminare urgentemente gli ostacoli per chi vuole fare innovazione e che si ispira al principio “Release Early, Release Often“, Rilascia Presto, Rilascia Spesso, reso popolare dalla bibbia hacker “La Cattedrale e il Bazar”.

 

15 le proposte avanzate – sostenute in maniera bipartisan dai parlamentari Donatella Poretti (Radicali), Felice Belisario (IDV), Beppe Giulietti (Misto), Vincenzo Vita (PD), Lucio Malan (PDL) e Flavia Perina (FLI) – e che mirano, tra le altre cose, all’adozione di una nuova procedura di assegnazione onerosa delle frequenze con eliminazione del beauty contest, all’abolizione del monopolio Siae sull’intermediazione dei diritti d’autore, alla diffusione del software libero nella PA.

 

Riguardo la richiesta di una procedura di assegnazione onerosa delle frequenze, il curatore Fulvio Sarzana ha sottolineato che gli “emendamenti proposti mirano a redistribuire equamente, tra il settore televisivo e quello delle comunicazioni elettroniche, con criteri di assegnazione onerosi, le frequenze liberate da cosiddetto dividendo digitale, oggetto dell’assegnazione denominata beauty contest, attualmente sospesa dal Governo”.

 

Le modifiche permetterebbero di introdurre misure a sostegno della piccola imprenditoria giovanile e femminile nel settore delle comunicazioni elettroniche mediante l’assegnazione agevolata su base locale delle stesse frequenze, al fine di coprire le zone del nostro Paese ancora divise digitalmente.

Le modifiche proposte permettono inoltre di risolvere la procedura di infrazione dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia, per il contrasto con le disposizioni comunitarie del regime giuridico nazionale sulle frequenze televisive.

 

La proposta, sull’abolizione del monopolio SIAE sull’intermediazione dei diritti d’autore è stata elaborata da Marco Scialdone e Fabrizio Ventriglia (Team Legale di Agorà Digitale), con i contributi di Guido Scorza, Altroconsumo, Libertiamo, Istituto Bruno Leoni e parte dalla considerazione che il Decreto liberalizzazioni del Governo Monti, con una scelta storica, ha deciso di aprire alla concorrenza il settore dell’intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore, segnatamente quelli degli artisti, interpreti ed esecutori.

“Va detto però – sottolineano i promotori dell’iniziativa – che quella decisa dal Governo non è una liberalizzazione tout court, perché resta in piedi (a questo punto inspiegabilmente) il monopolio SIAE in materia di diritti d’autore”.

Nel passaggio parlamentare di conversione il legge del decreto appena approvato c’è quindi la possibilità “di completare la liberalizzazione iniziata dal Governo e restituire al mercato quell’attività di intermediazione dei diritti d’autore che da decenni è vittima delle inefficienze del monopolio, a tutto scapito dei giovani artisti e dei consumatori”.

Sempre riguardo la SIAE, viene quindi proposta l’abolizione dell’obbligo di apposizione del contrassegno SIAE e delle relative sanzioni. Si tratta infatti, secondo il curatore Felice Belisario (IDV), di “uno strumento inefficace nella lotta alla pirateria” che ha inoltre “reso inutilmente più complessa ed onerosa l’attività di distribuzione di supporti contenenti opere dell’ingegno nel nostro Paese”.

 

In materia di diritto d’autore, viene chiesto al Governo di assumere la delega per mettere in atto una “radicale riforma del diritto d’autore a fronte del mutato contesto tecnologico”. Oltre infatti a tentare di reprimere le condotte ritenute illegali su internet, “non si sono volute cogliere le straordinarie possibilità offerte dalle reti di comunicazione elettronica all’accesso alle opere tutelate dal diritto d’autore e, dunque, alla loro fruizione da parte di una platea sconfinata di utenti”.

L’emendamento proposto chiama il Governo ad “emanare, entro novanta giorni dall’entrata della presente disposizione, norme finalizzate alla protezione del diritto d’autore per le opere e i contenuti digitali veicolati sulle reti di comunicazione elettroniche”.

 

Partendo poi dalla considerazione che web rappresenta il più grande mercato di opere dell’ingegno della storia dell’uomo e che le nuove tecnologie digitali e telematiche abilitano artisti, professionisti ed imprese a creare contenuti audiovisivi e multimediali attraverso il ricorso a processi produttivi inediti ed immediati suscettibili di innescare meccanismi virtuosi di progresso culturale ed economico, le associazioni sottolineano la necessità di prevedere “che tutti i soggetti che operano nel mercato della distribuzione dei diritti d’autore, rendano disponibile – eventualmente in alternativa all’offerta tradizionale – un’offerta online, abilitando, al contempo, la propria clientela al perfezionamento di contratti di licenza per via telematica”.

 

Restando sempre nell’ambito dei contenuti, un altro emendamento intende far sì che “chiunque distribuisca contenuti audiovisivi attraverso televisione, home video o sale cinematografiche nell’ambito di un’attività di impresa è tenuto a rendere, contestualmente, disponibili i medesimi contenuti, a condizioni di accesso non discriminatorie rispetto a quelle caratteristiche della corrispondente offerta nei canali tradizionali, attraverso piattaforma telematica”.

Spiega il curatore dell’emendamento, Guido Scorza (Istituto per le Politiche dell’Innovazione), che “l’assenza di un’adeguata offerta commerciale di contenuti televisivi e cinematografici fruibile su piattaforma telematica e/o la messa a disposizione di tale offerta solo a seguito del decorso di considerevoli periodi di tempo…. oltre a non consentire di cogliere i vantaggi economici e culturali connessi al delineato ampliamento del mercato di riferimento è concausa certa del fenomeno della pirateria audiovisiva in quanto taluni utenti e consumatori, in assenza di un’adeguata offerta legale di contenuti audiovisivi online, si rivolge ai canali pirata di distribuzione di tale contenuto, determinando perdite per l’industria del settore, per l’erario e, soprattutto, innescando pericolosi meccanismi di reazione a difesa della proprietà intellettuale che si traducono in iniziative legislative e giudiziarie che minacciano la libertà di impresa economica e quella di manifestazione del pensiero online”.

 

Un’altra proposta riguarda la libertà di praticare sconti per le imprese che svolgono attività commerciale di vendita di libri e ebook ed è stata curata da Marco Giacomello, Team Legale di Agorà Digitale con il contributo di Libertiamo e Istituto Bruno Leoni.

La prima bozza del Decreto Liberalizzazioni aveva deciso di permettere alle aziende in piena autonomia, la scelta del periodo, della durata e della quantificazione di eventuali sconti o riduzioni del prezzo.

Nel testo definitivo del decreto, questa norma è completamente sparita. Serve dunque, spiegano le associazioni, “una normativa che permetta la libertà nella scelta del periodo e nella quantificazione degli sconti; serve una piccola rivoluzione per tutto il settore dell’editoria (tradizionale e digitale) che porti grandi benefici soprattutto ai consumatori finali”, soprattutto in seguito all’entrata in vigore della ‘Legge Levi’ che pone un tetto massimo pari al 15% per quanto riguarda gli sconti che tutti i venditori (dai piccoli librai, alla grande distribuzione, agli store online) possono applicare sul prezzo di copertina.

 

Sempre relativamente al mercato editoriale un emendamento propone l’equiparazione dell’IVA praticata sui libri cartacei ed elettronici. Spiega sempre Scorza che l’attuale impostazione, nella quale gli e-book continuano a scontare un regime fiscale diverso e discriminatorio rispetto alle corrispondenti edizioni cartacee “deriva da un evidente errore logico giuridico: la confusione tra contenuto e contenitore”.

“L’e-book, in altre parole, è qualificato, ai fini fiscali, avendo riguardo al ‘contenitore’ attraverso il quale è immesso in commercio anziché al ‘contenuto, ovviamente identico a quello della corrispondente versione cartacea”.

Occorre, pertanto, “porre rimedio a tale disallineamento discriminatorio, equiparando, anche sul piano fiscale, il libro elettronico a quello di carta ed ammettendo entrambe le edizioni di un medesimo prodotto editoriale a beneficiare dello stesso trattamento fiscale”.

 

Altri emendamento proposti riguardano la diffusione del software libero nella PA, la ‘liberazione’ delle biblioteche, la promozione di nuove norme per rendere efficace l’azione di classe, l’introduzione dell’obbligo di dati aperti per la pubblica amministrazione.

 

Il Podcast della conferenza stampa