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Cellulari, 3 miliardi di pagamenti in 3 anni. Studio della Fondazione Ugo Bordoni: mobile payment contro il sommerso

Italia


Da strumenti per comunicare a borsellini elettronici, gli smartphone genereranno in Italia, nei prossimi tre anni, un transito di oltre 3 miliardi di euro. La stima arriva da uno studio realizzato da Open Gate Italia per la Fondazione Ugo Bordoni, che spiega le potenzialità di questo nuovo canale per saldare caffè e giornale con un semplice sms, oppure avvicinando il telefono a un lettore dotato di tecnologia NFC (Near field communication).

Un mercato che potrebbe essere favorito sia dal via libera da parte della Banca d’Italia, il 30 luglio scorso, di un provvedimento che abilita i gestori telefonici ai micropagamenti, sia dalla diffusione degli smartphone proprio nel nostro Paese. Pagamenti elettronici che, nel loro complesso, permetterebbero sempre tra tre anni di far emergere dal sommerso qualcosa come 20 miliardi di euro, avendo in più come effetto una riduzione del costo di gestione del contante di altri 3 miliardi di euro. In questo contesto telco, istituti finanziari ed esercenti rappresentano i principali attori presenti nell’ecosistema dei pagamenti in mobilità.

 

Come far perché tutto questo diventi realtà?

È urgente promuovere un ecosistema di sistemi di pagamento innovativi – sostiene Alessandro Luciano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni – anche perché i potenziali benefici per il sistema-Paese, in termini di emersione del sommerso e riduzione del costo del contante, non riescono ad esprimersi pienamente poiché i principali attori del mercato, bancari e telefonici, restano ancora a guardare“.

 

Per avviare il mercato del mobile payment in Italia ed evitare di intraprendere azioni tardive rispetto agli over-the-top – racconta Laura Rovizzi, amministratore delegato di Open Gate Italia – è necessario creare un luogo di incontro in cui diversi soggetti possano coniugare le proprie aspettative ed esigenze in un’ottica collaborativa da parte di tutti“.

In realtà nel nostro Paese esistono già oltre un centinaio di servizi legati ai pagamenti mobili. Uno dei più recenti si chiama M-Pay ed è stato avviato l’estate scorsa dai gestori telefonici (Tim, Vodafone, Wind, 3 Italia, Fastweb e Poste Mobile). Si tratta di una piattaforma condivisa per l’erogazione di contenuti e servizi digitali acquistabili attraverso il credito telefonico. Ma ci sono anche i primi esperimenti fatti dall’Atm, l’azienda di trasporti di Milano, in collaborazione con Telecom Italia.

 

Nello studio “Mobile Payment, presente o futuro remoto?”, emerge come un notevole beneficio potrà essere, dunque, generato dallo sviluppo di questo mercato a livello di Sistema-Paese. La diffusione del mobile payment, e dunque della circolazione della moneta elettronica, anche attraverso un’attività di promozione dei nuovi strumenti di pagamento, consentirà di raggiungere una riduzione del costo di gestione della moneta e l’emersione di parte dell’economia sommersa. Una maggiore diffusione della moneta elettronica, infatti, potrebbe comportare un notevole incremento dell’entrate per l’erario rappresentato dall’emersione del sommerso (si stima circa 20 miliardi di euro al 2015) ed un importante cost saving dovuto alla riduzione del costo di gestione della moneta contante (si stima circa 3 miliardi di euro all’anno).

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