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Privacy: Microsoft esce sui giornali contro la nuova policy di Google. Pronta la replica da Mountain View

Stati Uniti


Microsoft si è apertamente schierata contro la nuova policy sulla privacy di Google, pubblicando ieri sui principali giornali americani un’inserzione pubblicitaria nella quale ha commentato che i cambiamenti introdotti dalla società di Mountain View consentono di unire internamente i dati sull’attività degli utenti che usano servizi come YouTube o Gmail, allo scopo di consentire agli advertiser di produrre pubblicità mirate (Leggi Articolo Key4biz).

 

La pubblicità è apparsa sul Wall Street Journal, sul New York Times e su USA Today, lanciando la campagna “Putting people first” (le persone prima di tutto) con la quale Microsoft denuncia la doppia morale di Google che, secondo Redmond, rende più difficile e non più semplice il controllo delle informazioni personali.

Ecco il passaggio principale del testo: “Google sta rendendo più difficile il controllo sui vostri dati personali. Perché sono così interessati nonostante il rischio di reazioni negative? Una ragione logica: ogni dato che raccolgono e connettono a voi, aumenta il valore che avete agli occhi di un inserzionista pubblicitario”.

 

Microsoft ha quindi invitato le persone deluse o preoccupate a utilizzare servizi alternativi: Hotmail, anziché Gmail per la posta elettronica, Bing anziché Google per le ricerche sul web, Office 365 anziché Google Docs per la gestione dei documenti online e ovviamente Internet Explorer al posto di Chrome come browser.

 

Pronto la replica di Google che sul proprio blog ha respinto ciò che ha definito i ‘miti’ sulla nuova policy riguardante i dati privati degli utenti: “I nostri controlli sulla privacy non sono cambiati”.

Il gruppo ha dichiarato anche che non è stato mai tra le sue pratiche fare commercio di informazioni attraverso le quali sarebbe possibile identificare gli utenti; tutte le ricerche verrebbero effettuate sulla base di keywords e in forma anonima.

In secondo luogo, Google non imporrebbe alcuna limitazione agli utenti per la tutela della propria privacy, che avrebbero sempre e comunque la possibilità di effettuare modifiche e cancellazioni della cronologia di navigazione sui vari servizi forniti.

La compagnia avrebbe poi sottolineato come servizi sensibili – quale per esempio Gmail – siano accessibili soltanto ai titolari dei rispettivi account, nessun messaggio di posta elettronica verrebbe, quindi, letto dallo staff di Google.

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