Pirateria: Google ha speso 390 mila dollari per far lobbying su SOPA

di Raffaella Natale |

La cifra risulterebbe da un documento della Federal Election Commission, disponibile a piè di pagina.

Stati Uniti


SOPA

Google avrebbe speso circa 390 mila dollari (su un totale di 3,7 milioni di dollari) per fare lobby contro le due proposte di Legge USA antipirateria, SOPA e PIPA, che dopo la protesta del web si sono arenate. Il pressing, scrive il sito TechCrunch, è stato esercitato anche sul Congresso per il Digital Millennium Copyright Act (DMCA).

 

I dati emergono da un documento succinto della Federal Election Commission che chiarisce alcuni punti fondamentali della questione, oltre a indicare precisamente l’esborso di denaro della web company per la SOPA:

“S. 968 – Preventing Real Online Threats to Economic Creativity and Theft of Intellectual Property Act of 2011; S. 978 -Commercial Felony Streaming Act; S. 2029 – Online Protection and Enforcement of Digital Trade Act; H.R. 3261 -Stop Online Piracy Act; Digital Millennium Copyright Act service provider safe harbors; Trans-Pacific Partnership”.

 

Il documento menziona anche altre operazioni di lobbying riguardanti la regolamentazione della pubblicità online e le correlate questioni su privacy e concorrenza oltre alle policy sulle energie rinnovabili.  

 

Tuttavia dal documento non si evince la posizione di Google: era a favore o contro la legge e su cosa precisamente è stata fatta opera di lobbying?

 

La società di Mountain View non ha voluto commentare la notizia. E’ tuttavia facilmente intuibile che tutte le grosse aziende spendano grosse somme di denaro per far pressing quando ci sono interessi in ballo.

 

Sempre secondo questo documento Wikimedia, per esempio, ha speso solo 10 mila dollari. Anche la potente MPAA s’è mossa per tutelare la propria posizione, anche se questo risulta meno chiaro dai documenti della FEC, investendo 850 mila dollari in lobbying senza chiarire la propria posizione, che risulta ben nota.

 

Secondo le informazioni fornite da chi ha potuto visionare l’intero documento, i top spender sono nell’ordine: la RIAA 535.750 dollari; The Information Technology Industry Council 390.000 dollari; Google 312.500 dollari; CSC Holdings 295.000 dollari; Comcast 265.816 dollari.

 

Si tratta ovviamente di cifre approssimative. Quello che invece risulta chiaro è che c’è stato uno spostamento di denaro dalle aziende ai lobbisti, ai politici. I motivi restano un mistero e su questi si possono fare solo congetture.

Sicuramente le grosse aziende hanno più poteri per ottenere leggi favorevoli che qualsiasi esercito di nerd.

 

Per maggiori approfondimenti:

Documento della Federal Election Commission