Frequenze Tv: un imprenditore pronto a sostenere Michele Santoro con 1 mln di euro. Operazione solo politica?

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Si tratta di Arnaldo Zeppieri (ExtraTv). Intanto Europa 7 fa sapere di essere favorevole alla revisione del beauty contest, ma solo per Rai e Mediaset.

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Michele Santoro

Arnaldo Zeppieri, patron di ExtraTv (Tv locale del Lazio) e di uno dei più grandi gruppi di costruzioni della regione, già presidente di Confindustria Frosinone, ha rilanciato sulla questione del possibile annullamento del beauty contest.

“Michele Santoro ha detto che metterà un milione per partecipare al bando per l’assegnazione delle frequenze nazionali libere. Se vorrà, è pronto anche un milione da parte del nostro gruppo. Noi rilanciamo e andiamo anche a un milione e 10mila euro o quello che servirà, nei limiti delle nostre possibilità: e lo dico anche per chi avrebbe voluto che queste frequenze finissero nelle mani dei soliti gruppi e per giunta gratis“.

 

La famiglia Zeppieri, da anni nel mondo dei media, ha lanciato nel Lazio il progetto ExtraTv, quasi tre anni e mezzo fa. “Seguiamo le iniziative di Santoro da Raiperunanotte – ha concluso – con quella scossa è nata una nuova televisione. Da quel momento abbiamo capito che anche le tv territoriali possono entrare in progetti importanti, multipiattaforma, al servizio del pubblico”.

 

Oggi il Corriere della Sera pubblica un pezzo che fa la cronistoria dell’etere in Italia.

“Lo stop al beauty contest – scrive il quotidiano – e l’avvio di un’asta per le frequenze digitali, decisi dal governo Monti, sono l’ultimo capitolo di una lunga storia cominciata negli anni 80. Anni che vedono nascere la concorrenza alla Rai e il big bang delle reti Mediaset e delle emittenti locali. Un fatto di per sé positivo (…) avviene con modalità sregolate e, nel tempo, a scapito della qualità e della dignità stessa del servizio pubblico. Un caso unico in Europa, che fa parlare di occupazione dell’ etere e di Far West televisivo”.

 

Solo nel 2006 viene, infatti, avviato il catasto delle frequenze.

 

Il Corriere della Sera ricorda poi la Legge Gasparri del 2004, dopo la quale la Ue ha deciso di aprire una procedura di infrazione contro il governo Berlusconi, accusandolo di voler traghettare il sistema televisivo dall’analogico al digitale mantenendo le posizioni dominanti attraverso un meccanismo di conversione che favorisce il duopolio e penalizza Telecom Italia Media.

Dopo la caduta del governo Prodi, con il nuovo esecutivo di centrodestra prende forma l’idea del beauty contest, sistema approvato dall’Agcom che, secondo i critici, riserva a Rai e Mediaset la parte migliore dello spettro.

 

Con l’arrivo del governo Monti, il nuovo Ministro Corrado Passera decide che “la crisi economica rende ‘intollerabile’ il regalo delle frequenze mentre si chiedono sacrifici a tutti. Il termine di confronto logico è l’asta competitiva per le frequenze destinate alla telefonia mobile, che ha portato nelle casse dello Stato più di quattro miliardi“.

“Con la bocciatura del ‘concorso di bellezza’ – conclude il Corriere della Sera – potrebbe aprirsi una pagina nuova. Il governo appare seriamente intenzionato a trovare soluzioni per valorizzare una risorsa pubblica, preziosa e scarsa com’è l’etere. C’è da augurarsi che l’asta, se si farà, apra a nuova concorrenza”.

 

Secondo uno degli operatori selezionati per partecipare al beauty contest, Europa 7, la revisione della gara per le frequenze televisive va bene, “ma solo se si interviene chirurgicamente bloccando l’assegnazione gratuita a Rai e Mediaset che hanno già troppe reti“.

Francesco Di Stefano, patron di Europa 7,  che spiega che la sua società “non interverrebbe qualora la gara dovesse essere fatta a pagamento“, ricorda anche le vicende della sua emittente che, dopo la sentenza della Corte di Giustizia, vede in questa gara una possibilità di crescere nel mercato. E poi, sottolinea Di Stefano, “non è così facile rivedere la gara“: bisogna infatti tenere in conto il ruolo dell’Europa e dell’Agcom.