Rai: Mario Monti e Corrado Passera lavorano a riforma?

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Secondo alcune indiscrezioni, il premier e il ministro avrebbero in mano il dossier sulla Tv pubblica e starebbero valutando la giusta strategia per rendere l’azienda più efficiente.

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Sede Rai - esterno

I dipendenti Rai hanno indetto per domani uno sciopero generale al fine di contrastare il Piano di tagli deliberato dal Cda. In una nota congiunta, le organizzazioni sindacali spiegano che “le azioni che questo Consiglio d’amministrazione sta mettendo in campo a tre mesi dalla sua decadenza sono l’ultimo colpo di coda di una gestione che ha fortemente indebolito il servizio pubblico radiotelevisivo. Un colpo di coda che rischia di essere “mortale” per la Rai in quanto con la cessione degli impianti di trasmissione, l’abbandono della “presenza” produttiva sul territorio, si consegnano pezzi pregiati dell’azienda a soggetti che di certo non hanno a cuore l’interesse pubblico e il tutto mascherandolo con una situazione economica difficile creata ad arte dagli attuali vertici aziendali”.

 

In occasione della sua partecipazione alla trasmissione ‘Porta a Porta’ del 6 dicembre, il premier Mario Monti aveva incontrato il presidente Rai Paolo Garimberti e il direttore generale Lorenza Lei, per parlare della Tv pubblica e aveva ricevuto dai vertici di viale Mazzini un dossier che approfondiva le principali problematiche riguardanti l’azienda televisiva.

Secondo Repubblica, il nuovo esecutivo metterà sicuramente mano alle leggi che riguardano l’organizzazione della Rai. Stando a quanto si apprende, per Monti la legge Gasparri sarebbe completamente da rivedere.

Secondo il quotidiano, il Professore si è già fatto un’idea che presto potrebbe diventare un’iniziativa del governo per cambiare il modello di governo della televisione pubblica.

 

Per Monti, scrive Repubblica, la Rai ha due problemi fondamentali: i conti in rosso e la struttura gestionale. Su queste certezze, studia un intervento. Quello che conta in un’azienda è l’efficienza. Non si capisce come faccia la Rai, è l’analisi di Palazzo Chigi, a essere efficiente con un Cda di nove persone e un direttore generale che ha poteri limitati. Bisognerebbe ridurre il consiglio a tre membri e nominare un amministratore delegato che abbia deleghe veramente operative.

Tradotto significa un capo azienda che possa nominare direttori di tg e di rete senza passare dalla voracità della politica. Scelto dall’opposizione, ma destinato a stare in minoranza. Monti coltiva l’ipotesi di consiglieri nominati uno a testa dai presidenti del Consiglio, di Camera e Senato. Il decreto di riforma della governance è allo stadio iniziale. Ci lavora Monti, come premier e azionista della Rai nel suo ruolo di ministro del Tesoro. Ci lavora anche il Ministro Corrado Passera, che ha la delega delle Comunicazioni. Potrebbero muoversi già nelle prossime settimane.

Interpellato sulle indiscrezioni pubblicate da Repubblica, il consigliere di amministrazione Nino Rizzo Nervo s’è detto favorevole a una riforma della governance della Rai per “semplificare i processi decisionali” e “ottenere efficienza ed economicità di gestione“.

“I prossimi tre anni – ha sottolineato Rizzo Nervo – saranno molto impegnativi per il futuro della Rai: sono infatti necessarie azioni per mettere in sicurezza i conti e rilanciare il ruolo del servizio pubblico. Questo cda scade il 28 marzo e non credo che possa essere utile una sua proroga: l’azienda ha bisogno di un vertice stabile, con orizzonti di durata certi e con una missione chiara e definita. Non dimentichiamo che nel 2016 scade anche la concessione“. “Non ho dubbi che la governance definita dalla legge Gasparri debba essere cambiata – ha concluso Rizzo Nervo – con l’obiettivo di semplificare i processi decisionali per ottenere efficienza ed economicità di gestione”.