Apple Tv domina il mercato dei media center. Strategy Analytics avverte: un ‘hobby’ molto pericoloso per gli altri player

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Secondo le stime della società di ricerche, Apple domina questo mercato con una quota del 32% grazie a 4 milioni di Apple Tv vendute.

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Connected Tv players” è l’ultimo Report di Strategy Analytics che offre un’approfondita analisi su i media center, come la Apple Tv e i decoder di Roku.

Stando allo Studio, Apple prevede di raggiungere la soglia dei 4 milioni di Apple Tv venduti per la fine dell’anno, guidando un mercato in rapida crescita con una quota del 32%.

“Apple è leader di questo nascente mercato, nonostante abbia sempre definito il suo impegno in questo comparto come un ‘hobby’“, ha commentato Jia Wu, senior analyst di Connected Home Devices.

Aggiungendo che, in prossimità del prossimo lancio della tanto vociferata smart Tv di Apple, atteso per il 2012, le piattaforme concorrenti dovranno accelerare sui loro piani di crescita, se vorranno evitare che la società di Cupertino possa spadroneggiare nel settore della Tv connessa come ha già fatto in quello degli smartphone e della musica digitale.

 

Il Report evidenzia anche che gli utenti della Apple Tv sono quelli che spendono di più per programmi televisivi e film (30%) rispetto a quelli che usano altri set-top player (20%).

Più in generale, secondo le stime di Strategy Analytics, quest’anno il mercato dei player per connected Tv è raddoppiato, arrivando a quasi 12 milioni di unità vendute, grazie soprattutto al forte ribasso dei prezzi.

La Apple Tv è arrivata sul mercato nel settembre del 2010 a soli 99 dollari, molto più economica quindi rispetto all’originale hard-drive che costava 229 dollari.

 

Apple ha sempre considerato la Apple Tv come un ‘hobby’, ma le voci sul prossimo lancio della sua connected Tv continuano a circolare e gli analisti sono convinti che dovrebbe arrivare sugli scaffali dei suoi store nel 2012 (Leggi Articolo Key4biz).

Questa smart Tv presumibilmente integrerà molte delle funzioni della Apple Tv, come l’accesso a iTunes, lo streaming dai dispostivi iOS direttamente dal televisore e probabilmente il rivoluzionario servizio di comando vocale Siri.

 

Intanto il Wall Street Journal riporta la notizia che Apple, per rivitalizzare il servizio iAd mai decollato veramente, ha deciso di apportare delle modifiche per attirare più sviluppatori e soprattutto più agenzie pubblicitarie.

 

Prima di tutto, Apple ridurrà presto il prezzo minimo per investire su iAd, che passa da 500 mila dollari a 400 mila dollari (all’inizio l’entry level era pari ad un milione di dollari). Apple aumenterebbe anche i proventi per gli sviluppatori che utilizzano tale piattaforma: 10 dollari per ogni 1000 visualizzazioni (CPM) e 2 dollari ogni volta che l’annuncio viene cliccato e visto dall’utente.

Apple cerca così di rinvigorire iAD, un servizio pubblicitario dalle enormi potenzialità, che se fosse sfruttato a dovere potrebbe portare dei benefici anche per gli utenti (più app gratuite). Sembra, inoltre, che tali modifiche abbiano già catturato le attenzioni di alcuni investitori quali Pepsi, Clorox e JC Penny.