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Facebook o Tv: ecco come passano il loro tempo i teenager italiani

Italia


La Tv continua ad avere il primato di media più utilizzato dagli adolescenti italiani: solo il 4,1% non la guarda mai. E’ quanto emerge dall’Indagine Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Telefono Azzurro ed Eurispes che fornisce una fotografia degli atteggiamenti, delle idee e dei comportamenti dei bambini e degli adolescenti presentata oggi a Roma.

Quattro ragazzi su dieci (42%) sono davanti allo schermo almeno da 1 a 2 ore al giorno e complessivamente il 24,5% ne fa una forte fruizione che va da 2 a 4 ore (18,3%) ad oltre 4 ore (6,2%). A contendere il primato della Tv è il computer, che non viene mai usato solamente dal 4,8% dei ragazzi. In questo caso però il numero dei fruitori “forti” aumenta: il 23,6% usa il pc da 2 a 4 ore e circa il 12% per più di 4 ore. Elevato è anche l’utilizzo di Internet: solo il 7% dei ragazzi non naviga mai, il 37,7% lo fa da 2 a 4 ore (24,4%) e oltre 4 ore al giorno (13,3%). Preoccupante è anche il dato riferito al tempo passato al cellulare, utilizzato da molti quasi fosse un prolungamento: 4 adolescenti su 10 (41,4%) lo utilizzano da 2 a 4 ore (14%) e oltre (27,4%) nel corso di una giornata.

 

I ragazzi si informano soprattutto con la Tv. Dall’indagine emerge come quasi la metà degli adolescenti (47,9%) tragga le proprie informazioni prevalentemente dalla televisione, mentre il 17,6% si tiene aggiornato grazie ad Internet. Il colloquio con i genitori (12,3%) costituisce un’altra fonte di informazione, insieme a quello con gli amici (12,5%). Agli ultimi posti della graduatoria si collocano i quotidiani (3,6%), gli insegnanti (2%) e la radio (1,1%).

 

IPad e tablet non sembrano ancora aver conquistato i giovani, probabilmente anche per il costo elevato dei dispositivi: l’80,3% dichiara di non utilizzarlo mai. Va comunque rilevato che il 19,6% ne ha uno a disposizione (il 9,6% lo utilizza fino a 1 ora; il 4% da 1 a 2 ore; l’1,9% da 2 a 4 ore; il 2,6% oltre le 4 ore).

La radio sembra ormai aver perso il suo appeal presso i giovani: ben il 62,1% di essi dichiara di non ascoltarla mai, mentre il 25,3% afferma di ascoltarla fino ad un’ora al giorno. Stesso trend per i DVD (non li guarda mai il 43,3% dei ragazzi), soppiantati dall’ampia scelta offerta dai canali satellitari, dal web e dalla pay-per-view. Resistono invece i lettori Mp3 per i quali si riscontra comunque un uso moderato (39,1% fino ad un’ora; 19,3% da 1 a 2 ore; 8,2% da 2 a 4 ore; 6,4% oltre 4 ore). Rimane infine “incollato” davanti ai videogiochi il 25,4% degli adolescenti per un’ora al giorno, il 15,1% da 1 a 2 ore, il 12,8% fino a 4 ore e oltre.

 

Che cosa cambia, crescendo, nella fruizione dei media. Al crescere dell’età, i ragazzi trascorrono meno tempo di fronte alla Tv: il 42,9% dei 12-15enni da 1 a 2 ore al giorno, contro il 39,7% dei ragazzi di 16-18 anni; il 7,2% dei ragazzi di 12-15 anni guarda la televisione più 4 ore al giorno, contro il 3,6% dei ragazzi di 16-18 anni. Di contro, l’utilizzo del cellulare, computer e Internet cresce insieme all’età: gran parte dei ragazzi di 12-15 anni (34,1%) utilizza il telefonino fino ad un’ora al giorno, mentre una percentuale elevata (38,3%) dei ragazzi di 16-18 anni lo adopera più di 4 ore al giorno (contro il 21,9% dei 12-15enni).

 

Per quanto riguarda il computer, se i 12-15enni lo utilizzano prevalentemente fino a un’ora al giorno, i più grandi lo utilizzano per un tempo maggiore (ad es. più di 4 ore: 10,8% per i 12-15enni vs 13,3% per i 16-18enni). Anche l’utilizzo di Internet segue lo stesso andamento. È significativo inoltre notare come il 9,1% dei 12-15enni dichiari di non navigare mai online, contro il 3,2% dei ragazzi più grandi.

 

Nonostante l’amore per le tecnologie il 75% dei giovani ama parlare delle cose importanti di persona. Contrariamente a quanto si potrebbe presupporre, il 75,1% dei ragazzi per parlare di qualcosa che ritiene importante privilegia il “faccia a faccia”; segue un 8,4% che preferisce usare Facebook o altri Social Network, un 8,2% che usa il telefono mentre pochissimi si affidano alla chat (1,7%) o agli sms (1,3%). Per le femmine l’incontro faccia a faccia è ancora più ricercato che per i maschi: il 77,4% delle ragazze preferisce incontrarsi di persona per discutere qualcosa d’importante, contro il 71,2% dei ragazzi. Inoltre, solo il 5,3% delle ragazze ritiene opportuno, in questi casi, utilizzare un Social Network, contro il 13,1% dei ragazzi. In tutte le fasce d’età, l’incontro di persona resta la modalità con la quale si sceglie di parlare delle questioni importanti, anche se la preferenza tende a crescere con l’età: dal 71,9% dei 12-15enni all’81,7% dei 16-18enni.

 

Una volta approdati in Rete…  Da quando ha la possibilità di accedere in Internet, il 52,6% dei ragazzi dichiara di guardare meno la televisione, il 35,2% di parlare meno al telefono ed il 36,4% di andare meno al cinema. In particolare destano preoccupazione alcuni dati: ben il 46,1% dei ragazzi legge di meno da quando utilizza Internet, il 21% sta meno all’aria aperta, il 14,3% parla meno con i genitori e il 9,8% vede meno i suoi amici. In particolare, da quando utilizzano Internet, le femmine guardano meno la Tv rispetto ai maschi (54,5% vs 49,1%) e stanno meno all’aria aperta (21,7% vs 19,9%), mentre i maschi leggono di meno (49,4% vs 44%), parlano meno al telefono (41,9% vs 31,5%), vedono meno gli amici di persona (11,7% vs 8,3%), vanno meno al cinema (39% vs 34,8%).

 

Dati allarmanti sul rischio cyber-dipendenza tra i giovani italiani. Uno dei rischi del sempre più diffuso utilizzo della Rete è l’Internet Addiction Disorder (IAD), che sta ad indicare la dipendenza psicologica dal web, che si manifesta con caratteristiche specifiche, come il bisogno di rimanere connessi alla Rete il maggior tempo possibile e la presenza di sintomi di astinenza (irascibilità, depressione, ansia, angoscia, insonnia).

 

Indagando la possibilità che nei ragazzi si sviluppi tale tipo di cyber-dipendenza, è emerso che il 42,5% controlla continuamente la posta elettronica o Facebook sperando che qualcuno gli abbia inviato un messaggio. Allarmanti sono i seguenti dati: la metà dei ragazzi intervistati (49,9%) dichiara di perdere la cognizione del tempo quando è online, dimenticandosi di fare altre cose. Questo dato indica che l’attenzione dei ragazzi può essere completamente assorbita dall’utilizzo di Internet, uno strumento altamente interattivo e, quindi, estremamente coinvolgente.

 

Ben il 34,3% dei ragazzi usa Internet per non pensare e per sentirsi meglio; tra coloro che ne fruiscono con questa finalità, potrebbero esservi ragazzi per cui Internet non è semplicemente uno strumento per socializzare, informarsi, distrarsi o giocare, ma piuttosto un “luogo virtuale” in cui ci si sente più a proprio agio che nella “vita reale”, o che consente di “sfuggire” dai problemi e dalle difficoltà del quotidiano. Quasi 1 ragazzo su 5 (19,5%) si sente irrequieto, nervoso e triste quando non può accedere alla Rete, e il 17,2%, ha cercato di ridurre l’uso di Internet senza riuscirci.

 

Le femmine più dei maschi cercano di ridurre l’utilizzo di Internet senza riuscirci (20,5% vs 11,7%), non si accorgono del tempo che passa e si dimenticano di fare altre cose (52,4% vs 45,2%), utilizzano Internet per non pensare e sentirsi meglio (35,7% vs 31,6%). Al contrario, i maschi in misura percentualmente superiore alle femmine sembrano confondere realtà e fantasia (9,7% vs 5,6%).

 

Emerge inoltre che i 12-15enni controllano continuamente la posta o Facebook in misura maggiore rispetto ai 16-18enni (45,3% vs 36,8%), si sentono irrequieti, nervosi o tristi quando non possono usare Internet, in misura maggiore rispetto ai più grandi (21,7% vs 15,3%), e confondono più frequentemente realtà e fantasia (8,2% vs 5%). I ragazzi più grandi incontrano più difficoltà rispetto ai più piccoli nell’accorgersi del tempo che passa (54,5% vs 47,1%).

 

I giovani poco cauti online: solo il 46,7% si connette sui Social Network con persone realmente conosciute. Un altro rischio legato al Web è la possibilità di essere contattati online da persone malintenzionate, che cercano gradualmente di ottenere la fiducia del ragazzo per poi chiedergli l’invio di immagini a sfondo sessuale o un incontro. L’8,5% dei ragazzi dichiara di accettare la richiesta di amicizia in un Social Network anche da parte di persone sconosciute; il 6,4% accetta solo dopo aver effettuato ricerche su Internet.

D’altra parte, non va trascurato il 9,1% di 12-15enni che accetta sempre l’amicizia sui Social Network, anche se si tratta di persone sconosciute (contro il 7,1% dei 16-18enni).

 

Facebook il Social più amato: quasi tutti hanno un profilo. Ben l’85,6% dei ragazzi dai 12 ai 18 anni utilizza Facebook. Considerando anche che appena il 2,7% dichiara di essersi stancato e di non usarlo più, si può concludere che i Social Network non solo attraggono, ma anche mantengono a lungo l’attenzione dei ragazzi. Non a caso Facebook è tra le parole più cercate e cliccate del Web.

 

Sono soprattutto le ragazze a non rinunciare ad avere un profilo: il 87,5% contro l’82,1% dei maschi, e sono questi ultimi inoltre a indicare più spesso di aver smesso di utilizzarlo perché noioso (3,5% vs 2,2%).

Tra i 16 e18 anni Facebook viene utilizzato nel 90,9% dei casi, una percentuale che scende di circa 8 punti tra i più piccoli dai 12 ai 15 anni (82,6%). Ha un profilo su Facebook ben il 93,3% dei ragazzi residenti nel Nord-Est, segue il Centro (90,5%) e nelle altre macroaree geografiche le percentuali non scendono mai sotto l’80%, con l’eccezione del Sud (74,3%).

Quasi 7 ragazzi su 10 sono su Facebook tutti i giorni. Il 68,8% dei ragazzi è online su Facebook tutti i giorni: il 32,2% per 1-2 ore al giorno, il 14,4% da 2 a 5 ore e il 3,9% più di 5 ore. Le ragazze utilizzano Facebook più intensamente dei maschi, che non lo usano tutti i giorni nel 23,2% dei casi, contro il 21,2% delle femmine. Anche la fruizione giornaliera di Facebook da 1 a 5 ore vede una prevalenza femminile.

I ragazzi più grandi tendono a trascorrere da 1 a 5 ore su Facebook in percentuali maggiori rispetto ai più piccoli (rispettivamente: 35,5% da 1 a 2 ore dei 16-18enni vs il 30,3% dei 12-15enni e 15,1% da 2 a 5 ore dei 16-18enni vs il 13,9% dei 12-15enni). È invece maggiore la percentuale di 12-15enni che trascorrono più di 5 ore al giorno su Facebook (4,1%, contro il 3,5% dei più grandi).

 

Alla domanda: “Quanti amici hai su Facebook?” il 30,8% dichiara di averne più di 500, mentre il 33,5% tra 201 e i 500 e il 21,9% ha tra i 50 e i 200 contatti. Solo il 4,4% dei ragazzi ha risposto di averne meno di 50, mentre il 9,4% non ha voluto fornire alcuna risposta in proposito.

 

Facebook ridefinisce il concetto di “amicizia”. Una delle questioni proprie dei Social Network riguarda la definizione di “amicizia”. Un dato significativo che aiuta a comprendere la differenza tra l’amicizia virtuale e quella reale è rappresentato dal numero di amici con cui si comunica regolarmente su Fb. I dati confermano la discrepanza tra amicizia reale e quella virtuale: il 12,8% dei ragazzi dichiara di non comunicare o comunicare pochissimo con i propri amici su Fb e il 45,7% di comunicare con una minoranza degli amici. Quasi il 60%, quindi, dei ragazzi interpellati dichiara di comunicare regolarmente solo con un gruppo ristretto rispetto al numero di contatti presenti nella propria pagina su Fb. Il 24,6%, invece, comunica regolarmente con la maggioranza degli amici su Fb e il 7,3% con quasi tutti o tutti.

 

Nuove tecnologie: una conoscenza limitata e un gap Nord-Sud. Il cellulare, almeno nelle sue funzioni di base, è utilizzato “abbastanza” (43,6%) o “molto bene” (43,7%) dalla stragrande maggioranza dei genitori (87,3%) che invece non sembrano essere capaci di usare né una consolle per videogiochi (il 73,7% dei casi, dichiara di saperla usare “poco” o “per niente”), né uno smartphone (62,7% di risposte negative). La maggior parte utilizza il computer “molto bene” per il 20,4%, “abbastanza” per il 44,1%, tuttavia il 33,5% dei genitori afferma di saperlo utilizzare “poco” o “per niente”. Quanto ad Internet quasi la metà del campione (42%) dichiara di saperlo utilizzare “abbastanza”, laddove il 20,9% dichiara di saperlo utilizzare bene. Anche in questo caso, tuttavia, è significativo che il 34,9% ammetta di saperlo utilizzare “poco” o “per niente”.

 

Emerge inoltre una frattura netta tra regioni del Nord e del Sud Italia: all’uso del pc e di Internet è infatti decisamente più limitato nel Sud, dove il 46,9% dei genitori ha dichiarato di non saper utilizzare questi strumenti e nelle Isole (34,8%). Al polo opposto si colloca invece il Nord-Ovest, dove la maggioranza assoluta dei genitori (56,7%) dichiara di avere “molta” confidenza con queste tecnologie, seguita dalle regioni Nord-Est (41,6%) e del Centro (39%).

 

Nativi digitali” vs “Figli di Gutenberg“. Interrogati sui motivi per i quali utilizzano Internet, i genitori hanno fornito le seguenti risposte: per cercare informazioni (80,3%), per inviare o ricevere e-mail (64,6%), per leggere quotidiani online (51,8%), per guardare filmanti su You Tube (40,1%). Altre attività (spesso prioritarie per i figli) risultano essere poco diffuse tra i genitori: utilizzare i Social Network (35,7%) scaricare musica/film/giochi/video (26,6%) o fare acquisti online (24,6%); allo stesso modo, i genitori sono attratti in modo marginale da altre possibilità della Rete che invece i figli amano, come per esempio giocare con i videogiochi su Internet (14,6%), leggere o scrivere su un forum (14,3%), leggere o scrivere su un Blog (12,4%).

 

Il 47,6% dei genitori conosce Facebook, ma non è iscritto. Circa il 40% degli adulti lo conosce e ha una pagina Fb, ma il 12,9% di questi non lo utilizza pur essendovi iscritto. Nonostante la fama di questo Social l’1,8% dei genitori non sa che cosa sia.

 

Rimane preoccupante il dato di un genitore su cinque che afferma di conoscere poco o niente delle attività dei figli nel mondo virtuale (il 16,6% dei genitori è convinto di saperne poco ed il 5,4% ritiene di non saperne nulla). Si tratta di un dato che sale ancora in relazione al crescere dell’età dei figli: se il 3,8% dei genitori con figli di età compresa tra i 12 ed 15 anni dichiara di non sapere nulla di cosa facciano su Internet, è molto più alta la percentuale (9,3%) dei genitori di figli di età compresa tra 16 e 18 anni. Lo stesso trend si riscontra sia nella percentuale dei genitori che affermano di saperne poco (che cresce da 14,3% a 21,4%) sia nella percentuale dei genitori che affermano di saperne molto (che diminuisce dal 33% al 16%).

 

Internet e genitori: fiducia sconcertante e sottovalutazione dei rischi. Oltre a non sapere ciò che fanno i figli online, i genitori sembrano anche sottovalutare, almeno in parte, i rischi connessi ad un utilizzo poco tutelante della Rete. Poco meno della metà (46,4%) dei genitori ritiene che sia pressoché impossibile che i loro figli entrino in contatto su Internet con un adescatore/pedofilo; il 30,8% lo ritiene possibile, ma poco probabile, mentre il 14,2% dei genitori ritiene che sia un’eventualità abbastanza probabile.

 

Inoltre, l’88,9% esclude che i propri figli possano spogliarsi per inviare online proprie immagini o video su Internet, l’85,4% che i propri figli effettuino acquisti su Internet usando la loro carta di credito, l’84% che i figli diffondano su Internet informazioni/video che possono far soffrire altri coetanei (cyberbullismo), il 71,5% che frequentino siti che inneggiano alla violenza.

 

L’insieme dei dati, che lasciano piuttosto sconcertati, rende evidente che la consapevolezza dei rischi connessi ad un utilizzo acritico della Rete è un obiettivo da raggiungere non solo con i ragazzi, ma soprattutto con gli adulti che stanno loro accanto.

 

Considerando i figli fruitori “passivi” della Rete, le percentuali di coloro che li ritengono “al sicuro” si abbassano, anche se il dato, nella sua interezza continua a destare non poche perplessità. Il 25,6% dei genitori ritiene che sia abbastanza probabile che i loro figli vedano immagine violente mentre usano Internet, il 17% che vedano immagini sessualmente esplicite, il 15,8% che trascorrano troppo tempo su Internet isolandosi e trascurando altri impegni, il 14,6% che scarichino illegalmente della musica o dei video.

 

Basta proibire? Nonostante la poca conoscenza di ciò che i figli fanno online, gran parte dei genitori cerca di indicare loro quali siano i comportamenti pericolosi o potenzialmente tali, coerentemente con quelle che risultano essere le principali ansie dei genitori: il 79% proibisce ai figli di parlare online con persone sconosciute, il 78,8% di navigare troppo a lungo, il 77,8% di incontrare dal vivo persone conosciute online, il 76,9% di rivelare dati personali su Internet, il 67,7% di effettuare acquisti online, il 62,6% di accedere ad alcuni siti web ed il 51,3% di mettere online le proprie foto o filmini. Infine, il 24,5% proibisce ai propri figli di iscriversi ad un Social Network.

 

Il 38,9% dei genitori ritiene che il miglior modo per proteggere i propri figli dalle insidie di Internet sia quello di parlare loro dei rischi e di aiutarli a difendersi da soli, mentre il 18,1% ritiene che regolamentare l’utilizzo di Internet possa ottenere l’effetto tutelante desiderato. Rimane ancora troppo elevato il dato del 14,4% di genitori convinti che i propri figli siano utenti più esperti di Internet e che se la sappiano cavare, mentre solo un genitore su 10 pensa che sia meglio accompagnare i figli nella navigazione in Rete. Il 3,1% dei genitori vede nel proibire l’accesso a Internet il modo migliore per proteggere i figli, mentre il 2,9% si affida a programmi/sistemi di parental control.

 

Educare ai nuovi media. Circa il 34% dei genitori ritiene rilevante l’impegno della scuola nell’educazione alle nuove tecnologie (20%) e una maggior conoscenza di Internet degli stessi genitori (13,9%). Nonostante la consapevole necessità di implementare nuove azioni di corresponsabilità educativa, la risposta maggiormente significativa per i genitori, è quella che indica l’aumento delle sanzioni a coloro che producono siti/servizi/contenuti online non adeguati ai ragazzi (36,5%). Per altri è necessario avviare campagne di informazione sui pericoli connessi all’uso della Rete (17,6%) o implementare nuovi software di monitoraggio sull’utilizzo della Rete (7,9%).

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