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Social network: si chiama SalamWorld e sarà il Facebook dei musulmani

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Anche i musulmani vogliono il loro Facebook. Un gruppo di finanzieri ha annunciato ieri a Istanbul che per l’inizio del nuovo anno verrà lanciato un social network, su modello della più popolare rete sociale del mondo creata da Mark Zuckerberg, che si rivolgerà però solo al pubblico musulmano.

Si chiamerà SalamWorld.com e avrà come obiettivo principale “unire i giovani (musulmani) nella condivisione dei valori sani dell’Islam”, come ha dichiarato Akhmed Azimov, vicepresidente della società che porta il suo nome e che ha creato il sito.

La sede principale sarà ad Istanbul, ma presto verranno aperti degli uffici anche al Cairo, Mosca, Londra, Dubai, La Mecca, Medina. Astana, New-York, Parigi e Kuala Lumpur.

 

I primi test partiranno nei primi mesi del 2012 e la società spera di riuscire ad arrivare a 100 milioni di iscritti in tre anni, ha detto Azimov, presentando il social network a una platea di 150 giornalisti convocati nei sontuosi uffici della compagnia.

Il sito in realtà esiste già, ma per il momento è possibile solo lasciare la propria mail, in modo da ricevere una notifica non appena il servizio sarà attivato.

 

“Il cuore del progetto è di creare una rete senza contenuti proibiti dalla religione (…) per riuscire in questo avremo una grossa squadra di moderatori” che ovviamente filtreranno il materiale postato dagli utenti.

Anche questi ultimi avranno un ruolo importante per fare da filtro ed evitare che il social network possa trasformarsi in una piazza libera per gli integralisti.  

 

Oltre ai contenuti distribuiti dagli iscritti, SalamWorld proporrà diversi servizi, come guide alle città dove è possibile trovare delle moschee o negozi con cibo halal, ossia che segue le regole della religione islamica. Ma anche corsi di istruzione online o consulenze riguardanti le questioni religiose o familiari.

Ma i progetti non si fermano qui. Azimov, uomo d’affari russo originario del Dagestan, ha detto che la società sta investendo ingenti risorse per reperire materiale utile ad allestire un’enciclopedia online, una sorta di Wikipedia dell’Islam.

 

Resta però un mistero il costo totale dell’investimento. Alcuni parlano di 50 milioni di dollari, altri di 16 milioni.

“Il denaro non è un problema per noi“, ha detto seccamente Azimov, lasciando solo a intendere che dietro il progetto ci sarebbero diversi finanziatori russi e turchi.

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