Beauty contest, il Pd chiede al governo Monti di cambiare le regole: ‘Non si può regalare agli incumbent un bene stimato in 16 mld di euro’

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Corrado Calabrò: ‘Troppo tardi per tornare indietro. E poi l’Italia rischierebbe un’altra infrazione da parte dell’Ue’.

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Mario Monti

Ad alcuni giorni dalla decisione, “incondizionata e con effetto immediato“, di Sky Italia di uscire dal beauty contest, si torna a parlare di questo sistema gratuito di assegnazione delle frequenze televisive digitali terrestri.

Lo ha fatto il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, che ha chiesto al Governo Monti di rinunciare a questa procedura per preferire un’asta pubblica come si è fatto con le frequenze per la banda larga mobile.

“In un momento – scrive Meta – in cui si chiedono salti mortali ai cittadini, con misure che incidono sulla proprietà immobiliare e sulle pensioni, sarebbe opportuno ripensare l’assegnazione delle frequenze digitali televisive evitando di regalarle agli attuali soggetti che sono stati protagonisti in questi anni del duopolio televisivo”.

Nel dettaglio, ha spiegato Meta “considerando anche l’uscita di scena di Sky, riteniamo che si debba rinunciare all’affidamento col beauty contest, ovvero senza asta pubblica a differenza delle frequenze tlc che hanno portato più di 4 miliardi di euro nelle casse dello Stato”.

 

“I mesi che abbiamo di fronte – ha continuato il deputato del Pd – richiederanno sforzi importanti a milioni di italiani. Ci aspettiamo, quindi, che il Governo metta in campo misure di sviluppo ed equità anche nella valorizzazione di un patrimonio pubblico come le frequenze radiotelevisive”.

Parliamo di un valore di mercato che secondo alcune stime equivale a circa 16 miliardi di euro.

 

Una posizione fortemente condivisa da Paolo Gentiloni, responsabile Forum Ict del Pd, che ha sottolineato: “Dopo l’uscita di Sky, proseguire con l’assegnazione gratuita delle frequenze televisive non ha più senso”.

 

Perché? Intanto, ha spiegato Gentiloni, perché “non aiuta l’apertura del mercato televisivo e finisce per premiare solo i due incumbent. Non è coerente con il clima di rigore sulla finanza pubblica visto che regala a Mediaset e Rai un bene comune che vale miliardi”.

Sulla questione è tornato ieri anche il presidente dell’Agcom, Corrado, Calabrò, che ha spiegato: “Oggi che con la crisi si raschia il barile, viene più di un dubbio pensando che stiamo dando gratuitamente le frequenze, anche se questo avviene in tutta Europa. Comunque, è troppo tardi per tornare indietro anche perché il bando è ben avviato e poi l’Italia rischierebbe un’altra infrazione da parte dell’Ue”.

 

Ma per Sky Italia, “la lunghezza dei tempi, ad oggi ancora indeterminati, che hanno caratterizzato lo svolgimento di questa gara e che impatteranno inevitabilmente sull’assegnazione delle frequenze, sono diventati del tutto incompatibili con l’esigenza di pianificare con certezza gli investimenti che sarebbero necessari nel caso di un’ipotetica assegnazione”.

Il gruppo aggiunge ancora che tale indeterminatezza dei tempi si è inoltre accompagnata a un bando che contiene elementi discutibili, legati all’adozione di un disciplinare di garacon regole che oggettivamente favoriscono operatori già attivi sul mercato (Rai e Mediaset)”.

Di conseguenza, per la pay-Tv di Rupert Murdoch, questo beauty contest, nelle modalità impostate dal precedente Governo, non solo non interpreta più le reali esigenze di sviluppo e di apertura alla concorrenza di questo mercato, ma rischia concretamente di essere un elemento negativo per lo stesso.