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Digitale terrestre: la Francia conclude lo switch-off. Adesso è all digital

Francia


Il governo francese vuole fare entrare la Tv digitale terrestre “in una nuova era”. Lo annuncia il Ministro dell’economia digitale, Eric Besson, che a Montpellier dove ha assistito allo spegnimento dell’analogico nell’ultima regione francese, la Languedoc-Roussillon.

Besson ha detto che entro il 2020, tutti i canali DTT dovranno passare sull’alta definizione e dovranno essere ricevuti in mobilità. Aggiungendo anche che dovranno essere disponibili e accessibili servizi in 3D e interattivi.

La migrazione alla DTT è cominciata il 4 febbraio del 2009 a Coulommiers (Seine-et-Marne) e si è poi estesa alle altre regioni.

Nella notte tra lunedì e martedì, dopo 62 anni di onesto servizio, l’analogico è andato in pensione. Oggi la Francia è interamente all digital, con un tasso di copertura del 98,2%, le aree restanti verranno coperte dal satellite. Il costo finanziario dell’operazione ammonta a 150 milioni di euro.

Besson ha parlato di ‘avvenimento storico’ che apre la via al 4G e alla banda ultralarga, con standard Mpeg4 fino al 2015 e con DVBT2 entro il 2020.

 

Ma un’altra sfida attende già la Francia. Si tratta della connected Tv. Nei prossimi giorni verrà consegnato il Rapporto sulla Tv connessa stilato da: Marc Tessier, CEO di Video Futur; Philippe Levrier, ex membro del CSA; Martin Rogard, direttore generale per la Francia di Daily Motion; Takis Candilis, CEO di Lagardère Entertainment; Jérémie Manigne, direttore generale per l’Innovazione servizi e contenuti di SFR.

“Bisogna prendere misure molto forti“, per consentire agli operatori francesi (broadcaster, ISP…) di poter competere con Google, Apple o Netflix e rimanere forti nonostante lo tsunami della Tv connessa.

Secondo alcune informazioni trapelate alla stampa, il gruppo di esperti consiglia al governo francese di prendere provvedimenti decisivi per dare ai player francesi i mezzi per rafforzarsi.

Per loro, alcune regole oggi non hanno più senso e bisognerebbe abolirle. A cominciare da quella che vieta in alcuni giorni di trasmettere film in Tv. Nel Rapporto gli esperti, senza però fare proposte concrete, si interrogano sull’opportunità o meno di allineare le leggi francesi al diritto Ue.

 

Gli esperti poi denunciano il rischio di un’eccessiva concentrazione di potere in mano a poche aziende sul mercato televisivo. Il Rapporto indica poi che, con l’esplosione della Tv connessa, si allargherà l’offerta di film ed è quindi necessario provvedere con una certa urgenza a ridurre il lasso di tempo per la messa a disposizione dei video on-demand su abbonamento (36 mesi).

 

Per quanto riguarda il sostegno alla creazione, il Documento propone di allargare il Cosip (Compte de soutien à l’industrie de programmes) anche alle web company (Google, Apple, Daily Motion). L’idea sarebbe che gli operatori tlc restituiscano il prodotto di un contributo percepito sugli scambi generati dai servizi online.

Le telcos, che contribuiscono al finanziamento della creazione, dovrebbero anche essere integrate alla governance del Centre national du cinéma et de l’image animée.

Il Rapporto propone infine una fusione tra l’Acerp e il Consiglio superiore dell’audiovisivo. Diversamente il gruppo di esperti si dice favorevole ad affidare l’insieme della regolamentazione economica all’Arcep.

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