Fibra ottica. Neelie Kroes: ‘Calibrare i prezzi di accesso alle reti in rame per non opprimere gli investimenti’

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La Ue sta esplorando un possibile aggiustamento graduale dei prezzi delle reti in fibra e laddove gli operatori si impegnassero ad investire, potranno essere permessi prezzi all’ingrosso e al dettaglio più alti per i servizi NGN e in fibra.

Unione Europea


Neelie Kroes

Gli investimenti nelle NGA, non possono essere messi in attesa: “sono un imperativo economico” e per non opprimerli i prezzi di accesso alla rete in rame “devono essere adeguatamente calibrati”.

Lo ha sottolineato il Commissario Ue all’Agenda Digitale, Neelie Kroes intervenendo a Bruxelles alla Conferenza ECTA ‘Incentives to invest in the future: creating an open, competitive telecoms market’, affermando anche che  la Commissione “…sta esplorando un possibile aggiustamento graduale dei prezzi delle reti in fibra” e che se e laddove gli operatori si impegnassero ad investire, potranno “essere permessi prezzi all’ingrosso e al dettaglio più elevati per i servizi su reti di nuova generazione, ed anche per i prodotti offerti sulla rete in rame”.

Ricordando, quindi, che in alcune aree le reti in rame e quelle in fibra sono in competizione la Kroes ha sottolineato che “laddove i consumatori non vedono ancora le offerte di connessione in fibra, non saranno disposti a pagare un premium. In questo caso – ha aggiunto – i prezzi della fibra riflettono i prezzi della rete in rame ed abbassare i prezzi di accesso alla rete in rame ci manderebbe nella direzione sbagliata”. 

 

Vale a dire, ha confermato il Commissario, che “laddove vi è un serio e credibile impegno ad investire in reti di nuova generazione, non sarebbe appropriato ridurre i prezzi di accesso alla rete in rame”.

 

Partendo dal presupposto che un aumento del 10% nella penetrazione della banda larga può corrispondere a una crescita del PIL tra lo 0.9 e l’1.5 %, la Kroes ha quindi ricordato l’importanza per lo sviluppo del settore delle telecomunicazioni  di alcuni recenti misure comunitarie, come la decisione sulle frequenze liberate dallo switch-off per la banda larga ed il piano “Connecting Europe Facility“, che prevede una dotazione di almeno 7 miliardi di euro per lo sviluppo della banda larga nelle aree a fallimento di mercato (Leggi articolo Key4biz).

 

Le prospettive dell’ICT in termini di crescita economica e sociale sono troppo importanti per essere ignorate ed è essenziale che la Ue metta a disposizione dell’industria gli ingredienti giusti affinché le nuove tecnologie possano prendere piede. Perché le istituzioni europee possono svolgere un ruolo di facilitatore del cambiamento, ma sono le aziende private che devono effettuare i lavori di posa dei cavi o devono creare i giusti contenuti e servizi per invogliare le persone a connettersi in rete.

Bisogna quindi, ha aggiunto la Kroes, bilanciare la necessità di agire con la necessità di lasciare gli altri agire perché “siamo consapevoli che saranno gli investitori privati, non quelli pubblici a fornire la maggior parte dei fondi”.

 

Quello che le autorità europee possono fare, oltre a favorire l’infrastrutturazione delle aree a fallimento di mercato con fondi pubblici, è creare il giusto ambiente – aperto, competitivo e trasparente – affinché i player di mercato possano giustificare gli investimenti nelle reti di nuova generazione e l’Europa possa colmare il gap con competitor quali la Corea, la Cina, il Giappone e anche la Russia.

“Un ambiente in cui gli operatori abbiano gli incentivi, le certezze e la fiducia di cui hanno bisogno per investire nelle tecnologie di domani e per garantire ai mercati la profittabilità e la competitività sul lungo periodo”, ha concluso la Kroes, sottolineando ancora una volta che dalle decisioni prese dipende il futuro dell’economia europea.