Servizio universale: per la Ue non vi è necessità di includere telefonia mobile e banda larga negli obblighi nazionali

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Per la Ue inoltre non sarebbe opportuno, a questo stadio, fissare una singola velocità di connessione a banda larga secondo le regole del servizio universale, dati gli alti costi in capo all’industria e le diverse fasi di sviluppo delle reti.

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La Commissione europea ha annunciato oggi che non esiste attualmente alcuna necessità di cambiare il concetto di base, i principi e la portata delle norme europee sul servizio universale per includere i servizi di telefonia mobile e le connessioni a banda larga a livello Ue. La Commissione è giunta a questa conclusione sulla base di una consultazione pubblica e del riesame periodico della portata di questo servizio che viene condotto ogni tre anni.

 

La Commissione ha inoltre concluso che non sarebbe opportuno, a questo stadio, fissare a livello Ue una singola velocità di connessione a banda larga secondo le regole del servizio universale, date le fasi molto diverse di sviluppo delle reti di telecomunicazioni negli Stati membri, nonché i potenziali costi annessi.

In particolare, l’onere per l’industria e l’impatto sui prezzi al consumo sarebbe stato maggiore negli Stati membri con bassi livelli di reddito e di copertura a banda larga. Tuttavia, gli Stati membri conservano la possibilità di includere, in casi giustificati, le connessioni a banda larga negli obblighi di servizio universale nazionale (OSU). Questo di solito avviene quando l’adozione della banda larga è già sufficientemente alta. Fino ad oggi, solo Finlandia (leggi articolo Key4biz), Malta e Spagna garantiscono nel diritto nazionale una velocità minima di banda larga.

 

Gli obblighi di servizio universale vennero introdotti alla fine degli anni ’90 contestualmente alla liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni con l’obiettivo di prevenire l’esclusione sociale, garantendo a tutti gli europei, in particolare alle popolazioni di zone rurali o ultraperiferiche o alla fasce a basso reddito, un accesso a prezzi contenuti alle reti telefoniche pubbliche e a servizi quali l’accesso di base a internet, l’accesso agli elenchi degli abbonati e ai servizi di consultazione, ai telefoni pubblici a pagamento e a misure speciali se si tratta di persone disabili.

 

Dal momento che i consumatori beneficiano attualmente di un “accesso diffuso e a prezzi accessibili ai servizi di comunicazione mobile, non c’è rischio di esclusione sociale e nessuna necessità di includere tali servizi negli obblighi di servizio universale”, afferma la Commissione in una nota.

 

“Voglio garantire che le regole del servizio universale facciano la loro parte nel portare i benefici dell’economia digitale ai cittadini europei, evitando allo stesso tempo l’imposizione di un onere sproporzionato per il settore o un’indebita distorsione del mercato”, ha affermato il commissario europeo per l’Agenda digitale, Neelie Kroes.

 

Bruxelles, nella comunicazione odierna ha altresì indicato le aree in cui ulteriori orientamenti potrebbero essere necessari in futuro per aiutare gli Stati membri ad rendere operative nel modo più efficace le norme di servizio universale. Questi includono: i criteri usati dagli Stati membri per definire la velocità minima di accesso a internet da integrare nelle loro regolamentazioni nazionali sul servizio universale; i m,eccanismi di designazione dei fornitori del servizio universale; il calcolo del costo netto degli obblighi del servizio universale; i meccanismi di finanziamento, incluse le eventuali garanzie destinate a evitare costi eccessivi per gli operatori; misure per gli utenti finali disabili.