Spionaggio online: gli Usa aprono indagine sui vendor cinesi. ‘Protezione delle infrastrutture sensibili è massima priorità’

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L’indagine, che durerà 10 mesi, sarà portata avanti dalla House Permanent Select Committee on Intelligence (HPSCI) e riguarderà Huawei e altri vendor cinesi.

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Huawei

Continua la guerra ‘hi-tech’ tra Usa e Cina: il Governo americano ha infatti deciso di aprire un’inchiesta approfondita per identificare eventuali minacce alla sicurezza legate alla fornitura di infrastrutture critiche da parte di vendor cinesi. La decisione arriva dopo le polemiche innescate dall’esclusione di Huawei e ZTE da molti contratti pubblici. Decisioni maturate più per fattori di intelligence che per ragioni commerciali.

 

Huawei, fondata dall’ingegnere dell’esercito Ren Zhengfei, è il secondo produttore mondiale di infrastrutture per le tlc dopo la svedese Ericsson e sta da tempo tentando di affermarsi negli Usa, negando con forza qualsiasi legame col Governo di Pechino. Smentite che non hanno impedito a un gruppo di parlamentari americani di accusare la società di legami fin troppo stretti con “l’esercito cinese, i talebani e i guardiani della rivoluzione iraniani” e di bloccare, nel 2008, il tentativo di acquisizione di 3-Com. All’inizio di quest’anno, quindi, un altro pollice verso all’acquisizione di 3Leaf.

Sempre i timori del Governo americano per il legame tra il vendor e il governo cinese, hanno spinto l’operatore Sprint Nextel a escludere Huawei e la connazionale ZTE dall’appalto miliardario per la realizzazione della rete di quarta generazione LTE.

 

Huawei ha più volte chiesto al governo di motivare sostanzialmente l’esclusione della società dai contratti e ora, probabilmente, avrà le motivazioni che cercava.

L’indagine, che durerà 10 mesi, sarà portata avanti dalla House Permanent Select Committee on Intelligence (HPSCI) e riguarderà sia Huawei che altri vendor cinesi. In un comunicato, la HPSCI ha sottolineato che “la minaccia per la catena di fornitura costituisce un problema della più alta priorità per la sicurezza nazionale”.

 

Il presidente della Commissione, Mike Rogers, ha affermato che l’indagine punterà a verificare in che misura la presenza di vendor cinesi possa offrire al governo cinese la possibilità di condurre spionaggio online.

“Il fatto che le nostre infrastrutture sensibili possano essere usate contro di noi è fonte di grave preoccupazione”, ha affermato Rogers.

 

Huawei non ha ancora commentato ufficialmente queste affermazioni. Non ha tardato a farsi sentire, invece, il governo di Pechino, con il ministero delle comunicazioni che ha accusato l’amministrazione americana di utilizzare la scusa della sicurezza nazionale per restringere la concorrenza straniera, soprattutto da parte di presunti rivali politici. Il ministero del commercio ha inoltre invitato il governo americano a non ‘politicizzare questioni commerciali’.

 

Huawei controlla una quota del 20% del mercato mondiale delle infrastrutture tlc e la scorsa settimana, nell’ambito di una conferenza Morgan Stanley il dirigente James Lai ha sottolineato che si tratta di una quota soddisfacente per la società, che ha deciso di puntare non tanto sulla market share quanto sull’aumento dei margini, alla luce del mutamento delle priorità nell’intero settore.