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Beauty contest: sulla scrivania di Corrado Passera una serie di dossier spinosi. Cosa farà con le frequenze Tv?

Italia


Con l’arrivo del nuovo governo Monti e del nuovo Ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera, tutto il settore dell’audiovisivo si chiede che fine farà il beauty contest.

Un sistema ampiamente criticato, anche dal Financial Times, che in un momento di crisi economica per l’Italia prevede la cessione gratuita di sei frequenze nazionali digitali mentre quelle per banda larga mobile sono state assegnate con un’asta il cui ricavato è stato di quasi 4 miliardi di euro.

Lo scorso 10 ottobre, la Commissione incaricata dall’ex Ministro Paolo Romani ha cominciato a esaminare il possesso dei requisiti dei 10 operatori che hanno fatto domanda di partecipazione al beauty contest.

I ‘saggi’ hanno poi deciso di ammetterne solo 8: Canale Italia (lotti A2 e A3); TI Media (lotti B1, B2 e C1); Elettronica Industriale (lotti B1 e B2); Sky Italia (lotto A2); Prima Tv (lotti A2 e A3); Europa Way (lotto A1); 3lettronica Industriale (lotto A2); Rai (lotti B1 e B2). Esclusi invece Tivitalia e D-Box.

 

Ma adesso tutto s’è fermato. Alcuni sostengono che la situazione di stallo sia stata determinata dal cattivo andamento di Borsa di Mediaset e dalle difficoltà economiche della Rai, perché la conseguente sistemazione dei ripetitori, una volta ottenute le frequenze, costa e anche tanto. Si parla di una cifra che si aggira sui 35 milioni di euro.

 

Cosa farà adesso il nuovo governo?

 

Alcuni ipotizzano che potrebbe addirittura azzerare l’intero dossier e cancellare il beauty contest, contro il quale per altro hanno fatto ricorso al Tar Lazio Rai, Sky, TI Media e Tivù Italia.

Possibile quindi che l’esecutivo di Mario Monti decida di introdurre nuove regole per far cassa anche con le frequenze della televisione.

 

Aeranti-Corallo spera che tutta la problematica venga riconsiderata, per via del fatto che, alle Tv locali sono state espropriate nove frequenze destinate all’asta LTE senza prevedere i giusti risarcimenti.

L’Associazione chiede quindi che una parte delle frequenze destinate al beauty contest venga riservata all’emittenza locale e che l’altra parte venga, invece, assegnata alle tv nazionali, mediante una gara con una procedura competitiva.

Le Tv locali domandano inoltre che vengano rivisti gli indennizzi, attualmente considerati assolutamente insufficienti, alla luce del fatto che i 240 milioni attualmente previsti non consentiranno, in molti casi, nemmeno il recupero dei costi sostenuti dalle imprese per il passaggio al digitale.

 

Il neoministro Passera si troverà ad affrontare non solo la spinosa questione del beauty contest ma anche una serie di dossier relativi al Dipartimento delle comunicazioni del Mse.

Le questioni aperte sono numerose: le imprese radiofoniche e televisive locali vivono da anni una situazione di precarietà legata alla mancanza di certezze sul rifinanziamento delle misure di sostegno previste dalla legge 448/98 e auspicano da tempo una norma che stabilizzi il relativo fondo, che ha negli anni garantito una crescita dell’occupazione nel settore.

 

Aeranti-Corallo, con riferimento al passaggio al ai digitale terrestre, “auspica che vengano riviste le modalità e i tempi di realizzazione degli switch-off”.

In una nota l’Associazione spiega che occorre considerare che le tv locali necessitano di almeno 2-3 mesi dalla assegnazione dei diritti di uso e dalla attribuzione delle numerazioni per ricevere le forniture degli impianti per trasmettere in tecnica digitale e per mettere a punto gli stessi.

Tali tempi, nelle transizioni in corso nel corrente anno, non sono stati rispettati, causando disagi alle imprese e ai cittadini. Inoltre, occorre considerare che ai fini della transizione, il Ministero deve rispettare il termine (previsto dalla delibera Agcom n.366/10/CONS) di 15 giorni prima dello switch-off per l’attribuzione delle numerazioni LCN e il termine (previsto dalla delibera Agcom n.353/11/CONS) di 50 giorni prima dello switch-off per la definizione degli obblighi di must carrier a favore dei soggetti non utilmente collocati nelle graduatorie. Sinora tale termine è stato disatteso.

 

L’Associaizone auspica che il neoministro, prendendo atto della problematica, voglia riconsiderare tutta la questione e aprire una discussione nell’ambito del Comitato Nazionale Italia Digitale (Cnid), al fine di rimodulare il processo.

Ancora, vi è la questione dei bandi per le aree già digitalizzate in precedenza, di cui dovranno essere definiti tempi e modalità, considerando che in tali aree le imprese ivi operanti hanno già effettuato rilevanti investimenti per la transizione al digitale.

Infine, il nuovo Ministro si troverà ad affrontare anche la complessa problematica dell’avvio del digitale radiofonico.

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