Diritto d’autore: Neelie Kroes critica l’attuale sistema. Norme flessibili per garantire l’equo compenso

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La Kroes ha anche criticato l’atteggiamento di difesa degli operatori europei, spaventati dall’avanzata di servizi americani come Netflix o iTunes. ‘Bisogna reagire, non farsi paralizzare dalla paura’.

Unione Europea


Neelie Kroes

L’attuale sistema Ue di protezione del copyright non è più adatto a garantire agli artisti un equo compenso. Questo il parere del Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, illustrato durante il Forum ‘La cultura nell’era digitale’ che s’è tenuto ad Avignon.

La Kroes s’è chiesta: “L’attuale sistema di tutela del diritto d’autore il giusto e unico mezzo per raggiungere i nostri obiettivi? Temo proprio di no”.

“Dobbiamo continuare a combattere la pirateria“, ha detto ancora il Commissario Ue, aggiungendo però che l’applicabilità giuridica di queste disposizioni è diventata sempre più difficile.

“I milioni di dollari investiti per tentare di rafforzare il copyright non hanno frenato la pirateria, mentre i cittadini hanno cominciato a odiare tutto ciò che sta dietro la parola copyright”. Principalmente, ha spiegato la Kroes, molti vedono nell’attuale sistema un mezzo per punire e negare qualcosa e non lo strumenti per riconoscere e remunerare  gli aventi diritto.

 

Oggi “la metà degli artisti europei guadagna meno di mille euro al mese“, una cifra spesso “al di sotto di un salario minimo“, ha lamentato il Commissario Ue.

“Abbiamo bisogno di tornare alle origini e mettere l’artista al centro, non solo della legge sul copyright, ma di tutta la nostra politica culturale e di crescita”, ha detto ancora la Kroes, sottolineando che le nuove tecnologie “possono aiutare gli artisti a entrare in contatto con il loro pubblico, direttamente e a minor costo”.

L’industria ICT può fornire gli strumenti tecnologici che consentono di remunerare meglio gli artisti, identificando per esempio gli utenti che fruiscono di contenuti artistici in quel preciso momento.

E ancora, il Cloud computing, che offre nuovi servizi per acquistare, distribuire e consumare opere culturali – musica, libri, film , ci costringerà a chiederci come il sistema di concessione delle licenze possa funzionare in moto ottimale.

 

Ma non basta solo la tecnologia: anche una legislazione smart può aiutarci.

Il “copyright non è tutto. E’ importante ma non dovrebbe ossessionarci“, ha indicato la Kroes, “Abbiamo bisogno di trovare le regole giuste e il giusto modello per alimentare l’arte e gli artisti“. E’ necessario che il quadro giuridico diventi flessibile e che vengano individuati “nuovi modelli finanziari per sostenere l’arte“, ha ribadito la Kroes, spiegando che “non possiamo indicare un modello particolare ma adottare disposizioni che permettano a una moltitudine di nuovi modelli di fiorire“.

“Vedo gli operatori europei intimoriti davanti all’arrivo di Netflix o all’espansione di iTunes. Bisogna reagire, non essere paralizzati dalla paura”

La Kroes ha quindi citato il filoso polacco Zygmunt Bauman: “La funzione della cultura non è soddisfare i bisogni esistenti ma crearne di nuovi”.

 

Al momento la Commissione Ue sta in particolare lavorando a una proposta per l’introduzione di un sistema di licenze d’uso multi-territoriali, valido per più Paesi, che riguarda la musica online.

Al vaglio anche la creazione di un codice europeo per il copyright, che potrebbe in modo facoltativo sostituirsi ai sistemi nazionali.

 

Nel proprio intervento ad Avignon, la Kroes ha anche parlato dei problemi legati allo sviluppo del mercato eBook. Ha tra l’altro indicato che il Commissario per la fiscalità, Algirdas Semeta, sta preparando “una nuova strategia” per l’IVA da applicare ai libri digitali. Per il Commissario della Digital Agenda sarebbe giusto che fosse allineata a quella dei libri cartacei. Argomento attualmente molto dibattuto specie in Francia e sul quale nel corso dello stesso convegno anche il Presidente Nicolas Sarkozy ha fatto degli annunci.

Le attuali norme Ue considerano questo adeguamento illegale e la stessa Kroes ha detto di non riuscire a spiegarsi perché.