Pirateria, Sarkozy annuncia Hadopi 3 contro lo streaming illegale. Stefano Mannoni (Agcom): ‘Tutelare subito il copyright’

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Ad Avignon, Mannoni ha dichiarato: ‘Oggi Sarkozy ha dato la rotta. L'Agcom ha l'obbligo giuridico e morale di adottare un regolamento che faccia giustizia in modo risolutivo ed efficace del sistematico saccheggio delle opere di ingegno’.

Europa


Nikolas Sarkozy

La legge Hadopi è stata un successo, ma bisogna estenderla anche alla pirateria dei contenuti in streaming. E’ questo in sostanza il messaggio lanciato dal presidente della repubblica francese Nicolas Sarkozy stamani ad Avignon in occasione del Forum ‘La cultura nell’era digitale’.

“Amo la musica e voglio condividerla: l’approccio non è di per sé negativo ma sui siti di streaming, l’ideologia della condivisione è quella del denaro. Rubo da una parte e vendo dall’altra. Non possiamo più accettarlo“, ha dichiarato Sarkozy, lasciando intendere che una ‘Hadopi 3’ sarebbe utile per lottare contro i siti che distribuiscono illegalmente contenuti, in particolare film.

“Sono consapevole – ha detto ancora il presidente – che la tecnologia continua a evolversi“, per questo è quindi necessario che anche le leggi si adattino a questi cambiamenti.

 

Nel diritto, guardare un video in streaming, anche se non se ne possiedono i diritti, non è illegale. Diversamente i siti che distribuiscono film o serie Tv senza autorizzazione operano chiaramente nell’illegalità. Una legge anti-streaming potrebbe avere due forme: introdurre un nuovo reato che permetta di condannare i titolari di un accesso internet usato per consultare questi siti, sul modello dell’Hadopi 2; oppure prevedere un servizio di monitoraggio come quello che viene effettuato sui siti di gioco d’azzardo online.

Diversamente dalle reti P2p, è molto difficile individuare gli indirizzi IP degli utenti di siti streaming, che spesso hanno sede all’estero e sono poco inclini a collaborare con la giustizia.

 

Sarkozy s’è detto soddisfatto dei risultati ottenuti fino a oggi dall’Hadopi, spiegando che grazie all’azione dell’Autorità, “la pirateria sulle reti P2p è diminuita del 35%”.

 

Ad Avignon era presente anche il commissario dell’Agcom Stefano Mannoni che ha accolto favorevolmente le dichiarazioni del presidente della Repubblica francese: “Oggi Sarkozy ha dato la rotta all’Europa. Non vi è industria culturale senza protezione intransigente del diritto d’autore, non vi è diritto d’autore senza lotta alla pirateria“.

Per Mannoni, “Tutti coloro che si sono opposti finora all’adozione di una regolamentazione efficace della protezione del diritto d’autore sul web non hanno più alibi: né la gazzarra della sedicente democrazia del web, né gli interessi di bottega dei motori di ricerca e di chi vuole praticare il free-riding a spese dell’operosità altrui, né la miopia degli internet service providers”.

“L’Agcom – ha concluso il commissario – ha l’obbligo giuridico e morale di adottare un regolamento all’esito della consultazione pubblica, che faccia giustizia in modo risolutivo ed efficace del sistematico saccheggio delle opere di ingegno. Mi auguro che governo italiano e Commissione europea ci sosterranno con la stessa lucidità di Sarkozy“.

 

Nel corso del Forum, Sarkozy ha anche annunciato che presto verrà istituito un Consiglio nazionale della musica (CNM), sul modello del Centro nazionale del cinema (CNC). Il budget sarà alimentato da un prelievo sugli abbonamenti internet, con lo scopo di finanziare la diversità e la creazione musicale.

 

La notizia coincide con la rivelazione dei contenuti di un Rapporto molto severo realizzato a seguito di un’indagine sul funzionamento del CNC. Il documento denuncia in particolare costi di gestione sproporzionati e una politica di sovvenzioni confusa e troppo generosa, risultato di una situazione nella quale la maggior parte dei film vengono integralmente finanziati ancor prima della loro uscita in sala.

 

In un articolo apparso ieri su Le Monde, i dirigenti dei 4 principali operatori tlc francesi (France Télécom, Vivendi (SFR), Bouygues Télécom e Iliad) avevano messo in guardia il governo, dichiarando che una politica fiscale ‘incoerente’ nuocerebbe all’occupazione: “L’eccessiva tassazione del mercato tlc rischia di indebolire la competitività e l’impiego nell’economia digitale“. (Leggi Articolo Key4biz)

“Bisogna fermare la fuga in avanti che consiste nell’aumentare continuamente le tasse su un’economia stagnante e soprattutto che pesa soli sugli operatori tlc”, concludevano gli operatori tlc.