Android resterà un sistema aperto anche dopo l’acquisizione di Motorola. Eric Schmidt rassicura (ancora) i vendor asiatici

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Il Ceo di Google ha quindi minimizzato il predominio della società nel settore della ricerca e della telefonia mobile: Siri – ha detto in un’audizione al Senato – è una minaccia ed è forte la concorrenza dei social network.

Stati Uniti


Eric Schmidt

Android resterà un sistema aperto e gratuito anche dopo l’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google.

L’accordo, ha affermato il presidente Eric Schmidt nel corso di un incontro con la stampa a Seul, “non comprometterà l’apertura di Android” e la compagnia sarà gestita in maniera indipendente.

Schmidt ha tenuto a precisare, ancora una volta, che Motorola non riceverà un ‘trattamento di favore’: nessun servizio o applicazione apparirà in anteprima su un particolare dispositivo. E non a caso queste rassicurazioni sono giunte dalla Corea del Sud, patria di Samsung, il maggiore produttore di smartphone Android, insieme all’altro produttore asiatico HTC, entrambi trascinati in tribunale da Apple per presunte violazioni di brevetto.

 

L’accordo per l’acquisizione da 12,5 miliardi di dollari di Motorola Mobility, annunciato ad agosto, ha sollevato molte preoccupazioni tra i produttori di smartphone Android, che temono di essere messi in secondo piano da Google.

Ma l’intesa, più che ad avere un partner preferenziale, serve al gruppo di Mountain View come ‘rete di protezione’ per le cause legali contro Android: Motorola dispone infatti di un portfolio di oltre 17 mila brevetti.

 

“Abbiamo detto a tutti i nostri partner che il nostro modo di operare non cambierà in alcun modo”, ha affermato Schmidt, che ha anche incontrato il presidente sudcoreano Lee Myung Bak e diversi executive di imprese locali, tra cui quelli di LG, Samsung, SK e KT Corp. Il presidente di Google ha anticipato che la società avvierà un servizio di video streaming su YouTube per i cantanti locali e avvierà un programma per supportare i produttori di software del paese.

 

Schmidt si è anche soffermato sulla presunta volontà di Steve Jobs di “distruggere Android perché è un prodotto rubato”: “Ho deciso di non commentare parole scritte dopo la sua morte. Steve mi mancherà tantissimo e in generale, sull’argomento, posso affermare che Google è un grande innovatore e gli sforzi di Android sono iniziati prima dell’iPhone”.

 

Nel corso di un’audizione al Senato americano, invece, Schmidt ha ammesso che il sistema di riconoscimento vocale Siri, installato nell’ultimo iPhone è uno “sviluppo significativo” nella ricerca che potrebbe minacciare il core business della società di Mountain View.

Le affermazioni, hanno fatto notare gli osservatori,  vanno ‘prese con nel pinze’, perché l’obiettivo di Schmidt sarebbe stato quello di minimizzare la predominanza di Google.

“Apple – ha affermato – nelle ultime settimane ha lanciato un approccio completamente nuovo alla tecnologia di ricerca con Siri”, il servizio che effettua ricerche vocali anche dettate in linguaggio colloquiale e si trasforma all’occorrenza in ‘assistente’, trascrivendo appunti, appuntamenti e quant’altro.

 

Il presidente di Google ha perfino ammesso di essersi sbagliato, a settembre dello scorso anno, quando aveva affermato che Facebook e Apple non erano una minaccia per il business della società e ha citato due pubblicazioni che definiscono Siri “il killer di Google” e “la porta d’ingresso” di Apple nel business della ricerca.

“Le mie affermazioni erano chiaramente sbagliate”, ha detto. “Siri è uno sviluppo significativo, uno strumento vocale per accedere alla ricerca e avere risposte dall’iPhone che dimostra la potenza dell’innovazione e della ricerca”.

 

Tra i principali concorrenti di Google, Schmidt ha citato Bing e Yahoo!, ma anche società come Kayak, Amazon, WebMD, eBay e i social network come Facebook e Twitter.

 

Google mantiene una quota del 65% del mercato della ricerca online negli Usa. la percentuale sale al 94% in Europa, mentre la quota delle ricerche via smartphone sarebbe addirittura del 97%, quasi un monopolio.

Schmidt ha però negato che Google è dominante nel mercato smartphone e ha citato un recente studio ComScore secondo cui Android controlla il 34,1% del settore contro il 43,1% di iOS.

 

“Non sono pertanto d’accordo sul fatto che Google sia dominate”, ha affermato Schmidt davanti ai senatori.

“Investendo molto e in maniera intelligente, assumendo ingegneri di talento e lavorando molto, molto duramente, e grazie anche a un pizzico di fortuna, Google è stato benedetto da un grande successo”, ha concluso.