Terminazione mobile: l’Agcom avvia discussioni sulle nuove tariffe

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Come sollecitato dalla Commissione europea, Agcom ha individuato il nuovo percorso di riduzione tariffaria (glide path) che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012 e riguarderà il periodo 2012-2015. In gioco 2,5 miliardi di euro.

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Corrado Calabrò 2011

Cominceranno domani all’Agcom le discussioni sulla delibera che fissa le nuove tariffe di terminazione mobili in vista anche del prossimo Consiglio dell’Autorità fissato per il 17 novembre.

 

La terminazione indica le tariffe all’ingrosso che i gestori si praticano vicendevolmente per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi al consumo.

Con la delibera in discussione, l’Agcom, come sollecitato dalla Commissione europea, ha individuato il nuovo percorso di riduzione tariffaria (glide path) che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2012 e riguarderà il periodo 2012-2015.

 

Per i tre principali operatori (Telecom Italia, Vodafone e Wind)  le tariffe proposte sono: 4,1 centesimi (di euro al minuto) per il 2012; 2,6 centesimi per il 2013; 1,6 centesimi per il 2014 ed infine 0,98 centesimi per il 2015.

Per H3G, ultimo operatore entrato sul mercato, in ragione della tuttora permanente asimmetria nella dotazione di frequenze, l’Autorità considera che per il prossimo biennio sia ancora giustificata una moderata asimmetria tariffaria, rispetto ai concorrenti. Dal 2014, è previsto invece il raggiungimento della piena simmetria tariffaria tra tutti e quattro gli operatori.

In tal senso, le tariffe proposte per H3G sono: 5,1 centesimi per il 2012, 3,4 centesimi per il 2013, 1,6 centesimi per il 2014 e 0,98 centesimi per il 2015.

 

La proposta andrà a impattare sulle entrate degli operatori tlc proprio dopo l’ingente esborso sostenuto per l’acquisto di nuove frequenze per il 4G: quasi 4 miliardi di euro a cui dovranno aggiungersene altrettanti per realizzare le reti wireless in tutto il territorio nazionale anche laddove i ritorni sono incerti.

 

Inevitabile, quindi, il crearsi di due schieramenti contrapposti: quello di chi ritiene iniquo il provvedimento perché andrebbe a impattare su investimenti necessari e importanti, composto oltre che dagli operatori mobili anche da diversi parlamentari nazionali di ambedue gli schieramenti di maggioranza e opposizione, che hanno chiesto a gran voce all’Agcom di non procedere con le modifiche annunciate, lasciando intatto il calendario originariamente fissato, nonostante le sollecitazioni della Commissione europea.

E dall’altro, c’è invece chi sostiene che il provvedimento s’abbia a fare, così da apportare benefici ai consumatori. Tra i sostenitori di questa posizione, oltre agli operatori di rete fissa (Fastweb, Tiscali, BT, che pagano per far arrivare le chiamate dei loro clienti sulle reti mobili),anche 38 senatori e deputati che hanno scritto all’Agcom per chiedere di portare le tariffe di terminazione a un centesimo già dal prossimo anno (leggi articolo Key4biz).

 

La Ue, dal canto suo, sembra orientata a mantenere la propria posizione, favorevole alla ‘simmetria’ delle tariffe, che dovrebbero essere rimodulate sulla base dei costi reali sostenuti da un operatore efficiente per effettuare la connessione, così come avviene in altri Paesi dove le tariffe sono decisamente più basse che in Italia.

 

Secondo i calcoli della Commissione europea, che ha definito orientamenti chiari per i regolatori europei sull’applicazione di metodi basati sui costi nel calcolo delle tariffe di terminazione, l’eliminazione delle distorsioni di prezzo tra gli operatori di telefonia in tutta l’Unione europea permetterà di abbassare i costi delle chiamate vocali nazionali e tra gli Stati membri, facendo risparmiare alle imprese e alle famiglie almeno 2 miliardi di euro dal 2009 al 2012 e favorendo gli investimenti e l’innovazione nell’intero settore delle telecomunicazioni.

 

Il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, intanto, illustrerà i termini della questione l’8 novembre in Parlamento.