Dalla Tv a internet: i White Spaces per abbattere il digital divide

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Dal Convegno, organizzato dal Politecnico di Torino e CPS, una soluzione per sfruttare gli ‘spazi bianchi’ televisivi e portare la banda larga nelle aree delocalizzate.

Italia


White Spaces

Si chiamano White Spaces, sono le frequenze televisive assegnate ai broadcaster ma non utilizzate per ragioni tecniche e di mercato. Si trovano spesso in aree montane, collinari o marginali e comunque isolate, dove quasi sempre non arrivano i servizi commerciali per la banda larga. Un patrimonio inutilizzato per scelta dei legittimi licenziatari, che non hanno interesse a trasmettere in una certa zona, ma anche per una serie di limiti di legge che rendono le frequenze utilizzabili esclusivamente per i fini della concessione.

S’è discusso di questo ieri a Torino in occasione del convegno ‘White Spaces – dalla tv ad internet tra regolamentazione, SDR e Cognitive Radio’, promosso da Politecnico di Torino e CSP, che ha visto la presenza dei principali operatori di telecomunicazioni, broadcaster locali e nazionali, esponenti del Ministero e operatori del settore.

 

Le frequenze come risorsa naturale da regolamentare e ridistribuire per creare valore e offrire servizi innovativi, nelle aree dove il loro utilizzo a fini commerciali ne garantisce il pieno sfruttamento; un’opportunità per offrire tecnologie abilitanti dove broadcaster e operatori tlc non hanno interesse a portare un servizio commerciale, per la bassa densità di popolazione o la conformazione del territorio.

 

Il Piemonte è particolarmente sensibile a questa tematica perché la Val di Viù è al centro della sperimentazione, tra le prime in Europa, di un innovativo test reso possibile dalle competenze di CSP e Politecnico di Torino e dalla disponibilità di un broadcaster, Rete Capri, licenziataria di una frequenza inutilizzata proprio nella valle piemontese.

 

L’approccio scelto per il testbed è basato sulla cognitive radio e su una tecnologia, l’SDR (Software Defined Radio), che insieme fanno dei White Spaces una possibile risposta al digital divide, grazie a dispositivi a basso costo che analizzano lo spettro, identificando le frequenze libere e utilizzandole per la trasmissione di dati.

I risultati hanno evidenziato la possibilità di raggiungere bitrate medi di 20 Mbit/s per utenti in mobilità veicolare, un dato ben superiore ai bitrate ottenibili oggi con copertura 3G.

 

Un’operazione possibile oggi solo per ragioni sperimentali e sotto stretta autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Un problema che può essere superato da un adeguamento della normativa, rendendo il sistema flessibile e quindi veicolo di servizi di rete con bassi investimenti.

 

Apparati a basso costo, riuso delle infrastrutture e dei tralicci esistenti, White Spaces televisivi che, grazie alle favorevoli caratteristiche di propagazione dovute alla bassa frequenza, offrono elevate potenzialità di copertura, e quindi costi estremamente contenuti.