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Innovazione: aumentano gli investimenti delle imprese Ue ma ancora troppo poco rispetto ai competitor di Usa e Asia

Unione Europea


Le principali aziende europee hanno ricominciato a spendere in ricerca e sviluppo, ma restano ancora indietro rispetto ai competitor americani e asiatici.

E’ quanto emerge dall’edizione 2011 del “Quadro di valutazione Ue sugli investimenti nella ricerca e sviluppo industriale” della Commissione europea, che rileva come gli investimenti R&S delle maggiori imprese del vecchio continente siano cresciuti nel 2010 del 6,1% a seguito di una diminuzione del 2,6% nel 2009.

L’analisi mette a confronto i dati relativi a 1.400 aziende a livello mondiale e mette in evidenza che “nel complesso le imprese Ue rimangono indietro rispetto ai principali concorrenti degli Stati Uniti e di taluni paesi asiatici per quanto riguarda la crescita in R&S”.

“Nel 2010 – sottolinea la Commissione – si è verificata una tendenza positiva generale, quando gli investimenti in R&S a livello mondiale sono aumentati del 4%, evidenziando una sensibile ripresa dopo il calo dell’1,9% registrato nel 2009″.

 

Nella top 50 mondiale rientrano 15 società europee, 18 imprese Usa e 13 imprese giapponesi. Ai primissimi posti troviamo due società farmaceutiche: la svizzera Roche (7,2 miliardi di euro), seguita dall’americana Pfizer (7 miliardi di euro). La Volkswagen (6,3 miliardi di euro ) in sesta posizione, è il principale investitore Ue in R&S, seguita da Nokia (undicesima con 4,9 miliardi), Daimler (tredicesima con 4,8 miliardi) e Sanofi-Aventis (quattordicesima con 4,4 miliardi).

Più di due terzi degli investimenti in R&S delle società presenti nel quadro di valutazione Ue proviene dalle imprese situate nei tre Stati membri più grandi con le imprese tedesche che registrano la crescita più alta in un anno (8,1%). Ciò è dovuto principalmente ad alcune case automobilistiche (Daimler, Volkswagen e BMW). La crescita degli investimenti in R&S delle imprese del Regno Unito è aumentata del 5,8%, vicino alla media UE, a fronte del 3,8% delle imprese francesi.

Alcune imprese a crescita rapida come Tom-Tom (Paesi Bassi) nel settore delle apparecchiature elettroniche, Autonomy (Regno Unito) e Gameloft (Francia) nei software e Morphosys (Germania) nelle biotecnologie, sono messe in rilievo come esempi di successo grazie agli ottimi risultati nel 2010.

 

Le imprese statunitensi hanno registrato una crescita di investimenti in R&S del 10% (dopo un calo del 5,1% nel 2009), mentre tra quelle asiatiche, le aziende cinesi hanno aumentato le spese del 29,5% e quelle della Corea del Sud del 20,5%.

Un’analisi delle tendenze degli ultimi otto anni indica quindi che la crescita dell’occupazione nei settori a forte intensità di R&S è in genere più elevata che in altri settori e risente meno della crisi economica: le 1400 società elencate nel quadro di valutazione impiegavano più di 40 milioni di persone nel 2010, il che rappresenta un aumento del 3% rispetto al 2009.

 

Máire Geoghegan-Quinn, commissario Ue per la ricerca, l’innovazione e la scienza, ha dichiarato: “La ripresa degli investimenti in R&S da parte delle imprese UE è un segnale positivo per la promozione e la crescita dell’occupazione attraverso l’innovazione in Europa che noi sosteniamo. Tuttavia, il fatto che siamo ancora indietro rispetto ad alcuni concorrenti a livello mondiale dimostra che le condizioni per le imprese devono migliorare ulteriormente, in linea con gli obiettivi dell’Unione in fatto d’innovazione. Abbiamo bisogno di una rapida adozione e attuazione delle recenti e future proposte della Commissione sul brevetto unico, sulle norme, sugli appalti pubblici e sul capitale di rischio”.

 

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