Il cloud computing mette a rischio la privacy degli utenti? La Francia avvia consultazione

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La consultazione, che durerà fino al 17 novembre, coinvolge tutti i professionisti del settore per valutare le opportune soluzioni giuridiche atte a garantire la protezione dei dati.

Francia


Cloud computing

La Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà (Commission nationale de l’informatique et des libertés – CNIL) ha annunciato il lancio in Francia di uno Studio sulle implicazioni dell’uso del cloud computing per la sicurezza dei dati personali.

“Al fine di considerare tutte le soluzioni giuridiche e tecniche che consentono di garantire un alto livello di protezione dei dati”, la Commissione ha deciso di avviare una consultazione, che durerà fino al 17 novembre, presso i professionisti del settore (clienti, fornitori…).

 

Il mercato del cloud computing, sul quale il mercato informatico sta fortemente investendo, rappresenterebbe già 6 miliardi di euro a livello europeo, con una crescita annua del 20%.

 

Il cloud, ricorda il CNIL in una nota, è una forma avanzata di esternalizzazione dei sistemi informatici, caratterizzata dalla “semplicità di un servizio on-demand, da un’estrema flessibilità, dal pagamento per singolo servizio”, un accesso da tutti i tipi di terminali e “la virtualizzazione e messa in comune delle risorse che possono essere condivise dal mondo intero”.

 

Il CNIL evidenzia ancora che le offerte del cloud computing sono generalmente considerate molto attrattive dai clienti. Sia per il prezzo ma anche perché facendo alcuni servizi di hosting da parte dei fornitori le aziende possono svincolarsi dal gestire server complessi e “concentrarsi sul loro core business”.

Ma, sottolinea la CNIL, le aziende sono “particolarmente preoccupate per la questione della protezione” dei loro dati.