Fibra ottica: Vito Gamberale incontra il ministro Paolo Romani. ‘Metroweb può dare un contributo alla digitalizzazione del Paese’

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Fa discutere intanto la notizia secondo cui tra le misure previste dalla legge di stabilità c’è anche quella che destinerebbe la metà del surplus dell’asta LTE, circa 800 mln di euro, all’istruzione invece che alle tlc.

Italia


Paolo Romani

Accantonato il ‘Tavolo Romani’, definito da Franco Bernabè solo un ‘condominio litigioso’ senza un reale piano per lo sviluppo della fibra ottica in Italia, prende forma sempre più concreta il progetto avanzato dall’ad del fondo F2i, Vito Gamberale, che verte sul modello Metroweb, la società che gestisce la fibra ottica milanese e che F2i ha acquisito a giugno per 400 milioni di euro.

 

Stamani, Gamberale ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani al quale ha illustrato le prospettive di sviluppo della società Metroweb sul fronte della banda ultralarga.

Romani, sottolinea una nota del ministero, “ha particolarmente apprezzato l’impegno dell’operatore milanese, le cui strategie di crescita possono dare un contributo al piano governativo di digitalizzazione del Paese”.

 

Dopo l’apprezzamento dell’industria- Telecom Italia e Asstel hanno dato immediatamente il loro sostegno a un’iniziativa imprenditoriale come quella illustrata da Gamberale (Leggi articolo Key4biz) – il piano del manager incassa, dunque, anche il placet delle istituzioni.

Un piano illustrato nel dettaglio in un’intervista a Il Sole 24 Ore, che sottolinea come il neo-presidente di Metroweb sia lo stesso Franco Bassanini che presiede la Cassa Depositi e Prestiti, l’ente che- come si legge nel punto 68 del Piano nazionale di riforma presentato ad aprile dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti – parteciperà finanziariamente all’avvio del Piano per portare le reti di nuova generazione al 50% dei cittadini italiani, con un’iniziativa in partenariato pubblico privato che vede coinvolti i 20 principali operatori di telecomunicazione in Italia.

 

Una trama ben tessuta, dunque, che – come ha spiegato Gamberale al quotidiano economico – inizierà con un lento shopping in città come Bergamo, Brescia, Genova o Piacenza, dove Metroweb entrerà in trattativa con le utilities  per costituire “un paio di società all’anno”, tante “piccole Metroweb locali”, ha affermato Gamberale.

 

Secondo il manager, la spinta all’adozione della fibra ottica arriverà dalle imprese, non tanto dai consumatori, per i quali può già bastare l’Adsl. Per questo, bisogna partire dai distretti industriali, aree in cui un “player infrastrutturale puro” come Metroweb può effettuare gli investimenti e poi affittare la fibra ottica ai provider.

Riguardo poi la società mista per la fibra ottica, Gamberale ha aggiunto che dovrebbero essere le imprese a fare i progetti ma si è detto convinto che “il ministro dell’Economia non potrà che vedere con benevolenza questa iniziativa”.

 

Fa discutere intanto la notizia secondo cui tra le diverse misure previste dalla legge di stabilità – il testo programmatico che ha sostituito la vecchia Finanziaria e che passerà domani al vaglio del consiglio dei ministri – c’è anche quella che destinerebbe la metà del surplus dell’asta LTE (circa 800 milioni di euro) invece che alle tlc all’istruzione e all’ammortamento dei titoli di Stato.

Nello specifico, il testo parla di un aumento dei fondi destinati a “interventi urgenti e indifferibili, con particolare riguardo ai settori dell’istruzione e agli interventi organizzativi connessi a eventi celebrativi”.

Se dovesse essere approvato, dunque, il nuovo testo sotrarrebbe alle settore delle telecomunicazioni – che ha versato nelle casse dello Stato quasi 4 miliardi di euro – quel tesoretto previsto al momento dell’asta e che doveva corrispondere al 50% della cifra eccedente i 2,4 miliardi di euro già iscritti in Finanziaria.