Digitale terrestre: sovrapposizioni di segnale? In Francia le pagheranno le telcos

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La Legge di Bilancio approvata ieri stabilisce che siano gli operatori tlc, insieme all’ANFR, a pagare per i problemi causati dalle interferenze del 4G.

Francia


Digitale terrestre

In Francia saranno gli operatori tlc a supportare i costi delle interferenze tra frequenze 4G e digitale terrestre. E’ quanto prevede la Legge di Bilancio 2012 approvata ieri, adattata alle esigenze di austerità e rigore necessarie per rispettare l’obiettivo di un deficit (in calo di 14 miliardi, da 95,5 a 81,8) al 4,5% del Pil, rispetto al 5,7% di quest’anno.

Quattro lotti di frequenze 4G saranno messi all’asta dallo Stato, sulla banda da 800 Mhz, partendo dal prezzo base di 1,8 miliardi di euro e saranno assegnati all’inizio del prossimo anno. Gli operatori interessati devono depositare le loro candidature entro il 15 dicembre.

Uno di questi lotti userà un canale di frequenze molto vicino a quello sul quale transita il segnale della Tv digitale terrestre con il rischio di generare interferenze per i telespettatori.

 

Fino a oggi lo Stato non aveva ancora deciso nulla riguardo la ripartizione dei costi per evitare queste sovrapposizioni di segnali. Ma, secondo le disposizioni contenute nella nuova Legge Finanziaria, adesso ha deciso che queste spese siano a carico di chi compra le frequenze, vale a dire le telcos.

La norma stabilisce che “In caso di interferenze, gli operatori prendono le misure necessarie a ristabilire la ricezione dei servizi televisivi con tutti i mezzi appropriati”.

L’istruzione di eventuali ricorsi, aggiunge la norma, sarà a carico dell’Agenzia nazionale delle frequenze (ANFR).

Ma, visto che l’attuale “bilancio (dell’Agenzia) non consente di finanziare questa nuova missione“, lo Stato “propone di far supportare agli operatori una parte dei costi sostenuti dall’ANFR”, in caso di denunce presentate dagli utenti a causa delle eventuali interferenze.

Il contributo, precisa la norma, sarà limitato a “2 milioni di euro l’anno” e ripartito tra le telcos a seconda della parte di interferenze che causano.

 

Per Pierre Louette, segretario generale di Orange, non è una sorpresa che debbano essere gli operatori a pagare per ripristinare la ricezione del segnale della Tv digitale terrestre.

L’anomalia sta, invece, nel doversi far carico di questi 2 milioni di euro aggiuntivi per le cause che verranno eventualmente presentate, nonostante i grossi investimenti effettuati per partecipare all’asta.

L’ANFR ha dimostrato l’esistenza di problemi di interferenze con il digitale terrestre su alcune stazioni base LTE, grazie a un test condotto dal 17 al 28 gennaio 2011 nella zona coperta dal ripetitore di Laval (Mayenne).

Ha quindi proposto una serie di misure per risolvere il problema: lavorare sull’antenna di ricezione o su quella della stazione base dell’operatore.

Un’altra possibilità, secondo l’ANFR, potrebbe essere passare “a un’altra modalità di ricezione”, che sarebbe una soluzione “durevole e sicura” ma con grossi costi, specie se l’utente possiede più televisori.

 

Gli operatori al momento non hanno voluto effettuare stime sugli eventuali costi per la risoluzione del problema delle interferenze, anche se ammettono che sono stati già calcolati nell’investimento complessivo per la partecipazione secondo round della gara prevista per dicembre.

 

Intanto le prime licenze nella banda 2,6 Ghz sono state assegnate a SFR, Free, Orange e Bouygues Telecom per un esborso complessivo di 936 milioni di euro, il 33% in più di quanto previsto dal governo, che dalla vendita di questa porzione di frequenze contava di incassare almeno 700 milioni di euro (Leggi Articolo Key4biz). I prossimi lotti, che saranno messi in vendita dal 15 dicembre dovrebbero generare un incasso nettamente superiore, pari ad almeno 1,8 miliardi di euro.