Net Neutrality e libertà di comunicazione: siamo tutti uguali davanti a internet?

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La questione è affrontata nell’ultimo numero di IRIS dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo.

Unione Europea


Net Neutrality

Più di 125 milioni di abitazioni europee (EUR 27) nel 2009 avevano una collegamento internet, secondo le stime dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo.

Ma siamo tutti uguali davanti a internet o alcuni possono più di altri avere accesso ai mezzi di comunicazione offerti dal web?

Il concetto di neutralità della rete significa che tutto il traffico internet dovrebbe, almeno in teoria, avere la stessa priorità.

Questa nozione è strettamente correlata alla libertà di ricevere e diffondere informazioni garantita dall’articolo 10 della Convenzione sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle liberte fondamentali del Consiglio d’Europa.

Per definizione, tutte le restrizioni apposte ai mezzi di comunicazione offerti da internet aprono la questione della libertà d’espressione.

Questa la ragione per cui l’Osservatorio europeo dell’audiovisivo ha dedicato l’ultimo numero di IRIS all’attuale dibattito sulla Net Neutrality.

 

Nell’articolo di Nico van Eijk, direttore dell’Istituto di diritto dell’informazione (IViR) di Amsterdam, si sottolinea che la neutralità della rete riguarda in primo luogo il diritto degli utenti di accedere, legalmente, ai contenuti scelti, aprire le applicazioni scelte, connettersi con i dispositivi scelti e scegliere i servizi dei provider che operano in libera concorrenza.

Dal punto di vista tecnico, Nico van Eijk spiega che la tecnologia ci permette di gestire la scarsità di banda passante disponibile in modo da offrire la trasmissione più veloce possibile e assicurare la “Quality of Experience” (QoE).

L’uso del sistema ‘‘Deep Packet Inspection” permette di analizzare i pacchetti di dati individuali che transitano sul web, ma il suo uso “è contestato per via dell’impatto sulla libertà di comunicazione e sulla privacy”.

 

La gestione della capacità di internet comporta anche una dimensione economica. L’articolo mette in risalto il colo di bottiglia determinato dagli ISP da cui dipendono anche i fornitori di contenuti e gli utenti finali.

Garantire banda passante o un accesso prioritario sono prestazioni a pagamento che mettono incontestabilmente gli ISP in posizione di forza.

Tra l’altro, un internet service provider che è anche un operatore via cavo o fornitore di IPTV può assicurarsi che propri servizi audiovisivi siano disponibili anche online allo stesso livello di qualità, escludendo così i competitor o fornendogli una bassa qualità di trasmissione.

La Net Neutrality riguarda, quindi, anche la sfera economica della gestione della rete e l’equilibrio tra un internet aperto e un internet gestito dagli ISP.

 

L’articolo esamina anche il quadro regolamentare e politico della neutralità della rete. Le norme Ue riguardano la direttiva quadro e quella sui ‘Servizi universali’.

Le due direttive mettono chiaramente l’accento sulla nozione di libertà di scelta dell’utente in materia di informazioni, applicazioni e servizi.

Per garantire questa libertà, il concetto di trasparenza dell’informazione sui servizi forniti è posto come una necessità, in particolare nella Direttiva ‘Servizi universali’.

Questa Direttiva prevede anche l’applicazione di esigenze minime in materia di qualità del servizio e dispone che le autorità regolamentari nazionali abbiano i poteri necessari per farli rispettare.

 

In seguito alla consultazione del giugno 2010 riguardante l’attuale stato della Net Neutrality nella Ue, lo scorso aprile la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione che, secondo Nico van Eijk, “può essere considerata come foriera delle prossime misure”.

Sarà realizzato uno Studio in collaborazione con il Body of European Regulators for Electronic Communications (BEREC)  per valutare le pratiche segnalate di blocco o strozzatura della rete e le questioni riguardanti la trasparenza e qualità del servizio.

Il Consiglio d’Europa ha già pubblicato ad aprile un progetto di dichiarazione sulla governance di internet, difendendo il principio della libera scelta dell’utente e della gestione del traffico che non deve ostacolare la libertà d’espressione o l’accesso all’informazione.

 

L’articolo si sofferma anche sulle differenti regolamentazioni nazionali, in particolare negli Stati Uniti dove a dicembre 2010 è stata adottata una nuova legge per promuovere la Net Neutrality. Vengono citati anche i Paesi Bassi dove la legge nazionale è arrivata ancora più lontano rispetto agli attuali strumenti giuridici a disposizione della Ue per proteggere le libertà e la libera scelta degli utenti.

 

Nico Van Eijk prevede che il dibattito sulla Net Neutrality si svilupperà intorno alla questione che punta a definire quali capacità possono o devono essere riservate a internet e per quali servizi. L’autore stima che i “conflitti emergenti saranno probabilmente il principale motore nell’elaborazione degli orientamenti politici e regolamentari”.