Troppi debiti. Tre quarti delle telco mondiali a rischio default nei prossimi anni

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Nel settore delle telecomunicazioni, sarebbero a rischio i tre quarti delle aziende, sopraffatte dagli alti debiti accumulati per espandere le infrastrutture e finanziare le acquisizioni.

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Quasi della metà delle telco e delle società hi-tech mondiali sarebbero a rischio default, o prossime al tracollo finanziario, a causa dei forti debiti accumulati e della crisi economico-finanziaria che ha fatto crollare la domanda.

Lo rivela una ricerca di Alix Partner, secondo cui il 44% delle aziende di settore andrà incontro, nei prossimi due anni, al rischio di insolvenza o di fallimento.

Le difficoltà, spiegano gli analisti, sono maggiori nel settore hardware e soprattutto nell’industria dell’elettronica di consumo, dove 9 società su dieci sono a rischio a causa della debolezza della domanda e della forte competizione, che porterà ad un’ulteriore, notevole, contrazione dei margini.

 

Nel settore delle telecomunicazioni, sarebbero a rischio i tre quarti delle aziende, sopraffatte dagli alti debiti accumulati per espandere le infrastrutture e finanziare le acquisizioni.

 

Secondo Alix Partner, questa tendenza è alla base della recente ondata di fusioni e acquisizioni, tra cui quella da 10,2 miliardi di dollari proposta da HP ad Autonomy (e la conseguente cessione del business dei Pc da parte del colosso americano) e la proposta di acquisizione da 12,5 miliardi di dollari di Motorola Mobility da parte di Google.

 

In un contesto di incertezza economica globale, il settore tecnologico ha superato la recessione con un calo dei ricavi relativamente modesto, del 3%, nel 2009, per registrare una crescita dell’8% nel 2010 e del 10% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

Secondo i dati dello studio – che ha interessato quasi 1.200 aziende del settore –  l’industria dei semiconduttori ha registrato la peggiore perdita dei ricavi (-15%) nel 2009, ma poi ha segnato una crescita del 29% nel 2010. I settori software e tlc hanno invece trainato la redditività del settore, registrando margini Ebitda, rispettivamente, del 33% e del 31%.

 

 

Sembrerebbe quindi che l’industria hi-tech sia stata solo sfiorata dalla recessione. Ma, avverte Michael Weyrich – amministratore delegato di AlixPartners – “…l’industria va incontro a diverse sfide fondamentali, con una domanda in rapida evoluzione sul versante consumer, un’intensa competizione in tutto il mondo, una forte contrazione dei margini, un’elevata leva finanziaria e la necessità di investimenti sostanziali in conto capitale in un mercato sostanzialmente molto ristretto”.

 

Le aziende più efficienti, sottolinea Alix Partner, hanno generato un margine Ebitda 4,5 volte maggiore di quelle collocate nel settore più basso della classifica delle performance finanziarie. Le società ‘top performing’ hanno inoltre investito 4 volte di più in conto capitale in percentuale al fatturato.

 “Il divario tra vincitori e vinti si sta ampliando – ha aggiunto Weyrich – e come risultato ci aspettiamo movimenti e cambiamenti che scuoteranno l’industria”.

 

“Più che in qualsiasi altra industria – ha spiegato l’analista Eric Benedictmolte società hi-tech dovranno affrontare il circolo vizioso della costante necessità di investire per guidare l’innovazione e la differenziazione dei prodotti e per stare al passo con il ritmo delle nuove tecnologie”.

“In particolare, gli effetti dirompenti dell’adozione globale della banda larga mobile potrebbero colpire non solo le società hi-tech, ma molti altri settori nei prossimi 10 anni”, ha concluso.