Digitale terrestre: il CSA raccomanda l’adozione degli standard DVB-T2 e MPEG4. In Francia tutto da rifare?

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Secondo alcuni broadcaster una simile decisione favorirebbe solo gli operatori storici, senza contare i danni per gli utenti che dovranno sostituire ancora una volta decoder e televisori.

Francia


Michel Boyon

Il digitale terrestre crea qualche problema ai nostri cugini d’oltralpe. In un Rapporto consegnato al governo, il presidente del Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA), Michel Boyon, sostiene la necessità di nuovi standard tecnologici (Leggi Articolo Key4biz).

Ma la sua indicazione ha subito sollevato le proteste dei gruppi indipendenti che lo hanno accusato di voler fare gli interessi degli operatori storici.

In occasione della conferenza stampa indetta per illustrare il Rapporto, Boyon ha detto d’essere consapevole di chiedere al governo scelte difficili che non troveranno il consenso di tutti.

Al Primo ministro François Fillon, il CSA ha raccomandato soprattutto l’adozione di nuovi standard di compressione e trasmissione della DTT, ritenuti ormai imprescindibili.

Già attiva in diversi Paesi, la tecnologia DVB-T2 consentirà in futuro di trasmettere quattro canali in alta definizione su uno stesso multiplex contro i tre di oggi, realizzando importanti economie di spettro.

Lo standard di compressione MPEG4 permetterà invece di favorire lo sviluppo dell’HD che per il 2015 dovrebbe essere presente sul 95% dei televisori francesi.

Ma per adottare questi formati sarà necessario cambiare tutto il parco dei decoder e dei televisori, cosa fattibile non prima di 12 o 18 mesi.

“E’ vero che questo comporterà dei problemi – ha detto Boyon – ma i benefici che se ne ricaveranno nel lungo termine compenseranno di gran lunga gli svantaggi di oggi”

Una volta che il governo avrà deciso quali standard adottare, il CSA potrebbe lanciare un bando per i nuovi canali su digitale terrestre, ha detto Michel Boyon senza precisare termini e date.

“Ci vogliono far mangiare una polpetta avvelenata”, ha commentato Alain Weill, CEO di NextRadioTV, sottolineando che se il governo decidesse di adottare questi standard, ci vorranno diversi anni prima che i telespettatori possano vedere i nuovi canali con gli attuali dispositivi.

“Gli operatori storici hanno ottenuto esattamente ciò che chiedevano: la stagnazione del mercato audiovisivo francese”, ha aggiunto Weill, sottolineando il timore di un consolidamento dei tre incumbent – TF1, M6 e Canal+ – anche nel digitale terrestre. Operazione già avviata con l’acquisto dei canali di Bolloré da parte di Canal+.

Dello stesso parere anche Jean-Paul Baudecroux, presidente di NRJ, che ha parlato di misure contrarie allo sviluppo economico degli operatori e all’interesse generale.

Dopo essersi preparati allo switch-off previsto per la fine del 2011, i francesi dovranno adesso apportare nuovi cambiamenti per poter guardare sul proprio televisori i nuovi canali trasmessi in DVB-T2.

Ma Michel Boyon ha glissato questi argomenti, sostenendo che il passaggio al digitale terrestre si sta realizzando senza problemi. E ha precisato che quasi il 45% delle abitazioni potrebbero ricevere i nuovi canali senza dover cambiare gli apparecchi se sono abbonati al cavo o al satellite

Sulla questione dei canali bonus, che dovrebbero essere assegnali agli operatori storici, Michel Boyon ha indicato che la decisione sarà presa dalla Commissione Ue entro la fine del mese (Leggi Articolo Key4biz).

Se Bruxelles darà il via libera, Boyon raccomanda l’applicazione rigorosa della legge francese che prevede l’assegnazione di un nuovo canale a TF1, M6 e Canal+ entro la fine dell’anno. In caso di parere contrario, per il presidente del CSA bisognerà abrogare definitivamente la disposizione.