Quanta energia ci vuole per una ricerca su Google? La società diffonde, e difende, i dati sul consumo elettrico dei datacenter

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Quando si effettua una ricerca, si guarda un video su YouTube o si invia una email da Gmail, i data center della società usano energia elettrica, consumando quasi 260 milioni di watts, pari a circa un quarto della produzione di una centrale nucleare.

Stati Uniti


Google

Per la prima volta, Google ha reso nota l’entità dei consumi elettrici dei suoi data center, sui quali finora è stato mantenuto il massimo riserbo.

La società utilizza una quantità di energia elettrica che sarebbe sufficiente per alimentare 200 mila abitazioni, ma contribuisce anche – dichiara – a rendere il pianeta più verde.

Ogni volta che si effettua una ricerca su Google, si guarda un video su YouTube o si invia una email da Gmail, i data center della società usano energia elettrica. Questi centri, sparsi in tutto il mondo, consumano quasi 260 milioni di watts, pari a circa un quarto della produzione di una centrale nucleare.

La quantità di energia consumata include tutte le operazioni di Google in tutto il mondo, quindi anche quella utilizzata nei campus e negli uffici, anche se i data center rappresentano la maggior parte del consumo, seguiti dalle ricerche, per le quali, mediamente si utilizzano 0,3 watt-ora di elettricità ciascuna.

Google non aveva mai rivelato prima questi dati, forse ritenendo tali informazioni imbarazzanti o in grado di dare ai competitor indicazioni su come vengono gestite le sue attività.

I valori di consumo indicati, in effetti, potrebbero sembrare eccessivi, ma la società sostiene che il mondo è un posto più verde anche grazie a tutte le di operazioni effettuate nei suoi data center. In sostanza, spiega Google, si dovrebbe considerare, ad esempio, quanta benzina si risparmia effettuando una ricerca su Google invece che andandola a fare in biblioteca.

Ogni giorno, vengono effettuate su Google oltre un miliardo di ricerche, oltre a numerose altre operazioni di download e query. Ma calcolando il consumo medio di energia di un utente, l’importo è di circa 180 watt-ora in un mese, l’equivalente di lasciare accesa una lampadina da 60 watt per tre ore.

Google ha anche stimato in 1,5 milioni di tonnellate il totale delle emissioni di CO2 nel 2010, la maggior parte attribuibili ai combustibili fossili utilizzati per fornire elettricità ai data center.

Noah Horowitz del Natural Resources Defense Council di San Francisco, ha commentato positivamente al New York Times la decisione di Google, ma ha anche informato sui pericoli legati al crescente consumo di energia di questi enormi centri dati, sempre più usati anche dalle grandi corporation. Le cifre rese note da Google, inoltre, non includono l’energia consumata dai vari dispositivi – Pc, smartphone, tablet, – che usano le sue informazioni.

“Quando clicchiamo sul bottone ‘cerca’ di Google, non è gratis”, spiega lo scienziato.

Il 25% dell’energia utilizzata nel 2010, comunque, è stata fornita da fonti rinnovabili, con l’impegno di arrivare al 30% nel 2011.

Lo scorso anno, la società ha investito circa 680 milioni di dollari nel settore delle energie rinnovabili: circa 280 milioni di dollari in un piano per l’energia solare – per creare un fondo destinato a sostenere la società SolarCity di San Mateo, in California, che si occupa dello sviluppo di progetti nel settore delle energie rinnovabili – altri 55 milioni di dollari nell’eolico in California e ad aprile altri 100 milioni di dollari in Oregon, oltre a un investimento da 168 milioni di dollari per lo sviluppo della centrale solare Ivanpah, che dovrebbe essere completata nel 2013 e diventare la centrale solare a torre più grande del mondo, in grado di produrre 392 MW di energia solare pulita.

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