Pirati informatici ancora all’attacco degli smartphone: il cybercrime costa più della droga

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Ogni secondo si contano 14 vittime di attività criminali su internet e circa un milione di crimini viene compiuto ogni giorno, per un totale di 431 milioni di vittime nel 2010.

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Il costo delle frodi e delle varie attività criminali su internet si attesta alla cifra record di 276 miliardi di euro. Lo rivela uno studio di Symantec – società editrice dell’antivirus Norton – sottolineando che il montante della cybercriminalità supera di circa 70 miliardi di euro i costi totali generati dal traffico di droga (cocaina, eroina e marijuana) e che la nuova frontiera per i criminali informatici è rappresentata dai nuovi cellulari intelligenti.

Gli attacchi su mobile sono, infatti, in vertiginoso aumento, con un incremento delle vulnerabilità del 42% nel 2010 rispetto all’anno precedente. Per la prima volta – dicono gli esperti – il 10% degli adulti che si connettono a internet sono stati vittime di un attacco sul loro dispositivo mobile.

In totale, del montante indicato da Symantec, circa 81 miliardi di euro sono da ascrivere alle perdite finanziarie dirette risultanti da atti criminali e 195 miliardi di euro sono legati al tempo perso dalle vittime per rimediare ai danni subiti.

Secondo l’analisi della società, ogni secondo si contano 14 vittime di attività criminali su internet e circa un milione di crimini viene compiuto ogni giorno, per un totale di 431 milioni di vittime nel 2010. Il 69% degli internauti adulti intervistati è stata vittima di un cyber crime, un tasso che schizza all’85% in Cina e all’84% in Sud Africa.

Negli Stati Uniti, le vittime sono state circa 74 milioni, con peridte finanziarie dirette pari a 23 miliardi di euro. In Cina, questo costo si è attestato a 18 miliardi di euro.

La popolazione maggiormente a rischio è quella degli uomini di età compresa tra 18 e 31 anni che accedono a internet principalmente dal cellulare per controllare e inviare le email, correndo, quindi, più degli altri il rischio di ricevere sul dispositivo mobile posta truffaldina. L’80% delle persone in questa fascia è già stata vittima almeno di una attività illegale (la maggior parte ascrivibile al malware; l’11% è stato truffato e il 10% è stato vittima di un attacco di phishing).

Lo studio, basato su un sondaggio condotto su 20 mila persone in 24 Paesi, punta il dito anche sulle reti sociali, la cui sicurezza lascia spesso a desiderare: i social network, spiegano i ricercatori, “sono uno dei terreni più fertili per i malintenzionati”.

Di fatto, sottolinea infine Symantec, è sfatato il mito che sarebbero gli utenti meno esperti a essere maggiormente a rischio perché poco avvezzi ai trucchetti del cyber criminali: sono, dunque, proprio i più giovani – quelli che passano più tempo collegati a internet – a essere più esposti ai disegni dei pirati anche perché spesso tra le loro attività preferite – scaricare musica o programmi craccati, frequentare siti porno – molte sono a rischio e permettono di infettare facilmente i dispositivi da cui si connettono, spesso a loro insaputa.

“La cybercriminalità è molto più sviluppata di quanto si creda”, ha commentato Adam Palmer, consulente in cybersicurezza alla Norton.

“Nel corso dell’ultimo anno, il numero di adulti coinvolti in una qualche forma di criminalità informatica è stato di tre volte superiore a quello delle vittime di un crimine nella vita reale, offline, e tuttavia, un terzo delle persone intervistate pensa che vi sia maggiore possibilità di subire un crimine per strada che non via un Pc o uno smartphone”.