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Divario digitale: Lepida avvia progetto per portare la fibra ottica nelle ‘zone bianche’

Italia


Tubazioni e palificate: sono questi gli “oggetti” da individuare e censire, per capire se sono tecnicamente adatti e disponibili per procedere nel progetto di realizzazione di reti in fibra ottica per la riduzione del divario digitale in aree rurali.

Il progetto, incluso nel Programma di Sviluppo Rurale (PSR), approvato dalla Regione Emilia-Romagna alla fine del 2010 e che verrà attuato da Lepida, ha l’obiettivo di dare la connessione ai cittadini e alle imprese delle zone bianche, ossia quelle praticamente “non coperte” dalla banda larga, in aree rurali con problemi complessivi di sviluppo e prevede un investimento di 6,5 milioni.

Il censimento è in corso e richiede la collaborazione delle Pubbliche Amministrazioni locali dei territori dove è presente il problema del divario digitale, nonché dei privati che potranno mettere a disposizione del progetto gli “oggetti” che risulteranno adatti. Il presupposto da cui si parte è che il costo di un nuovo scavo per posare un cavo di fibre ottiche è sempre superiore a quello che si deve affrontare per adattare e utilizzare tubazioni o palifiche esistenti. Di qui la richiesta che Lepida ha avanzato agli Enti e ai privati per collaborare prima alla ricognizione e poi all’acquisizione delle infrastrutture, con accordi diversi nel caso si tratti di Pubbliche Amministrazioni piuttosto che di privati. Nel primo caso infatti la cessione è a titolo gratuito, mentre per i privati è previsto un corrispettivo.

La formula per la cessione delle infrastrutture da parte dei privati è la “IRU” (Indefeasible Right of Use). Il contratto riguarda i diritti reali d’uso esclusivo di una tubazione oppure i diritti reali di uso per la posa di cavi sulla palificazione del fornitore già esistente. In entrambi i casi i diritti concessi dal fornitore consentono a Lepida di posare cavi in fibra ottica e devono essere comprensivi del relativo servizio di manutenzione della infrastruttura concessa. La durata dell’IRU è pari a 15 anni, rinnovabili. Il contratto di IRU contempla che il fornitore mantenga i diritti di proprietà sulle infrastrutture di cui cede l’IRU, nonché tutti i relativi diritti patrimoniali. E’ importante, come primo passo di base, arrivare ad un censimento efficace che consenta di identificare, per ogni tratta riportata, le infrastrutture pubbliche e private concretamente disponibili.

Le informazioni complessivamente acquisite, circa la disponibilità effettiva di infrastrutture sulle tratte identificate, verranno utilizzate nella fase di progettazione degli interventi per la realizzazione delle tratte ed immesse in uno schema di valutazione tecnico-economico complessivo per ogni singola tratta.

Lo schema di valutazione complessivo sarà utilizzato per scegliere la migliore infrastruttura utilizzabile per ogni singola tratta e terrà inoltre conto sia del numero potenziale di concorrenti qualificati in questa fase, sia della disponibilità di infrastrutture acquisibili direttamente dalla Pubblica Amministrazione, sia del valore economico specifico della singola tratta da realizzare. In caso di valutazioni economiche complessive confrontabili, le infrastrutture fornite gratuitamente dalla Pubblica Amministrazione saranno favorite rispetto alle infrastrutture private fornite in IRU, il tutto ovviamente per massimizzare il numero di chilometri di fibre ottiche da posare per arrivare nel maggior numero possibile di località “bianche”.

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