Gambling: approvata la nuova legge greca sul gioco d’azzardo

di di Giovanni Maria Riccio (Avvocato, Studio Legale e-Lex - Belisario Scorza Riccio & Partners) |

Il governo greco ha stimato in 700 milioni di euro gli introiti che dovrebbero entrare nelle casse dello Stato a seguito della legalizzazione del gioco online.

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Quello appena trascorso è stato un agosto caldo anche per il mondo del gambling.

Oltre alla novità nazionale dei casinò online e dei progetti (gli ennesimi…) di apertura di nuovi casinò “fisici”, merita di essere segnalata la legge greca che ha del tutto riformato la disciplina previgente.

Invero, fin dalle prime discussioni, il progetto di legge aveva “riscaldato” non poco l’ambiente, ricevendo più di una bacchettata dagli operatori del settore e dalla Commissione europea. I punti maggiormente discussi riguardavano il favor accordato al monopolista statale OPAP, l’obbligo per gli operatori di avere una sede sul territorio nazionale e la necessità di ottenere delle garanzie bancarie da un istituto bancario greco.

Disposizioni evidentemente in contrasto con la disciplina comunitaria, che ne avevano determinato anche la bocciatura, all’inizio dello scorso luglio, ad opera della Commissione europea. Ulteriori perplessità in merito alla compatibilità con le previsioni in materia di libera prestazione dei servizi e libertà di stabilimento erano state evidenziate anche da Malta, nel parere circostanziato inviato agli organi comunitari in sede di revisione del testo normativo.

Il Governo greco, anche al fine di inserire la legge nel pacchetto collegato con gli aiuti ricevuti dall’Unione europea, ha fatto però una brusca retromarcia, recependo, quasi integralmente, le critiche sollevate.

Innanzi tutto, nella versione approvata, è caduto il divieto di pubblicità: agli operatori, quindi, sarà consentito reclamizzare i propri servizi, sia attraverso i tradizionali canali di comunicazione (giornali, tv, radio) che attraverso internet.

Confermata, invece, la tassazione del 10% sulle vincite – tassazione che colpirà direttamente i vincitori – e l’obbligo per gli operatori stranieri di versare allo Stato il 30% degli utili lordi. Si tratta, in quest’ultimo caso, di una cifra molto alta, che potrebbe limitare l’accesso al mercato greco: a questo punto, qualora la questione dovesse essere rimessa alla Corte di Giustizia, si tratterà di valutare la proporzionalità di tale misura e la sua compatibilità col diritto comunitario.

Resta ancora da sciogliere, infine, il nodo della localizzazione dei server. Non è ancora chiaro, infatti, se i server sui quali verranno effettuate le giocate debbano necessariamente trovarsi all’interno del territorio greco o se possano essere localizzati all’estero. Analogo discorso per le transazioni monetarie, che, allo stato attuale, sembra debbano necessariamente avvenire all’interno dei confini nazionali.

Il governo greco ha stimato in 700 milioni di euro gli introiti che dovrebbero entrare nelle casse dello Stato a seguito della legalizzazione del gioco online.

Una previsione forse ottimistica, che non tiene probabilmente conto dell’opposizione degli operatori del settore che hanno lamentato il mancato adeguamento del progetto di legge con le osservazioni formulate dalla Commissione europea e hanno già manifestato la propria volontà di rivolgersi alla giustizia comunitaria.

In definitiva, l’impressione è che la “guerra” sul gambling in Grecia sia appena iniziata; allo stesso modo, pare più che probabile che i nodi principali saranno sciolti solo dall’intervento della giustizia comunitaria.