Netflix: Starz fuori dalla piattaforma, chiedeva troppo. Il modello low-cost danneggia veramente i broadcaster?

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Secondo alcuni operatori praticare prezzi troppo bassi per lo streaming nuocerebbe ai contenuti premium.

Stati Uniti


Netflix

Starz ha deciso di non rinnovare gli accordi con Netflix. Un duro colpo per la piattaforma online di servizi video che si vedrà così privata del suo più ricco fornitore di novità cinematografiche.

Sebbene negli anni Netflix abbia firmato contratti con diversi content provider, la decisione di Starz significherà non poter più offrire i movie di Walt Disney o Sony, di cui Starz detiene i diritti di distribuzione. Il 28 febbraio, quando scadrà il contratto, Netflix perderà anche programmi di grande successo prodotti da Starz come ‘Spartacus’ (in Italia trasmesso da Sky).

Secondo alcune fonti vicine al dossier, Starz ha chiesto un aumento di 10 volte superiore quello pagato originariamente da Netflix nel 2008 per ottenere le licenze. Una richiesta definita ‘esorbitante’ dai vertici della piattaforma online.

Col precedente contratto, Netflix aveva accettato di versare a Starz quasi 30 milioni di dollari l’anno per ottenere i diritti di distribuzione dei suoi contenuti.

Dopo l’annuncio della notizia, le azioni di Netflix hanno perso circa il 9% a 213,55 dollari negli scambi after-hours.

Michael Pachter, analista di Wedbush Securities, ha definito la vicenda ‘devastante’ per Netflix ed è convinto che difficilmente Starz troverà un altro distributore online disposto a pagare questa cifra.

Netflix ha chiuso diverse partnership con altri fornitori di contenuti, specie per gli show televisivi, da “Mad Men” di Lions Gate Entertainment ai vecchi programmi di CBS. Vanta anche accordi pluriennali con Epix, un canale pay di Viacom, Lions Gate e Metro-Goldwyn-Mayer per i diritti di distribuzione online. Tuttavia la perdita di Starz, rete ammiraglia di Liberty Media, è un brutto colpo che arriva proprio quando il gruppo sta cercando di mantenere la crescita del servizio streaming, che parte da 7,99 dollari mensili, per i suoi 25 milioni di abbonati.

Secondo gli analisti, c’è margine per credere che alla fine le due compagnie troveranno un nuovo accordo, soprattutto se non si farà avanti nessun pretendente convincente per avere i contenuti di Starz.

In una nota di ieri, il Ceo di Starz Chris Albrecht ha dichiarato che l’azienda ha deciso di porre fine al contratto per difendere il valore del proprio canale.

“Questa decisione è il risultato della nostra strategia volta a proteggere la natura premium del nostro marchio, garantendo il giusto prezzo e packaging per i nostri contenuti esclusivi”.

Netflix ha detto d’essere dispiaciuta per questa decisione, aggiungendo però che i contenuti di Starz rappresentano oggi solo l’8% delle visualizzazioni domestiche, una cifra che secondo le previsioni dovrebbe scendere al 5-6% nel primo trimestre del prossimo anno con l’arrivo di nuovi film e telefilm da parte di altri partner.

Netflix è convinta che i soldi spesi per Starz potranno essere usati più proficuamente per altri content provider, ottenendo di mantenere o migliorare l’experience.

Molte società media sono in realtà preoccupate dalla crescente avanzata di servizi come quelli forniti da Netflix. Si teme che offrire film a prezzi bassi potrebbe abbattere il valore della loro attività o addirittura il business della tv più in generale.

Tra le preoccupazioni palesate sicuramente quella che la disponibilità di nuovi contenuti potrebbe spingere i telespettatori a guardare meno la Tv tradizionale, modificando così le valutazioni usate dai broadcaster per fare i prezzi agli inserzionisti.

Secondo le stime di Nielsen, in questa ultima stagione il numero dei telespettatori tra 18 e 49 anni è sceso per il secondo anno consecutivo.

Alcuni manager della Tv temono che gli abbonamenti proposti da Netflix potrebbero incrementare il fenomeno del cord-cutting con grave danno specie per la Tv via cavo e creare una nuova generazione di consumatori che non avranno più abbonamenti televisivi.

I clienti del cavo, del satellite e delle compagnie tlc versano ogni anno più di 30 miliardi di dollari ai network televisivi statunitensi.