Super Wi-Fi: la Gran Bretagna da l’Ok ai servizi a banda larga sui ‘white spaces’

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La quantità di risorse frequenziali che si renderanno disponibili e che potranno essere sfruttate senza bisogno di licenza e senza pericolo di interferenze è comparabile allo spettro disponibile per i servizi 3G, in alcune zone anche maggiore.

Gran Bretagna


White Spaces

Il regolatore britannico per le tcl, Ofcom, ha fornito oggi i dettagli per la realizzazione di quella che sarà la prima rete ‘super Wi-Fi’ europea a sfruttare i cosiddetti ‘white spaces’, ossia le risorse di spettro non utilizzate dalle televisioni.

La tecnologia funziona effettuando una ricerca negli ‘spazi bianchi’ tra le frequenze normalmente riservate ai broadcaster e che possono facilmente viaggiare per grandi distanze e attraverso i muri ad una velocità fino a 22Mbps. Questo la rende adatta per una vasta gamma di nuove applicazioni consumer incluse la banda larga nelle aree rurali e il Wi-Fi ‘Enhanced’, permettendo di sfruttare in maniera efficiente una risorsa molto limitata come lo spettro radio.

Per rendere l’idea dell’importanza dei white spaces, l’Ofcom ha spiegato che la quantità di risorse frequenziali che si renderanno disponibili e che potranno essere sfruttate senza bisogno di licenza e senza pericolo di interferenze è comparabile allo spettro disponibile per i servizi 3G, in alcune zone anche maggiore.

L’autorità creerà un database centralizzato per aiutare i dispositivi a trovare il giusto spazio in cui operare, con la prospettiva che questo ‘riciclo’ di risorse possa aiutare a decongestionare le reti mobili, a migliorare la qualità dei servizi wireless nelle aree rurali e all’interno degli edifici e a stimolare l’offerta di nuovi servizi cloud.

Il Ceo di Ofcom, Ed Richards, ha sottolineato che si tratta di una “risorsa di alta qualità, che potrà essere utilizzata a beneficio dei consumatori e delle aziende”. La Gran Bretagna – ha aggiunto – potrà in questo modo “aprire la strada in Europa ed essere in prima linea nella ricerca e negli investimenti”.

L’Authority ha stimato in 230 milioni di sterline i benefici economici derivanti dall’apertura dello spettro inutilizzato. I dispositivi che sfruttano i white spaces non sostituiranno le comunicazioni a banda larga ma forniranno un servizio aggiuntivo in particolare per la connettività di case e uffici, per l’accesso a banda larga nelle aree rurali e per le comunicazioni Machine-to-Machine.

In attesa di questa decisione, sono molte le società private che hanno già iniziato a esplorare le opportunità e i possibili usi dei white spaces. Tra queste c’è Microsoft, che guida un consorzio di cui fanno parte anche BBC, British Sky Broadcasting e l’ex monopolista BT e che a settembre 2009 ha condotto uno studio che valuta in 100 miliardi di dollari in 15 anni il valore degli ‘spazi bianchi’, una stima in qualche modo anche conservativa poiché legata all’incremento della diffusione di dispositivi radio non licenziati – in grado cioè di esplorare la banda, individuare gli “spazi vuoti” di una determinata area e autoconfigurarsi per la trasmissione e la ricezione in quegli spazi – per i quali è prevista una vera e propria ‘impennata’ nei prossimi 5 anni.

Microsoft ha già realizzato una rete sperimentale a banda larga mobile nella sua sede americana, utilizzando le frequenze riservate alle trasmissioni televisive digitali dopo che il governo, a settembre dello scorso anno, ha dato il via libera al loro utilizzo per le nuove reti ‘super Wi-Fi’.

Anche la Ue si è mossa in questa direzione: ad aprile, la Commissione industria, ricerca ed energia (ITRE) del Parlamento europeo ha adottato una serie di emendamenti al Programma Ue sulla politica dello spettro radio per incoraggiare l’uso delle frequenze non licenziate, in particolare dei ‘white spaces’, per lo sviluppo di servizi wireless internet di nuova generazione (next generation Wi-Fi).

Ofcom sta ora lavorando a una bozza di progetto per rendere i dispositivi white spaces esenti da licenza per procedere poi a una consultazione pubblica.