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Antitrust: AT&T farà ricorso contro lo stop alla fusione con T-Mobile

Stati Uniti


AT&T ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro la decisione dell’antitrust americano di bloccare l’acquisto di T-Mobile Usa, controllata di Deutsche Telekom.

Annunciata a marzo, l’operazione da 39 miliardi di euro “ridurrebbe la concorrenza nel mercato dei servizi di comunicazione mobile e produrrebbe un aumento dei prezzi e una diminuzione della qualità dei servizi, limiterebbe la scelta e l’innovazione a discapito dei consumatori”.

La società si è detta “sorpresa e delusa” dalla decisione del dipartimento di Giustizia, soprattutto perché nei diversi incontri avuti coi funzionari del governo non era emerso niente che facesse presagire una simile risoluzione.

“Abbiamo intenzione di contestare vigorosamente la questione in tribunale” si legge ancora nella nota di AT&T, fiduciosa che saranno “i fatti a guidare qualsiasi decisione finale, e i fatti soino chiari”.

Il merger, dice la società, “aiuterà a risolvere la questione della scarsità dello spettro e migliorerà i servizi wireless per milioni di utenti; permetterà di estendere la banda larga mobile LTE ad altri 55 milioni di americani e garantirà investimenti per miliardi di dollari e decine di migliaia di posti di lavoro, in un momento in cui la nazione ne ha forte bisogno”.

A nulla era valso anche l’annuncio, reso sempre ieri, che la fusione non avrebbe avuto impatto sull’occupazione, anzi, sarebbe stata seguita dal ritorno negli Usa delle attività relative ai call center, affidate in outsourcing a paesi esteri, con la creazione di 5 mila nuovi posti di lavoro.

Anche il presidente della FCC, Julius Genachowski, aveva espresso riserve sulla fusione, paventando un ritorno a un duopolio tra AT&T – che conterebbe allora 130 milioni di utenti – e Verizon Wireless (95 milioni di clienti) con conseguenze negative sulla concorrenza nel settore wireless.

Secondo la denuncia presentata dal dipartimento di giustizia presso la Corte del Distretto di Columbia, l’acquisizione di T-Mobile da parte di AT&T eliminerebbe dal mercato una società “che è stata una forza dirompente per la concorrenza nel settore, grazie all’introduzione di prezzi più bassi e di importanti elementi di innovazione”, quali i primi smartphone Android, i primi piani tariffari illimitati e la prima rete di nuova generazione HSPA.

“Se non blocchiamo questa fusione, saranno i consumatori a soffrirne”, ha sottolineato Sharis A. Pozen, assistente del procuratore generale nella divisione antitrust. “In qualsiasi modo la si guarda, questa transazione, è anti-competitiva” ha aggiunto.

Deutsche Telekom ha fatto il suo ingresso nel mercato mobile americano nel pieno della bolla telecom, nel 2001, quando acquistò per 30 miliardi di dollari in contanti e azioni il gruppo VoiceStream Wireless, successivamente ribattezzato T-Mobile Usa. L’operatore, il quarto sul mercato Usa per numero di utenti, è considerato il ‘figliolo problematico’ di Deutsche Telekom, di cui rappresenta un quarto del fatturato, ma con utili in calo e una quota di mercato che ha sofferto della mancanza dell’iPhone nel portafoglio prodotti. AT&T, fondata 135 anni or sono da Alexander Graham Bell, è stata già oggetto delle attenzioni del dipartimento di giustizia, che ne aveva disposto nel lontano 1984 (quando la società si chiamava ‘Ma Bell’ ) lo scorporo in sette società, le cosiddette Baby Bell così da diluirne la predominanza sul mercato.

Se la fusione dovesse saltare, la società dovrebbe risarcire Deutsche Telekom con 3 miliardi di dollari, porzioni aggiuntive di spettro per una valore di altri 3 miliardi e un accordo di roaming.

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