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Social music: tutto pronto per il servizio musicale Facebook, che intanto incassa il flop di ‘Deals’

Stati Uniti


Sarà annunciato presumibilmente il prossimo 22 settembre nell’ambito della ‘Facebook’s f8 developer conference’, l’atteso servizio musicale targato Facebook che permetterà agli utenti del social network di ascoltare musica direttamente dal profilo.

Partner del servizio saranno Spotify, MOG e Rdio.

Secondo le indiscrezioni circolate finora, Facebook non ospiterà direttamente i contenuti musicali né offrirà un servizio di streaming, ma si affiderà ai contenuti dei partner. L’idea è quella di diventare una piattaforma per i contenuti media così come già avviene per le applicazioni e i giochi, dopo l’accordo di marzo con Warner Bros per rendere disponibili agli utenti film in streaming o a noleggio e in previsione anche dell’offerta di programmi televisivi, che dovrebbe arrivare entro quest’anno.

Questo a differenza di quanto proposto da Google e Amazon – e prossimamente anche da Apple – che con i loro servizi musicali ‘in the cloud’, permettono agli utenti di caricare le loro librerie su server remoti e di ascoltarle da qualsiasi dispositivo.

Facebook ha commentato le indiscrezioni affermando che “Molti dei più popolari servizi musicali in circolazione sono integrati col social network e lavoriamo costantemente coi partner per migliorare la qualità di queste integrazioni”.

Spotify, ad esempio, offre già la funzione Facebook Connect integrata, che permette agli utenti di vedere cosa stanno ascoltando i loro amici di Facebook e le due società condividono diversi investitori: da Li Ka Shing a Yuri Milner di DST Global, che detiene il 10% di Facebook e sta cercando di comprare anche una quota di Spotify.

Il social network, intanto, ha annunciato nei giorni scorsi l’abbandono della funzione ‘Deals’, che consentiva a negozianti e commercianti di offrire sconti, promozioni e ‘coupon’ agli utenti di Facebook che si trovano nelle vicinanze dei loro esercizi commerciali, sulla falsariga di Groupon e Living Social.

Il servizio era stato lanciato 4 mesi fa in forma sperimentale in cinque città degli Stati Uniti (Atlanta, Austin, Dallas, San Diego e San Francisco). Un portavoce ha fatto sapere comunque che la società continua a credere nelle enormi potenzialità dell’approccio sociale ai business locali: “Abbiamo imparato molto da questa sperimentazione – ha affermato – e continueremo a cercare il sistema migliore per offrire un buon servizio agli imprenditori locali”.

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