Pirateria: importante vittoria di Hollywood contro BT

di |

Dopo l’Italia, anche in Gran Bretagna arrivano i primi provvedimenti contro gli Isp con l’accusa di favorire l’accesso a piattaforme illegali.

Gran Bretagna


BT Group

Le major di Hollywood hanno segnato un altro punto a loro favore nella lotta alla pirateria. Alcuni tra i più importanti studios americani, tra cui Twentieth Century Fox, Paramount, Disney, Warner, Sony Picture, Universal hanno vinto una causa all’Alta Corte di Londra contro Bt, il più grande internet service provider del Regno Unito.

 

Le compagnie cinematografiche avevano chiesto al giudice di obbligare l’Isp  a togliere ai suoi utenti l’accesso a Newzbin2, un sito accusato di “flagrante” violazione del diritto d’autore che consentiva infatti il downloading illegale di film e programmi televisivi.

Il sito, che ha circa 700.000 membri, un fatturato da più di 1 milione di sterline e utili per 360 mila sterline , si è recentemente spostato “all’estero” e i suoi gestori sono sconosciuti.

Bt sosteneva che per questo motivo, non ricadeva nella giurisdizione britannica e che quando non spettava all’Alta Corte decidere. Ma il giudice ha deliberato a favore della Motion Pictures Association of America (MPAA), l’associazione che rappresenta gli studios, che ora inoltrerà alla Corte simili richieste per altri service provider.

 

Il problema della violazione del diritto d’autore, ha dichiarato il giudice “è ben conosciuto al giorno d’oggi” e la richiesta degli studios, ha aggiunto “rappresenta un tentativo da parte dei proprietari dei diritti di farli rispettare in maniera indiretta, quando tutti i tentativi di farli rispettare in maniera diretta hanno fallito“.

 

Per Chris Marcich, presidente e managing director di MPAA per l’Europa, Medio Oriente e Africa, si tratta di una vittoria per milioni di persone che lavorano nell’industria culturale e dimostra come la legge possa essere applicata anche ai reati commessi su internet.

 

BT, dalla sua, ha dichiarato che la sentenza è “utile” perché “fa chiarezza” su una questione molto complessa. Le parti, ha aggiunto l’Isp, torneranno in autunno davanti alla Corte per decidere i dettagli di questa decisione, come per esempio le modalità tecniche di oscuramento del sito e i costi.

 

Già nel marzo dello scorso anno, sempre a seguito di un’azione avviata dalla MPAA, l’Alta Corte aveva intimato a Newzbin di rimuovere dalla piattaforma il materiale coperto da copyright, ma il sito aveva dichiarato il fallimento, sottraendosi così al pagamento dei risarcimenti dovuti.

A giugno, il sito era tornato nuovamente online con il nome di Newzbin2 e aveva fatto chiaramente sapere che avrebbe continuato a spostarsi da una giurisdizione all’altra per sottrarsi alla legge.

 

Procedimenti simili a quelli della Gran Bretagna sono stati presi anche in Italia, dove la magistratura ha recentemente bloccato l’accesso a Btjunkie.org, uno dei più grandi motori di ricerca per file Torrent a livello mondiale. (Leggi Articolo Key4biz)

Nell’operazione sono stati coinvolti anche due service provider italiani, Fastweb e Ngi, accusati di favoreggiamento per non aver bloccato tutti gli accessi a Btjunkie che, dopo la chiusura di Pirate Bay, era diventato il sito tracker per bit torrent più utilizzato in Italia.

I file disponibili sulla piattaforma illegale erano 4 milioni e  il 6% degli utilizzatori, quasi 600 mila, provenivano dall’Italia. Il nostro Paese risultava essere il secondo al mondo (dopo gli USA) per percentuale di visitatori.