Key4biz

RIM: licenziamenti in vista. Per far fronte alla crisi, 2 mila dipendenti a casa

Mondo


In linea con un ‘piano di ottimizzazione dei costi’ annunciato il 16 luglio – volto a eliminare il ‘superfluo’ e a ripartire le risorse per concentrarsi sulle aree a maggior crescita – RIM licenzierà 2 mila dei suoi 19 mila dipendenti, e procederà a una ‘ridefinizione’ delle responsabilità del team dirigenziale, così da “snellire le operazioni della società e meglio posizionare l’azienda per la futura crescita e redditività”.

 

“La riduzione della forza lavoro – spiega la società in una nota – crediamo sia un passo prudente e necessario per il successo a lungo termine e segue un periodo di crescita che, solo negli ultimi 5 anni, ha visto il personale quasi quadruplicare”.

La decisione sarà comunicata ai dipendenti interessati, in Nord America e in alcuni altri mercati – entro questa settimana.

 

Riguardo invece gli spostamenti ai ‘piani alti’, Thorsten Heins – attuale direttore operativo della progettazione e dello sviluppo del prodotto – assumerà anche il ruolo

di responsabile Prodotto e Vendite. Dan Morrison, che ricopre attualmente questa posizione, lascerà l’azienda dopo un periodo di congedo per malattia. Tutte le funzioni relative all’ingegnerizzazione del prodotto, compresi i team di sviluppo hardware e software, faranno capo a Heins con l’obiettivo di produrre maggiori efficienze e accelerare il lancio dei nuovi prodotti.
Patrick Spence assumerà il ruolo di direttore generale vendite globali e marketing regionale, Robin Bienfait manterrà il ruolo di CIO e assumerà anche la carica di responsabile della divisione Enterprise. David Yach continuerà a essere CTO Software e si occuperà dell’ecosistema delle applicazioni mentre Jim Rowan assumerà il ruolo di direttore generale Operations e sarà supervisore dello sviluppo organizzativo e della gestione degli impianti.

 

Dopo le forti critiche al management da parte degli azionisti nelle scorse settimane per l’attuale struttura di gestione a ‘doppio-Ceo’, RIM spera così di far fronte all’attuale momento di crisi che vede la società canadese sotto pressione per la lenta risposta all’assalto degli smartphone Apple e Android.

 

Negli ultimi due anni, RIM, che col suo BlackBerry è stato precursore degli attuali smartphone, ha perso molto terreno non solo sul suo principale mercato, il Nord America – dove la quota di mercato è passata dal 54% al 13% – ma anche sui mercati dell’America Latina e dell’Asia dove gli Android si stanno affermando e minacciano la popolarità dei modelli BlackBerry meno costosi, come il Curve.

 

Per recuperare terreno sul fronte dei tablet e migliorare le prestazioni del suo PlayBook (che controlla una quota di mercato del 3,3%, contro il 61% di Apple iOS e il 30% di Android), RIM ha portato a termine nei giorni scorsi l’acquisizione di JayCut, una società di software per il video editing in alta definizione che dovrebbe permettere ai possessori del PlayBook di lavorare in post-produzione sui filmati registrati direttamente dal dispositivo.

Exit mobile version