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News online: Facebook alla ricerca di accordi con gli editori. Forse a settembre l’app Editions

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Facebook si prepara al lancio di una nuova applicazione destinata a mutare i rapporti tra il mondo dell’informazione e il social network. Si tratta di ‘Facebook editions‘ che, secondo Forbes, sarebbe un’app a pagamento e/o finanziata dalla pubblicità. Il nuovo servizio dovrebbe partire dal prossimo settembre.
Al momento già tre editori hanno dato la loro disponibilità: CNN, Washington Post e The Daily.

Anche il New York Times sarebbe stato sollecitato ma non si sarebbe impegnato per via della propria strategia paywall. Per la stessa ragione il Times non ha dato l’OK all’uso delle proprie notizie nel servizio Ongo, sebbene sia un partner della start-up.

Da Facebook non è arrivato nessun commento, ma sembra che la piattaforma desideri rafforzare le partnership coi media per concorrere meglio con Google e Apple.

Mark Zuckerberg non insegue più il numero degli utenti. Dopo l’arrivo di Google+, che ha registrato rapidamente 10 milioni di  membri,  il suo obiettivo è diventato quello di trovare nuove soluzioni che possano far trascorrere ai suoi iscritti più tempo tra le mura del social network.

 

Non si conoscono i dettagli finanziari di questa operazione che, se fosse simile agli accordi raggiunti con gli studios cinematografici e i broadcaster, prevedrebbe per Facebook una porzione delle revenue generate dagli abbonamenti e dalla pubblicità dell’app Editions.

Un portavoce ha detto che il gruppo non ha nessuna novità da annunciare ma ha aggiunto che “I migliori siti media del mondo hanno rapporti con Facebook. Rapporti che la compagnia cerca costantemente di migliorare”.

 

Secondo indiscrezioni anche Google starebbe lavorando a un progetto simile. Un dirigente di un’importante compagnia di news online ha infatti dichiarato che lo scorso autunno è stato convocato a Mountain View per valutare un’eventuale partnership su una nuova strategia di Google per l’informazione.

Se la notizia riguardante Facebook fosse confermata, gli editori avrebbero finalmente maggiore potere e soprattutto potrebbero contare su un mercato più competitivo.

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