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Diritto d’autore: l’Agcom prende tempo? Approvato schema di regolamento che verrà sottoposto a consultazione

Italia


Tutto rinviato. O almeno così pare. Oggi l’Agcom ha adottato uno schema di regolamento sul diritto d’autore che verrà sottoposto a consultazione pubblica. Non ci saranno quindi decisioni almeno fino alla ripresa di settembre, dopo le ferie.

Il provvedimento dell’Agcom ha sollevato un polverone di polemiche non solo tra il popolo della rete, ma anche nella politica.

Antonio Di Pietro, leader di Idv, ha contestato all’Autorità “il potere di chiudere un sito web, togliendo tale competenza all’autorità giudiziaria, sulla base di un atto amministrativo privo di un preciso quadro di garanzie“. Anche per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, “l’Agcom si fermi e consenta una riflessione più ampia. La democrazia italiana non può permettersi bavagli di alcun genere”.

Il timore, per i due esponenti dell’opposizione, è che, col pretesto dei diritti d’autore su film, musica e opere d’ingegno, si possano oscurare siti politicamente ‘scomodi’ per la maggioranza.

La decisione dell’Agcom è arrivata dopo spaccature anche all’interno dell’Autorità. Prima la sostituzione del correlatore Nicola D’Angelo col collega Sebastiano Sortino: perché D’Angelo, si dice, avrebbe manifestato forti perplessità sul testo. E proprio D’Angelo ha spiegato: “Bisogna intervenire ragionando in un modo più moderno. Non si può fare adattando norme della tv al web, ci vuole una legge specifica. Noi stiamo discutendo perché c’è stato un decreto Romani che ha esteso, più dell’Unione Europea, norme della tv al web. Noi abbiamo solo un’alternativa sul piano del pluralismo che è la Rete, non la mettiamo in discussione”.

Questa mattina, prima che avesse inizio la riunione dedicata all’esame del regolamento sul diritto d’autore, il commissario Agcom Michele Lauria, interpellato dall’Agi, ha dichiarato: “Nessun testo che ipotizzi la chiusura dei siti da parte dell’Agcom in sostituzione del giudice o la limitazione dei diritti costituzionalmente tutelati, come la libertà di espressione, avrà il mio consenso”.

Fulvio Sarzana, tra i promotori dell’iniziativa Sitononraggiungibile.it, nel proprio blog ha scritto che “L’Agcom approva oggi 6 luglio lo schema di regolamento sul diritto d’autore con i voti di tutti i Commissari tranne quelli del Commissario Nicola D’Angelo e l’astensione del Commissario Michele Lauria. Il Commissario Gianluigi Magri, contrariamente a quanto era circolato nei giorni scorsi, riprende il ruolo di relatore e firmerà il provvedimento”.

All’interno del provvedimento, ha spiegato Sarzana, tutti i meccanismi di rimozione selettiva già annunciati e l’inibizione in casi di siti esteri all’accesso dei cittadini italiani che verranno segnalati ai provider italiani.

Nel caso dei siti esteri non si tratterebbe di un ordine impartito ai sensi del codice delle comunicazioni elettroniche per i provider ma di un “warning. Dopo alcuni warning l’Autorità si rivolgerà alla Magistratura.

Il testo viene ora messo in consultazione per un periodo di 60 giorni. Il periodo di contraddittorio è esteso a 15 giorni.

“L’Autorità inoltre invierà una segnalazione al Governo al fine di far predisporre una norma relativa all’ estensione di potere al fine di esercitare direttamente poteri inibitori”.

Intanto la Siae s’è schierata accanto all’Agcom, lanciando un appello, al quale hanno già aderito diverse personalità del mondo dello spettacolo e della musica. Sul sito si legge quanto segue.

Siamo Liberi: di non pagare la linea telefonica per accedere a Internet? NO!

Di non pagare i pc, gli smartphone e i tablet con cui navighiamo? NO!

Sappiamo: quanto le società di telecomunicazioni, i provider, i produttori di tecnologie digitali e le cosiddette “Over the Top” fatturano anche grazie all’utilizzo di contenuti artistici? MIGLIAIA DI MILIARDI DI EURO!

E soprattutto quanto fatturano pseudo imprenditori senza scrupoli che operano nel mondo digitale, evadendo ogni diritto, “alle spalle” di chi crea e investe nella produzione di contenuti? CENTINAIA DI MILIARDI DI EURO!

Ci chiediamo: cosa sarebbero la Rete e gli strumenti tecnologici per accedervi se nessuno creasse contenuti? UN DESERTO!

Il Provvedimento AGCOM: Non colpisce l’utente e non limita la sua Libertà. Tutela i Diritti e quindi la Libertà di chi crea e produce Cultura. Colpisce l’illegalità. Dà sostegno al commercio legale di diffusione di contenuti digitali attraverso le reti di comunicazione.

Ma non tutti condividono le inevitabili conseguenze che avrebbe la Delibera Agcom, convinti invece che la nuova disciplina leda la libertà della rete.

Ieri il popolo del web si è mobilitato con la ‘Notte della Rete‘ organizzata alla Domus Talenti di Roma. Hanno aderito Emma Bonino, Vincenzo Vita (Pd), Antonio Di Pietro, Dario Fo e Franca Rame, l’ex direttore de Il Secolo d’Italia Flavia Perina, il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Roberto Natale. Diretta streaming su un centinaio di siti e blog, tra cui molte testate online.

Non si tratta di dare il via libera alla censura preventiva, ha spiegato Enzo Mazza della Fimi (Federazione dell’Industria Musicale Italiana), il problema, piuttosto, è limitare il download illegale di file musicali, che uccide il giro d’affari delle major com Emi, Sony, Warner e Universal.

Mazza è entrato nel merito del dibattito, cercando di spiegare, insieme ai presidenti delle major discografiche, come sia stato “strumentalizzato e liquidato a livello politico-ideologico”. “La rete è il futuro della musica e vogliamo che la gente la usi, ma per questo serve una tutela, come è stato fatto, anche più pesantemente, all’estero – ha spiegato Mazza -. Servono delle regole per stabilire come la nostra produzione musicale sia in qualche modo retribuita e delle azioni veloci verso chi compie abusi”. Se l’Autorità ‘bloccasse internet’, come si sente dire in questi giorni, “saremmo noi a subirne il peggior impatto”, ha continuato Mazza.

“Il problema non è la chiusura di un blog, né la pubblicazione di brani-parodia ai fini di satira che è salvaguardata in modo chiarissimo. Il nostro problema sono i siti pirata all’estero, dietro ai quali operano grosse aziende e che funzionano ormai come organizzazioni criminali”.

Numeri alla mano, la Fimi e i discografici hanno ribadito la volontà di investire in nuove piattaforme, con iniziative che partono dalla rete, frenate però dal proliferare della pirateria che, nel 2008, è costata alle industrie creative 1,4 miliardi di mancati ricavi e 22.400 posti di lavoro. “Il mercato è già in difficoltà. C’é stato un po’ di recupero negli ultimi 2-3 anni, ma ci sono player che non vengono in Italia perché c’é troppa pirateria. Il rischio è che operino solo 3-4 grandi player a livello globale, limitando l’accesso all’offerta interna”.

L’industria delle comunicazioni elettroniche, rappresentata da Asstel, associazione della filiera delle Tlc e da Aiip, associazione degli Internet provider, ha ribadito le posizioni già espresse nel corso del procedimento istruttorio avviato dall’Autorità.

Asstel e Aiip ritengono che l’unica soluzione strutturale contro la pirateria digitale sia l’adozione di misure di reale promozione del mercato legale dei contenuti digitali, anche attraverso l’ampliamento dell’accesso ai contenuti e la revisione delle prassi di commercializzazione delle opere audiovisive all’ingrosso.

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