NGN. Umberto De Julio: ‘Serve la partecipazione di tutti, anche degli OTT, e l’intervento della Ue’

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ANFoV propone il riutilizzo dei cavidotti esistenti per favorire lo sviluppo e la rapida diffusione delle reti di nuova generazione.

Italia


Umberto De Julio

Riutilizzare i cavidotti esistenti per accelerare lo sviluppo delle reti di nuova generazione. E’ quanto ha ribadito l’ANFoV, associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, sottolineando la necessità che sia l’Autorità per le Comunicazioni a promuovere e gestire un “Catasto Nazionale delle infrastrutture idonee all’installazione delle reti in fibra ottica” e ad “elaborare una regolamentazione nazionale per l’installazione e la condivisione dei cavidotti”, così da superare finalmente la frammentarietà dei procedimenti autorizzativi da parte dei Comuni.

 

Una questione di fondamentale importanza perchè, ribadisce ANFoV, i costi infrastrutturali per le sole opere civili – in particolare per gli scavi e la posa delle fibre ottiche – possono valere fino al 70-80% dei costi complessivi dello sviluppo di una rete di Nuova Generazione a banda ultralarga.

Già lo scorso 21 ottobre, l’Associazione aveva presentato all’Agcom e al Dipartimento per le Comunicazione del Ministero dello Sviluppo economico lo studio ANFoV: “Reti di accesso di nuova generazione (NGAN). Interventi per uno sviluppo sostenibile: Catasto delle infrastrutture e criteri tecnologici realizzativi” sulle opzioni tecnologiche per contenere i costi di sviluppo delle reti NGN. Lo studio delinea un modello per costruire un catasto delle infrastrutture esistenti potenzialmente riutilizzabili per la posa delle NGN, definisce gli standard tecnici per realizzare gli impianti e indica gli interventi normativi necessari.

Rispondendo a una consultazione pubblica lanciata dall’Agcom, l’ANFoV si è quindi nuovamente pronunciata nel mese di maggio a favore del fatto che l’Agcom promuova e gestisca un Catasto Nazionale delle infrastrutture per l’installazione delle reti di comunicazione elettronica e a favore dell’omogeneità di regole valide a livello nazionale per l’accesso e la condivisione delle infrastrutture presenti nei territori comunali da parte dei gestori delle Tlc. Il documento dell’ANFoV è stato realizzato grazie ai contributi di Colt Technology Services, Fastweb, Italtel, Sirti, Telecom Italia, Valtellina, Wind, oltre alla collaborazione di Cittalia-Fondazione Anci Ricerche dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ed è stato accolto positivamente dall’Autorità.

L’ANFoV ritiene che occorra favorire il riutilizzo da parte di tutti gli operatori degli spazi delle infrastrutture esistenti secondo una opportuna regolamentazione e sotto il controllo di un ente indipendente, come appunto l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Attualmente infatti ogni comune e ogni ente pubblico gestisce l’accesso alle infrastrutture pubbliche con criteri disomogenei perché dipendenti dalle specifiche norme locali, una frammentarietà che frena la realizzazione delle nuove reti e impone oneri aggiuntivi agli operatori di telecomunicazione.

L’Autorità, a giudizio dell’ANFoV dovrebbe quindi impegnarsi a: garantire l’unitarietà e l’uniformità su tutto il territorio nazionale dei procedimenti autorizzativi per l’installazione delle reti di comunicazione elettronica, applicando il principio della semplificazione amministrativa; assicurare che agli operatori di comunicazione elettronica non vengano imposti oneri ulteriori rispetto a quelli previsti dalla Legge; consentire, attraverso l’istituzione del Catasto delle infrastrutture, l’accesso da parte degli operatori di comunicazione elettronica ad informazioni aggiornate relative alle infrastrutture esistenti e ai nuovi progetti in grado di ospitare reti di comunicazione elettronica.

Sul tema degli investimenti nelle reti di nuova generazione (NGN, Next Generation Networks) Umberto de Julio, Presidente di Italtel e Vicepresidente dell’ANFoV, responsabile dell’Osservatorio NGN di ANFoV, esprime così la sua opinione: “Per passare alle reti di nuova generazione sono necessari investimenti ingenti sulle reti sia fisse che mobili: per finanziarli diventa necessario sollecitare il contributo degli operatori cosiddetti over the top, come Apple, Facebook, Google”. Secondo de Julio, uno dei principali problemi da affrontare per realizzare le reti ultraveloci in fibra ottica e superare il digital divide consiste nella corretta ripartizione dei costi e dei benefici: infatti le nuove reti costano molto ai gestori ma la maggior parte dei ricavi va invece agli operatori che sviluppano le applicazioni e i servizi. Per superare l’impasse e realizzare la NGN occorre quindi trovare nuove strade. “E’ chiaro che la soluzione ai problemi relativi allo sviluppo delle reti a banda ultralarga passa per un diverso rapporto tra i gestori dei network che devono sopportare miliardi di investimenti e i fornitori di applicazioni, che sviluppano la maggior parte del traffico e che possono guadagnare miliardi grazie alle nuove reti” afferma de Julio. “Occorre la partecipazione di tutti per lo sviluppo della NGN: si possono ipotizzare soluzioni di revenue sharing o di cost sharing, di condivisione dei ricavi o dei costi. Tuttavia il problema non può essere risolto a livello nazionale: occorre un deciso intervento europeo per affrontare e dirimere la questione”.

Nella prospettiva del superamento del digital divide, de Julio, in linea con la visione di ANFoV, afferma che le soluzioni di rete mobile sono utilissime per coprire le aree ancora non raggiunte dalla banda larga; tuttavia, anche per supportare la crescita esponenziale del traffico mobile, nel medio e lungo periodo diventerà indispensabile realizzare una rete nazionale in fibra ottica a banda ultralarga. Le reti mobili, sulle quali i gestori puntano per recuperare redditività, garantiscono ritorni nel breve periodo: ma lo sviluppo della NGN in fibra ottica rimane essenziale, sia per le aziende che per i consumatori. Infatti le applicazioni avanzate, come la nuova televisione interattiva e l’Internet Tv, saranno veicolate dai network a banda ultralarga. Le nazioni che rimarranno indietro su questo fronte soffriranno un gap competitivo difficilmente sostenibile. Occorre quindi muoversi rapidamente, a livello nazionale come a livello europeo. (a.t.)

Lo studio Reti di accesso di nuova generazione. Interventi per uno sviluppo sostenibile: Catasto delle infrastrutture e criteri tecnologici realizzativi