Digital Agenda. Neelie Kroes: ‘Mobilitare il denaro per gli investimenti nelle NGN’

di Alessandra Talarico |

Nel corso della prima Digital Assembly, Etno e DigitalEurope hanno ribadito che gli investimenti nelle nuove reti dovrebbero essere trainati principalmente dal settore privato.

Unione Europea


Digital Assembly

In occasione della prima della prima ‘Assemblea Digitale‘, che ha aperto i battenti oggi a Bruxelles e si chiuderà domani, il Commissario Ue per l’Agenda Neelie Kroes ha sottolineato l’importanza delle tecnologie digitali per la futura prosperità dell’Europa in quello che ha definito “il discorso sullo Stato dell’Unione Digitale”.

“Internet cambierà il nostro mondo, lo sta già facendo, a livello economico e sociale: abbiamo visto il ruolo svolto dalla rete in paesi come la Tunisia e l’Egitto e ci sono ancora miliardi di persone che ancora devono arrivare online: si tratta per lo più di giovani delle economie emergenti, che avranno prospettive ed esigenze distinte” ha detto la Kroes, sottolineando che “…I decisori dovrebbero iniziare a considerare e a usare le tecnologie ICT come un motore essenziale per la nostra economia, non come un’optional…si tratta, fondamentalmente, di ridisegnare il modo in cui viviamo”,

 

C’è bisogno, ha aggiunto, di ‘interoperabilità’, tra Bruxelles, i governi, gli stakeholders, soprattutto in un momento di forte difficoltà per la tenuta dell’Europa, in ambito economico e sociale.

I giovani, per la maggior parte, sentono di non avere prospettive per il futuro, in un mondo in cui il lavoro è un miraggio: anche per questo la Kroes ha ribadito l’importanza dell’ICT per la crescita dell’occupazione: la Commissione ha calcolato che le nuove tecnologie sono in grado di creare due posti di lavoro per ognuno andato perso. Lavori a prova di futuro, ‘verdi’ e ‘intelligenti’ in una società il più possibile ‘inclusiva’, in cui le istanze di libertà e benessere non restino confinate entro i confini fisici di una dittatura.

“Cambiare non è facile: ci vogliono tempo e denaro”, ma bisogna partire dal presupposto che “ICT e prosperità sono inseparabili”.

 

Innanzitutto – ha detto – bisogna “mobilitare il denaro per gli investimenti nelle reti high-speed di nuova generazione”, per competere a livello globale, senza arrancare dietro il resto del mondo. E anche in questo senso l’Europa dovrebbe sfruttare al massimo la sua ‘creatività’ per assicurare che la banda larga divenga “il ponte per l’Europa del futuro”. Al momento, infatti, la Ue è in ritardo sugli obiettivi della Digital Agenda, che prevede, tra le altre cose, la copertura a banda larga dell’intero territorio europeo entro il 2013 e connessioni ultrabroadband per almeno la metà dei cittadini entro il 2020. Per raggiungere questo obiettivo si possono utilizzare diverse tecnologie, dal wireless al satellite, ma c’è bisogno anche di modelli di investimento innovativi.

 

Per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda, servono investimenti per almeno 270 miliardi di euro e ciò richiederà un nuovo approccio, volto attrarre denaro in un momento ancora di forte di crisi. Portando avanti il punto di vista dell’industria, Luigi Gambardella, Presidente dell’Executive Board di ETNO ha sottolineato che “Gli investimenti in reti NGA dovrebbero essere trainati principalmente dal settore privato”, con politiche di settore finalizzate a “migliorare le condizioni di investimento” delle aziende.

Il settore pubblico ha aggiunto Gambardella, dovrebbe intervenire in maniera complementare “per completare, e non escludere, gli investimenti privati, aumentando così la copertura e la domanda di NGA”.

“Ciò può essere ottenuto – ha aggiunto – concentrando i finanziamenti pubblici sul sostegno alla domanda e su misure di riduzione dei costi che non incidano sulla concorrenza, come le opere civili o l’ammodernamento delle reti in-building e sulle restanti aree non redditizie”.
Dello stesso avviso Ormala Erkki, Presidente di DigitalEurope, secondo il quale ‘per rendere l’industria delle ICT pienamente efficace nel suo ruolo per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale, l’attuale frammentazione del mercato interno deve essere risolta in modo da consentire la creazione di un mercato veramente unico per i servizi digitali”.

 

Molte, dunque, le questioni impellenti da risolvere per sostenere investimenti e decollo dei servizi: tra quelle più calde – se ne discute in tutta Europa – la questione dello spettro: secondo i piani della Ue, entro il 2013 la  banda a 800 MHz dovrà essere nella disponibilità degli operatori tlc, che potranno così sostenere la domanda di banda larga mobile.

L’assegnazione delle frequenze, sottolineano Etno e DigitalEurope – che rappresenta il settore dei manifatturieri ICT e dei dispositivi elettronici – dovrà avvenire in maniera ‘armonizzata e tempestiva’.

Le due associazioni ritengono che un obiettivo raggiungibile per l’Ue sia “…assegnare la banda a 800 MHz in modo armonizzato e metterla tempestivamente a disposizione dei mercati nei 27 Stati membri, nonché adottare rapidamente la proposta del pacchetto sulla standardizzazione. Il risultato netto sarà un solido mercato interno e la possibilità per l’Europa di assumere la leadership a livello mondiale e conseguire un successo simile a quello delle tecnologie GSM”.

 

La Kroes, che si è detta ‘insoddisfatta’ dei progressi fin qui raggiunti verso la realizzazione della Digital Agenda, ha quindi ribadito la necessità di proteggere le infrastrutture digitali dai sempre più numerosi attacchi informatici a enti e aziende sensibili e, sul tema della regolamentazione del web, ha spiegato che non è possibile stabilire per legge “cosa è buono e cosa non lo è su internet, che è e deve rimanere un posto di libertà. Certo – ha aggiunto – la regolamentazione può a volte essere necessaria come ultimo rimedio, ma anche in questo caso dovrebbe tradursi in un intervento di chirurgia non invasiva, non in un’amputazione”.

La rivoluzione digitale, ha detto infine la Kroes, è “l’opportunità del nostro tempo”, non è “una possibilità, ma forse la possibilità per trasformare la nostra economia in modo da poter mantenere il nostro tenore di vita. Certo, siamo in tempi di crisi e di tagli di bilancio, ma questo sottolinea ancor più l’imperativo. In un momento di cambiamento globale se usiamo l’ICT in maniera efficace il cambiamento sarà meno doloroso. Se non investiamo nel futuro resteremo ancorati al passato”.

 

Leggi il discorso sullo ‘Stato dell’Unione Digitale’ di Neelie Kroes.