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Dividendo digitale. Paolo Romani: ‘Stiamo trattando con il ministero dell’Economia per rivedere il risarcimento a favore delle Tv locali’

Italia


Il governo rassicura gli operatori tlc sulla prossima asta per l’assegnazione delle frequenze televisive per la banda larga mobile. Di fronte alle difficoltà create dalle Tv locali, che hanno minacciato ricorsi al TAR se non si rivedranno i rimborsi previsti per l’espropriazione delle risorse frequenziali, il Ministro Paolo Romani ha rassicurato le telcos affermando che si tratta di ‘preoccupazioni infondate’ e che “le frequenze vanno liberate entro il 1° gennaio 2013”.

Il meccanismo messo a punto prevede che le Tv locali possano usufruire del risarcimento oppure spostarsi sui canali di emittenti più grandi.

Più precisamente, riguardo alla soglia del 10% sui 2,4 miliardi di euro indicati nelle stime e destinato a indennizzare le emittenti, Romani ha affermato: “Stiamo trattando con il ministero dell’Economia per alzare questo tetto”.

“Se si vendono tutti i blocchi a basa d’asta, l’incasso minimo ricavato sarà pari a 3,1 miliardi di euro”, ha detto al termine del Comitato dei Ministri riunito per approvare l’assegnazione delle frequenze a 800, 1800, 200, 2600 Mhz. “E’ una gara importantissima – ha spiegato – che rende disponibili le frequenze Lte”.

 

All’incontro erano presenti anche il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, il Sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto e il Sottosegretario all’Economia Luigi Casero. Ha preso parte inoltre ai lavori il Presidente dell’Agcom Corrado Calabrò, visto anche il ruolo svolto dall’Autorità nelle definizione del regolamento della gara.

 

Secondo indiscrezioni di stampa, la mossa, ideata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e non ancora formalizzata, è stata illustrata proprio ieri ed è considerata decisiva per convincere i network regionali a scendere a patti con il governo: niente indennizzo per le tv locali che libereranno le frequenze occupate dopo il giugno del 2012 e prima maxi rata da oltre 1 miliardo di euro da pagare entro settembre di quest’anno.

Il governo ha così scelto di dilazionare nel tempo il pagamento da parte degli operatori tlc, che però dovrebbero mettere sul piatto, a gara avvenuta e quindi entro il 30 settembre 2011, quasi il 50% dell’importo totale e quindi oltre un miliardo e mezzo di euro, versando poi il resto a rate quando avranno la disponibilità effettiva delle frequenze. Pare che la scelta dell’esecutivo di incassare prima del tempo parte degli introiti della gara sia dovuta a necessità di finanza pubblica.

 

Ieri, presentando la Relazione annuale dell’Agcom, Calabrò ha detto che l’asta è più che mai necessaria e indifferibile”. (Leggi Articolo Key4biz)

Per il presidente dell’Autorità, “Ogni ritardo comporterebbe, ovviamente, la dilazione dell’incasso, che le nostre regole prospettano, a certe condizioni, anche superiore alla cifra di 2,4 miliardi preventivata dalla legge, malgrado le utilizzazioni intrusive”.

I criteri per la definizione degli importi a base d’asta per le varie bande tengono conto degli obiettivi previsti dalla legge di stabilità e di quanto sta avvenendo in Europa. Nel testo approvato si prevede la possibilità di ricavare una cifra compresa in una forchetta fra 1,9 e 3 miliardi di euro (di cui fino a 2,1 miliardi per la sola banda 800Mhz). La differenza rispetto ai 2,4 miliardi di euro posti quali obiettivo dalla legge di stabilità dipenderà dall’andamento delle offerte per le frequenze più pregiate (quelle a 800Mhz) e dalla liberazione completa delle stesse (senza tasselli disturbanti).

 

Calabrò ha auspicato un aumento delle risorse previste a favore delle emittenti locali, che ora è possibile grazie alle regole di gara approvate. L’incentivo può fare da moltiplicatore del realizzo.

Le tv locali sono utili, importanti, necessarie; ma solo se svolgono veramente il loro compito. Occorre “sceverare il grano dal loglio”, nell’interesse di tutti. Le frequenze sono un bene scarso, prezioso. Non si può consentire la manomorta delle frequenze“.

 

Le emittenti chiedono il triplo delle risorse stanziate, ritenendo gli indennizzi, previsti dalla legge di stabilità (10% del ricavato dalla vendita dei canali 61-69, con un massimo di 240 milioni di euro), talmente irrisori che in molti casi non riuscirebbero nemmeno a coprire gli investimenti effettuali per lo switch-off.

 

Nel dettaglio, ci sono 6 blocchi da 5 Mhz per le frequenze a 800; 3 lotti per quelle a 1800; 3 lotti per le frequenze a 2000 Mhz e 18 lotti a 2600.

Si tratta della più importante asta di frequenze mai attuata nel nostro Paese, data l’ampiezza dello spettro che sarà assegnata, pari a 255 Mhz.

Con la procedura di gara, il governo attua uno dei pilastri fondamentali del piano Italia Digitale, dopo aver dimezzato il digital divide a aver messo in campo un innovativo progetto di sviluppo per le reti Ngn. L’Italia inoltre sarà tra le prime nazioni europee ad assegnare tali frequenze all’industria della telefonia mobile.

 

In particolare, il bando sarà pubblicato il prossimo 25 giugno ed entro un mese vanno consegnate le domande di partecipazione, con la previsione di concludere le procedure – tramite il versamento degli introiti di aggiudicazione – entro il 30 settembre 2011, secondo quanto definito dalla legge di stabilità.

L’esito delle domande sarà noto il 29 luglio. Il 29 agosto verranno fatte le offerte economiche e il giorno dopo ci sarà l’apertura delle buste. Il 31 agosto ci sarà la gara vera e propria con i rilanci. Il versamento degli importi è previsto per il 30 settembre.

 

Per quanto concerne l’altra gara, il beauty contest di 5 nuovi multiplex di frequenze televisive per il digitale terrestre, Romani ha spiegato che “In settimana sarà definito il disciplinare di gara”.

 

A margine dell’incontro, Ignazio La Russa ha commentato: “L’accordo è stato trovato. Abbiamo dato tutta la nostra disponibilità, come Ministero della Difesa, a cedere le frequenze non strettamente necessarie per le comunicazioni militari e delle forze dell’ordine. Il nostro compito era cedere le frequenze e l’abbiamo fatto”.

 

Una proposta per risolvere la questione delle Tv locali è stata presentata al Forum delle Comunicazioni del Pd.

Il primo intervento a favore dell’emittenza locale dovrebbe essere quello di riconoscere loro concretamente lo “status” di operatori di rete e di consentire loro di cedere la capacità trasmissiva dei propri multiplex a fornitori di contenuti nazionali (con relativo LCN).

Il secondo intervento possibile è quello di ridurre il numero di multiplex destinati all’emittenza nazionale, eliminando il loto B (due multiplex a tutti gli operatori, inclusi RAI e Mediaset) che per la natura stessa degli elementi di giudizio di un beauty contest, vedrebbe particolarmente avvantaggiati i due operatori dominanti.

Questa operazione consentirebbe il recupero di due multiplex di Piano e ridurrebbe a 23 il numero di reti nazionali. 

Per altro, questa misura potrebbe essere accompagnata dalla soppressione immediata del vincolo d’uso sulle frequenze DVB-H.

E’ infatti evidente che la diffusione del video-streaming, nell’ambito del più generale sviluppo dell’accesso mobile a Internet sulle reti 3G, ha raffreddato l’originale interesse di broadcaster e operatori mobili per questa tecnologia.

Queste tendenze del mercato rendono estremamente rischioso riservare una porzione di spettro ad uno specifico servizio e ad una tecnologia in via di obsolescenza.

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