Brevetti Nortel: dall’Antitrust Usa via libera all’offerta Google da 900 mln di dollari

di Alessandra Talarico |

Il portafoglio brevetti di Nortel è uno dei più completi e convincenti sul mercato, un vero e proprio arsenale tecnologico. Tra le altre cose, i brevetti coprono le tecnologie ottiche e wireless, il 4G, la trasmissione dei dati in rete e i semiconduttori.

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Google potrà portare avanti la proposta di acquisizione da 900 milioni di dollari presentata per mettere le mani sugli oltre 6 mila brevetti Nortel, che verranno messi in vendita la prossima settimana.

Lo ha stabilito il Dipartimento di Giustizia che, dopo un’indagine antitrust, ha concluso che l’eventuale finalizzazione dell’acquisizione non comporterebbe problemi per la concorrenza

Il portafoglio brevetti di Nortel, gruppo attualmente in bancarotta, è uno dei più completi e convincenti sul mercato, un vero e proprio arsenale tecnologico. Tra le altre cose, i brevetti coprono le tecnologie ottiche e wireless, il 4G, la trasmissione dei dati in rete e i semiconduttori.

La decisione di competere per l’acquisizione del portfolio brevetti di Nortel nasce dall’esigenza di evitare nuove cause legali legate alla violazione di tecnologie appartenenti alla concorrenza.
“Nel mondo hi-tech si è assistito di recente a un’esplosione di cause legate ai brevetti che minacciano di ostacolare l’innovazione. Alcune di queste denunce sono state sporte da persone e aziende che non hanno mai creato nulla, altre sono motivate dalla volontà di bloccare prodotti concorrenti o di avvantaggiarsi del successo di una tecnologia rivale“, ha sottolineato ad aprile il consulente legale di Google Kent Walker.

Se l’offerta sarà accettata, insomma, i rivali non saranno più incentivati a fare causa a Google e la società potrà riversare le tecnologie Nortel nei suoi prodotti di punta, dagli smartphone Android al browser Chrome. Se invece dovesse essere un’altra azienda ad aggiudicarsi i brevetti, secondo i documenti presentati da Nortel in tribunale, Google potrebbe avvalersi della clausola di ‘breakup’ e ottenere un indennizzo di 25 milioni di dollari oltre a un risarcimento di 4 milioni di dollari.
Google si tutela in questo modo dall’aver accettato di essere il primo offerente (in gergo tecnico ‘stalking horse’) dell’asta che dovrebbe tenersi il 20 giugno.

 

Anche Apple e RIM (che produce il BlackBerry) avrebbero tenuto discussioni col Dipartimento di Giustizia per presentare una propria offerta, mentre altre società come Microsoft, AT&T, HP, Nokia e Verizon Communications si sono opposte alla partecipazione di Google, spiegando che la società ne guadagnerebbe un ingiusto vantaggio competitivo.

Gli asset del gruppo canadese sono stati già smembrati a diverse società: Avaya ha acquisito la divisione Enterprise Solutions di Nortel, Nokia SiemensNetworks gli asset CDMA-LTE. Il gruppo canadese ha ottenuto da queste cessioni circa 3 miliardi di dollari che ha distribuito ai creditori. I brevetti sono dunque l’ultima proprietà significativa che Nortel può mettere in vendita.

Per battere l’offerta di Mountain View, ogni partecipante dovrà offrire almeno 29 milioni di dollari in più rispetto all’offerta iniziale. Dopo la prima tornata, ogni offerta deve superare di almeno 5 milioni la precedente.

 

Microsoft, dal canto suo, nel 2006, aveva formato un’alleanza strategica col gruppo canadese. Accordo che includeva anche la concessione vicendevole, ‘perpetua e gratuita’ dei diritti d’uso delle rispettive proprietà intellettuali e che potrebbe continuare a valere anche se Google o un’altra società acquisisse quei brevetti.