Telco Vs OTT. Vittorio Colao: ‘Regole e costi uguali per tutti’. Google intanto apre alle richieste degli operatori

di Alessandra Talarico |

Il Ceo di Vodafone si schiera col presidente Francese Sarkozy, sostenendo che per realizzare il pieno potenziale di internet c'è bisogno di un quadro giuridico efficace e che l'autoregolamentazione non basta.

Europa


Vittorio Colao

L’amministratore delegato di Vodafone, Vittorio Colao, si è schierato a fianco del Presidente francese Nicolas Sarkozy sostenendo che le internet company come Facebook e Google dovrebbero conformarsi alle leggi nazionali sulla privacy e la protezione dei consumatori.

Nella relazione introduttiva alla due giorni dell’e-G8,  Sarkozy, alla presenza dei massimi rappresentanti dell’internet mondiale, ha parlato della necessità di una maggiore azione di controllo del web, lanciando un appello alla ‘responsabilità collettiva’ dei partecipanti al Forum e ha dichiarato che “Gli Stati desiderano avviare un confronto equilibrato che consideri gli interessi delle diverse parti, quelli degli utenti della rete, dei cittadini e dei contribuenti di ogni nazione”, insistendo sull’importanza di lavorare nel rispetto della morale e dei valori nello sviluppo della rete, in particolare per quanto riguarda la sicurezza: “Non permettete che la rivoluzione che avete avviato si affermi senza ostacoli o limitazioni”. Aggiungendo, “Non lasciate che diventi uno strumento in mano di quelli che vogliono minare alla nostra sicurezza e alla nostra integrità”.
 

Anche Vittorio Colao, riferisce il Financial Times, è d’accordo con Sarkozy: le web company devono sottostare alle stesse regole in capo agli operatori telefonici. Una posizione, questa, che potrebbe riaccendere le tensioni tra gli operatori telefonici europei e i fornitori di contenuti Over-the-Top americani, che invece hanno messo in guardia contro i rischi di un controllo eccessivo sul web.

 

All’eG8, infatti, il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e il presidente di Google, Eric Schmidt, hanno sottolineato come un eccesso di regole potrebbe finire per frenare l’innovazione e inibire la libertà di espressione che ha alimentato, ad esempio, le rivolte nel mondo arabo.

 

“Sarkozy – ha affermato Colao – ha ragione quando sostiene che per realizzare il pieno potenziale di internet c’è bisogno di un quadro giuridico efficace e che l’autoregolamentazione non basta”.

 

Gli operatori telefonici europei vorrebbero convincere gli OTT a pagare di più per ‘consegnare’ agli utenti i loro contenuti – video, musica e quant’altro – voraci di banda e in grado di sovraccaricare le reti mobili. Uno spiraglio, in questo senso, è arrivato dalle dichiarazioni del Ceo di France Telecom, Stephane Richard, che ha fatto intendere di aver raggiunto un accordo di massima con Google per migliorare l’accesso alle reti: in sostanza, gli utenti disposti a pagare di più usufruirebbero di “connessioni più stabili, più veloci, o prioritarie”, riporta Reuters.

In un tale scenario di ‘accesso segmentato’, operatori e OTT potrebbero condividere i profitti supplementari derivanti da una ulteriore differenziazione del servizio.

 

“Non si tratta di condividere gli investimenti per aumentare la capacità delle reti, ma se la questione è di sapere se gli OTT sono pronti a collaborare con noi per sviluppare degli usi più intelligenti della rete oltre che per educare i consumatori, allora la risposta è affermativa”, ha sottolineato Richard, sottolineando che Larry Page si è detto disponibile su questi temi e pronto ad aprire delle discussioni.

 

Colao ha ammesso le difficoltà legate a un rafforzamento dei controlli sul web, soprattutto perchè le web company operano nel cyberspazio e, a differenza delle telcos, potrebbero non avere la licenza per determinati paesi, ma ha sottolineato che la nuova legislazione britannica, ad esempio, permetterebbe al regolatore di ordinare agli operatori di bloccare l’accesso ai siti contenenti materiali piratati.
Un simile approccio, ha aggiunto Colao, potrebbe essere esteso anche ad altre aree, così da permettere un ordine di blocco dell’accesso ai siti accusati di violare le leggi nazionali sulla privacy e la protezione dei consumatori. Queste leggi, che gli operatori sono obbligati a rispettare, implicano anche dei costi: le web company – sostiene l’ad di Vodafone, dovrebbero essere soggette alle stesse regole e agli stessi costi.

 

In materia di neutralità della rete, Google ha un atteggiamento ambiguo: lo scorso anno, la società ha smentito l’intenzione di concludere un accordo con Verizon per favorire il suo traffico rispetto a quello dei competitor, ma le discussioni con Orange dimostrerebbero un certo grado di apertura.
 

Secondo quanto riferito da Richard, Google potrebbe apportare dei cambiamenti ai suoi algoritmi, così da tenere conto delle implicazioni dei servizi in termini di utilizzo delle capacità di rete. Per dimostrare che si tratta di qualcosa di più di semplici parole, Richard ha affermato che Orange e Google hanno deciso di “creare degli atelier comuni per vedere se si possa contribuire a ridurre il consumo di rete dei servizi futuri”.

Infine, secondo Dow Jones Newswires, Stéphane Richard ha anche affermato che la società “ha bisogno di una maggiore collaborazione con i fornitori di contenuti per essere più efficaci sul piano della monetizzazione dei dati”.Un tema quanto mai sentito dalle telco, che a fronte di un costante aumento del traffico dati, non registrano un adeguato aumento dei profitti, a tutto vantaggio degli OTT